4.8 ☹

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"Dannazione Michael, sono settimane che non ti svegli, sono esausto di sperare che tu ti svegli"

Sento una voce che viene da lontano, ma per quanto mi sforzi di capire a chi appartiene non riesco a collegarla a nessuno.

Non sento più le dita delle mani e cerco di muoverle per far passare l'intorpidimento. E' come se avessi giocato con il joystick per troppo tempo.

"O mio Dio, ti sei mosso ancora!", urla di nuovo la stessa voce ed emetto un lamento.

Ho anche mal di testa e il suo tono troppo alto per i miei standard mi dà fastidio e sicuramente mi farà diventare sordo. Apro a fatica gli occhi e vengo accecato dalle luci fosforescenti del soffitto.

"O mio Dio, o mio Dio, o mio Dio. Sei vivo!"

Volto la testa verso il grande genio e per poco non mi cade la mascella.
E' Luke, in piedi al mio fianco che tiene una mano sulla bocca e ha gli occhi piene di lacrime. Mi guarda come se fosse scioccato e tremendamente felice.

Rispecchia il mio stato d'animo, definirmi scioccato è un eufemismo.

Ma che diavolo sta succedendo? Non era morto? Perché mi fissa senza dire una parola e perché sono sdraiato in un letto d'ospedale?
Schiarisco la voce e la gola mi fa male come se non parlassi da troppo e "non sei morto" constato.
Aggrotta le sopracciglia, sul volto dipinta la confusione.

"Perché dovrei essere morto?"

Non fa in tempo a terminare la frase che una equipe di medici entra nella stanza e porta fuori Luke per controllarmi.
Non capisco nulla di quello che dicono perciò tengo per me tutte le perplessità e stringo i denti durante i numerosi accertamenti.

Qualche ora dopo è tutto finito e nelle mie vene è stata iniettata della morfina per ridurre i dolori alle costole.
A detta dell'infermiera sono stato fortunato ad essermela cavata solo con qualche costola fratturata, poteva andare molto peggio.
Non credo che possa essere possibile dato che mi sembra di essere stato schiacciato da un camion guidato da elefanti.

Qualcuno bussa alla porta molto delicatamente e gracchio 'avanti' senza pensarci molto.
"Come ti senti?", chiede Luke entrando in punta di piedi e sedendosi sulla poltrona blu.
Gli rifilo un'occhiata che parla da sola e alza un angolo della bocca.

Mi fa uno strano effetto vederlo qui, davanti a me, che respira da solo e soprattutto non attaccato ad un macchinario.

"E' un piacere sapere che non sei cambiato in tutto questo tempo", dice con un po' di amarezza.
"Luke cos'è successo?"
"Non ricordi niente?"
Scuoto la testa, ma mi fermo subito perché mi fa male.
"Ricordo che stavo giocando alla play e mi hanno chiamato dall'ospedale perché eri rimasto coinvolto in un incidente"

Ometto la seconda parte in cui è morto e aspetto che risponda.

"In realtà ero io quello a giocare alla play, tu stavi andando a scuola e un camionista ti è venuto contro"
"Ma non è possibile, sono più che sicuro di quello che è successo. Sei andato contro un'auto e sei andato in coma"
"Quello andato in coma sei tu, tesoro"

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Zan zan! Colpo di scena!

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