Erano le dieci del mattino e Shinichi era dal dottor Agasa. La giornata era nata un po' nuvolosa e minacciava pioggia. Lui si trovava lì perché Ai lo aveva chiamato per dirgli che forse era riuscita a creare l'antidoto definitivo per l'apotoxina.
Si era giá portato vestiti e tutto, doveva solo farsi dare la pillola contenente l'antidoto. Shinichi a ogni minima speranza di ritornare quello che era iniziava a diventare euforico.
-Shinichi spero per te che sia la volta giusta. Stavolta ho aumentato la dose in modo che le molecole in più cerchino di dare il tocco definitivo. Ovviamente tu la sperimenterai prima di me-
Shinichi le fece una smorfia di banalità e poi andò in bagno a prendere la pillola. Ad Ai iniziavano a brillare gli occhi quando parlava di scienza. Lei adorava quello che era, quello che il suo cervello e le sue mani riuscivano ad idealizzare e creare, la sua genialità. E amava la sua creazione, l'apotoxina. Ne parlava proprio come di un figlio vero. Shinichi sperava per se stesso e per la felicità di Ran che tutto tornasse come era una volta.Mentre Shinichi assumeva l'antidoto, Ran era andata a fare un giro in spiaggia. La giornata non era una delle migliori, ma aveva voglia di farsi cullare dalla visione delle onde del mare. Era seduta sulla sabbia e si guardava le mani pensando al tocco di Shinichi. Si portò le mani al petto stringendole e tenendo quel tocco nel suo cuore. Stava vivendo un altro sogno meraviglioso, una favola. Quella mattina non aveva inviato il buongiorno al suo Shin. Sapeva che a lui le cose sdolcinate non piacevano molto, anche se Shinichi aveva un suo lato romantico. A volte si definiva "un povero romanticone". Ran era in spiaggia già da qualche oretta ad ammirare il mare senza stancarsi mai e sperava tanto che il suo Shin fosse lì, seduto dietro di lei a stringerla delicatamente. Sentì qualcuno avvolgerla dalle spalle in un abbraccio caldo.
-Ran...-
La karateka si girò e vide un ragazzo alto con una camicia bianca che lasciava intravedere il suo fisico scolpito e con dei jeans grigi. Shinichi era lì con lei.
-Sai Ran volevo mettermi il costume, ma credo che faccia ancora troppo freddo per fare il bagno-
Ran si mise a ridere divertita e si sentiva anche le guance un po' accaldate. Shinichi le si avvicinò accarezzandole il volto, Ran chiuse gli occhi a quel contatto così dolce. Ran sentì il calore sul proprio viso aumentare e lo stava solo guardando...era colpa dei suoi occhi...stronzi! Aveva anche una strana voglia di toccare ciò che vedeva. Allungó una mano verso il volto del ragazzo, ma non ebbe il tempo di arrivare al suo volto che le braccia di Shinichi le strinsero la vita. Si accoccoló al suo caldo abbraccio. Si sentì protetta fra le sue braccia muscolose. Erano il porto sicuro dove correre al riparo al momento del bisogno. Aveva una totale fiducia e dipendenza da lui e questo fin da quando erano solo amici d'infanzia. Shinichi le sorrise e le diede un bacio a fior di labbra, quando si allontanò dalla bocca di Ran lei lo trattenne con la mano che prima era immersa nei capelli del ragazzo. Lui capì subito e riportò le sue labbra su quelle di Ran. Approfondì subito il bacio non trovando alcuna resistenza. La karateka sentiva in quel bacio così intenso ma dolce tutta la voglia che lui aveva di lei. Quando si staccarono dovettero riprendere entrambi abbastanza fiato, ma erano emozionati e si sorrisero a vicenda.
-Quanto sei bello quando sorridi-
Lui appoggiò la sua fronte su quella della ragazza stringendola ancora di piú a se.
-Ma è normale guardarti e volerti con me per tutta la vita, Ran?-
Ran abbassò lo sguardo per paura di chiedere a Shinichi di restare o forse per paura della sua risposta.
-Se lo vuoi veramente resta con me. Resta perché sei la cosa piú bella che mi sia capitata. Può sembrare banale, ma lo sei. Resta perché da quando ci sei tu, sorrido sempre. Resta perché la tua sola presenza mi fa scordare qualsiasi cosa. Resta perché non sopporto che tu te ne vada anche solo per un secondo, figurati per una vita. Resta perché ti amo-
Shinichi le sorrise e bació di nuovo Ran e fu un bacio lungo e magico. L'amore che essi provavano andava al di fuori della comprensione umana. Lei lo amava, Dio quanto l'amava. L'avrebbe scelto sempre, anche se ci fosse stato un ragazzo con cui non avrebbe mai litigato, lei preferiva litigare con lui che stare con un altro. Lei preferiva piangere per lui che ridere con chiunque altro. Lei si era affezionata a un paio di mani, occhi, ad un certo modo di parlare, di ridere, a certi vestiti, ad una certa voce, a certi baci e abbracci e non le importava che al mondo ce ne fossero altre mille di cose cosí perché lei voleva il suo Shin.
-Non so se posso restare Ran. Ma una cosa che posso assicurarti è che i miei occhi non smetteranno mai di guardarti come se fossi la cosa piú bella al mondo! Dalla prima volta che ti ho chiamata piagnucolona ho come sentito il bisogno di proteggerti-
Ed era vero. Dalla prima volta che l'aveva vista ridere era caduto ai suoi piedi e aveva sentito il bisogno di fare da scudo a quel meraviglioso e raro fiore.Passarono insieme tutta la mattina e parte del pomeriggio, ma l'antidoto che aveva fatto Ai purtroppo non era definitivo. Shinichi tornò un bambino la sera e fortunatamente Ran non si accorse di niente. Shinichi le aveva detto che Heiji lo aveva chiamato e che doveva urgentemente andare via. La ragazza tornò a casa a preparare la cena e a pensare ad un dolce da preparare a Shinichi per il giorno del suo compleanno a cui mancavano solo 9 giorni. Shinichi, invece, era andato dal dottore Agasa ed era seduto sul divano con lui e la giovane scienziata. Stavano parlando di Shinichi che aspirava molto alla verità, ma che era costretto a mentire.
-Non hai mai avuto la tentazione di dirle la verità?-
Shinichi si girò di scatto a quella domanda e capì subito che era riferita a Ran. Ma questa era una domanda piuttosto facile a cui rispondere.
-Certo-
-E cosa ti ha spinto a non farlo?-
Shinichi fece un sorriso banale come se la risposta fosse ovvia.
-La paura di perderla per sempre-
A quelle parole Ai si immobilizzò. Lei ammirava tanto la purezza del coraggio di Shinichi. Secondo lei era proprio quella ad attirare le ragazze, compresa lei. Ma proprio da quella risposta di Shinichi si capiva quanto lui amasse e tenesse a Ran.
-Se le dicessi la verità adesso molto probabilmente non capirebbe il mio silenzio. Lo so che recitare la parte del ragazzo crudele che non la chiama e non la incontra è terribile ma é l'unica alternativa che ho. So solo che non riuscirei a vederla ancora piangere. Anche se questo significherebbe annullare la mia esistenza per lei-
Prese fiato dopo quelle parole buttate giù un pò di fretta per paura di cedere ai sentimenti. Aveva tanta voglia di piangere, ma un detective non poteva permetterselo. Ai l'aveva capito, ma non era tipo da consolare gli altri. Anche a lei veniva difficile mostrare le proprie emozioni.
-Sono proprio un povero romanticone, vero?-
Dette queste ultime parole si girò e si alzó dal divano con le mani in tasca. Non voleva far vedere agli altri che le emozioni l'avevano vinto e che le lacrime era riuscite ad uscire. Ma anche se lui aveva tutti i suoi problemi addosso, li metteva da parte per il bene degli altri. Ed è proprio questo che intendeva Ai con la purezza del suo coraggio...la purezza del cuore di Shinichi.
STAI LEGGENDO
Non basta più il ricordo, ora voglio il tuo ritorno
Fiksi PenggemarSono oramai passati mesi e mesi da quando Shinichi é sparito nel nulla a parte quando si fa vedere qualche mese. La piccola Ran aspetta ancora con ansia il suo ritorno senza sapere che lo ha accanto ogni giorno. Shinichi Kudo, oramai da mesi conosci...