Prologo

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Avete mai notato che, come umani, usiamo rimanere attaccati ad eventi che ci hanno traumatizzato, quasi come se ci fossero cari? Per esempio, se la madre di qualcuno muore in un semplice Martedì pomeriggio, la persona sarà capace di descrivere, per sempre, cosa stava facendo in quel preciso momento, quando ricevette la telefonata della sua morte. O, se una bomba scoppiasse in una grande città, i sopravvissuti potranno ricordare chiaramente tutte le loro azioni compiute qualche secondo prima che il fatto succedesse, anche a distanza di anni, la memoria sarà ancora fresca nella loro mente; quasi come se quella parte fosse danneggiata in modo permanente, non sempre evidente, ma sicuramente sempre presente. Io credo che questo succeda perché, quando rimaniamo vittime di uno shock inaspettato, uno di quelli che rievoca dolorosi sentimenti nel nostro petto, abbiamo la tendenza a trovare conforto nella tristezza che lo accompagna. All'inizio, il nostro stato di miseria è plausibile, ma una volta che diventa permanente, la nostra tristezza diviene dipendenza, quasi come una droga. Alcuni sono più forti di altri, e trovano la forza in loro stessi di rialzarsi e superare tutti gli ostacoli. Altri, non sono così fortunati; perdono se stessi in una tristezza imperdonabile; la luce alla fine del tunnel si oscura. Queste sono le persone che si sentono bloccate, senza speranza, impotenti e senza importanza. Queste sono le persone che vengono così sopraffatte dalla tristezza e a dal dolore, che iniziano a pensare che l'unica via per renderli liberi sia rovinare la propria pelle, il proprio corpo, per far uscire alcuni dei loro demoni interiori. 

Queste sono persone come me. 

Mi ero persa nell'oscurità, ma lui mi ha trovata.  


Break me // h.s. [Italian translation] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora