Capitolo 14 - Liberazione

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Sono passati quattro giorni da quando ho parlato con Harry. Quattro giorni da quando mi ha baciata. Quattro giorni pieni di immagini di Harry che mi girano per la testa. Mi confonde così tanto. Durante il tempo che abbiamo passato insieme, non mi è sembrato per niente pericoloso, o allarmante. E' stato dolce, e affettuoso. Un senso di sicurezza mi travolge ovunque quando sto con lui, la luce investe il mio corpo ogni volta che mi sorride. Un barlume di elettricità si accende dentro di me ogni volta che ci tocchiamo, non voglio che tutto questo finisca. 

Entro nella mia stanza, sorpresa di trovare Naomi seduta a gambe incrociate sul suo piccolo letto. Di solito va sempre a qualche festa il Venerdì, o il Sabato e a volte anche la Domenica. Mi accoglie con un sorriso, mentre entro nel piccolo alloggio. 

"Hey" dico leggermente, un po' preoccupata di dire qualcosa che possa ricordarle ciò che è successo quattro giorni fa. "Pensavo che fossi andata ad una festa". 

"Lily dovrebbe arrivare fra poco a prendermi" risponde lei "Puoi venire se vuoi". La mia testa si volta di scatto per capire se mi sta prendendo in giro, e se scoppierà a ridere da un momento all'altro. Ma non lo fa. 

"Uh" sto per protestare, quando nella mente mi balena un pensiero: Harry potrebbe andare a questa festa. Troppo spaventata per chiedere a Naomi di rivelarmi quest'informazione, rifletto sull'idea. Dovrei andare sulla remota possibilità che lui sarà lì? Quasi accetto la sua offerta, quando mi ricordo dell'ultima volta che l'ho accompagnata ad una festa. Ho avuto dei flashbacks e degli attacchi di panico. Scuoto la testa. 

"No, sto bene così, ma grazie per avermelo chiesto".

Naomi aggrotta un po' le sopracciglia, ma poi annuisce. Il suo cellulare vibra all'improvviso, indicando che è arrivato un messaggio, presumibilmente da Lily che annuncia il suo arrivo. Naomi si alza dal letto, e va verso la porta. Prima di girare la maniglia di legno, si volta verso di me. 

"Bella?" 

"Sì?" 

"Quello che è successo..può rimanere fra di noi?" mi prega, riferendosi al suo scoppio in lacrime.

"Sì, certo". Apre la porta, ma mi rivolge un ultimo sguardo prima di uscire. 

"E Bella?". Alzo gli occhi per incontrare i suoi. "Cerco solo di dirti di fare attenzione quando ti consiglio di stare lontano da Harry. Davvero, non è un bravo ragazzo". Le sorrido, riconoscente della sua preoccupazione. "Grazie, divertiti stasera". Naomi annuisce, e chiude la porta dietro di lei. Mi siedo in silenzio per un paio di minuti, permettendo a tanti pensieri di entrarmi in testa. La familiare tristezza è tornata a trovarmi, circolando in tutto il mio corpo, fino al profondo della mia anima. Non importa quanto io ci provi, la felicità non riesce a rimanere in me in modo permanente. Un vuoto indefinito si impossessa di me ogni volta che mi concedo del tempo da sola. Un senso di pesantezza mi occupa il petto, mentre i ricordi tornano a sopraffarmi. La sua immagine torna, i suoi occhi, pericolosi e imperdonabili. Immagino le sue labbra, piegate in un ghigno malefico. Il cuore mi batte forte nel petto, e le gambe mi barcollano improvvisamente. Inciampo verso il bagno. Lo stomaco mi trema, e cado sul pavimento con un tonfo. Sussulto al contatto con le piastrelle fredde. Le lacrime mi scendono dagli occhi, fin sotto il mento. Mi soffoco in un singhiozzo, emettendo un rumore strangolato dal fondo della gola. Le lacrime continuano a scendermi dagli occhi mentre un'altra ondata di tristezza mi travolge, come le onde cadono duramente sulla sabbia. Mi sto distruggendo. Sono un pezzo di vetro, con un buco al centro. Trattengo a stento il mio corpo e la mia compostezza, ogni contatto mi spezza, spargendo tutti i miei pezzi finché non ne rimane più niente. Ho bisogno di una liberazione. Una liberazione da me stessa, e dai pensieri che tormentano in continuazione la mia mente già spaventata e danneggiata. So come ottenere un sentimento del genere, e mentre mi alzo tremante dalla mia posizione e afferro l'oggetto di plastica, sono a pezzi. Una parte di me mi dice fortemente di farlo, per strappare la mia carne, e vedere come il metallo entra nel mio braccio. Un'altra parte di me dice di lasciare l'oggetto appuntito, che ce la posso fare da sola. Dopo quelle che sembrano ore di contemplazione, prendo una decisione. Raggiungo timidamente il rasoio, afferrandolo saldamente con le dita che mi tremano, mentre spingo la schiena contro il muro, strisciando sul pavimento, ed esaminandolo. Prendo un respiro profondo, e mi rimbocco le maniche lunghe della mia felpa. Le mie vecchie ferite sono ancora visibili, disegnando linee bianche sui miei polsi. Spingo giù l'oggetto di metallo, e lascio uscire un respiro tremolante, mentre scie di sangue escono veloci dalla mia pelle. Le mie azioni non mi danno la risposta di cui avevo bisogno, così le ripeto. Disegno altre due linee sul mio polso e ormai il sangue occupa quasi tutta la superfici del mio braccio. Sono intontita. Intontita dal dolore che pulsa, intontita dai pensieri che mi prosciugano la mente. Il suono di qualcuno che bussa alla porta fa scattare la mia testa su, i miei occhi si spalancano e il cuore inizia a battermi all'impazzata. Mi alzo barcollando sui miei piedi, e subito giro la manovella del lavandino, facendo uscire l'acqua dal rubinetto. Pulisco il liquido secco, ma ce n'è sempre dell'altro che continua ad uscirmi dalle ferite sul polso. Prendo un asciugamano dallo sportello, premendolo sulla pelle nella speranza di fermare il flusso di sangue. Una volta che tolgo anche le macchie dal pavimento, mi dirigo verso la porta. Istintivamente mi abbasso le maniche della felpa, e giro la maniglia. Vengo accolta dalla vista di Harry poggiato sul muro opposto alla mia porta. La sua faccia si trasforma in un grande sorriso, mentre si avvicina a me. Un forte odore di alcohol mi invade le narici, Harry è impregnato della sostanza. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 01, 2016 ⏰

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