Capitolo 13 - Rotta

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"Harry!" lo chiamo, muovendo rapidamente le gambe e il mio corpo per correre il più velocemente possibile. Non riesco a capire se mi sta ignorando o semplicemente non riesce a sentirmi a causa della distanza che c'è fra di noi. 

"Harry!" gli urlo più forte. Lui smette di camminare, girandosi per cercare la fonte che sta chiamando il suo nome. Lo raggiungo, ansimando leggermente, un po' a corto di fiato per averlo inseguito fin fuori l'edificio. Gli lancio un' occhiata, il timore è chiaro sui suoi lineamenti perfetti.

"Che c'è?" chiede piattamente. Non riesco a capire se è arrabbiato o no. In questo momento, però, i suoi sentimenti sono ciò che mi interessa di meno. Le sue azioni confuse verso di me sembrano sinceramente agitate, e le farfalle eruttano nel mio stomaco, lasciandomi una forte incomprensione sui miei sentimenti verso di lui. Solo adesso mi rendo conto che lui ha avuto una "storia" con Naomi, e nonostante non sia molto sicura di cosa questo voglia dire, so che può essere un buon motivo per il suo sfogo nel vederci insieme. 

"Io, c-cosa è successo prima lì dentro?" urlo piena di frustrazione. Incremento del volume nella mia voce non smuove Harry minimamente. Lui sospira, guardandomi con i suoi grandi occhi verde smeraldo. Senza dire una parola, mi prende la mano e mi trascina per il campus, verso la palazzina dei ragazzi, e presumibilmente nel suo dormitorio. Non protesto, permettendogli di portarmi nella sua stanza nella speranza di ricevere qualche risposta. 

La camera di Harry è leggermente più grande della mia, ma comunque sono quasi identiche. Due letti, due cassapanche, due tavoli e un bagno. Non riesco a fare a meno di passare in rassegna la stanza, i miei occhi vagano nello spazio in disordine, e dimentico momentaneamente tutte le mie domande. Harry si siede sul suo letto, guardandomi mentre ispeziono il tavolo affianco a lui. E' come il mio, solo più disordinato. Dei fogli sparsi escono da un blocchetto abbastanza consumato. 

"Bella" Harry cattura la mia attenzione, e posso sentire che sorride attraverso il suo tono gentile. La sua voce mi spaventa, e la mia mano si alza istintivamente in aria, colpendo la lampada sul tavolino. Cade sul pavimenti frantumandosi in piccoli pezzi di vetro. 

"Scusami!" strillo. 

I miei occhi si spalancano, mentre Harry si alza, affrettandosi verso di me. Il cuore mi batte all'impazzata nel petto, mi accascio sul pavimento. So cosa sta per accadere. Sto per essere punita per le mie azioni goffe. Uno schiaffo sulla guancia, o una stretta del mio polso sarà tutto quello che dovrò sopportare, ma faranno male lo stesso. Appoggio la schiena contro il muro, nel tentativo di creare più spazio possibile fra me ed Harry. Mentre cerco di allontanarmi da lui, il mio palmo si poggia su un pezzo di vetro, l'oggetto appuntito mi perfora la pelle, e il sangue inizia a sporcare il pavimento. Sibilo per il dolore. Harry è difronte a me, le sue ginocchia a livello dei miei occhi; il mio respiro si fa più pesante quando lo vedo piegarsi per afferrarmi. Mi alza in piedi e non oso guardarlo. Chiudo gli occhi pronta a ricevere l'ondata di dolore. Sono sorpresa quando le sue braccia forti mi avvolgono gentilmente. Non realizzo di star tremando finché no sento il sussurro sottile di Harry. 

"Shh, va tutto bene". La sua mano mi accarezza la testa, lisciando i miei capelli fino infondo alla mia schiena, facendomi calmare. Il mio respiro è finalmente regolare, ed Harry crea dello spazio fra di noi, guardandomi preoccupato. Improvvisamente mi sento imbarazzata. Avrei dovuto sapere che Harry non mi avrebbe fatto del male. Lui non è lui. Mi mordo le labbra piena di ansia, ricambiando lo sguardo di Harry attraverso le mie lunghe ciglia nere. 

"Stai bene?" mi chiede, sembrando sinceramente scosso. Mi stringo la mano, lo sguardo di Harry cade  sul mio palmo sporco di sangue. Corre in fretta verso il bagno e ritorna qualche secondo dopo, con un panno umido. Mi guida a sedermi sul suo letto, mentre tampona la mia pelle, e toglie il sangue secco. Una volta finito, ci mette un piccolo cerotto, coprendo la ferita. Fisso il cerotto: piccole immagini di Topolino ne ricoprono la superficie. Alzo lo sguardo su Harry, aspettando una spiegazione, e non riuscendo a nascondere un piccolo sorriso. 

"E' l'unico che avevano al supermercato" borbotta timidamente, ed io non riesco a fermare le risatine che fanno eco in tutta la stanza. La mia risata è apparentemente contagiosa, visto che le labbra di Harry si trasformano in un sorriso e si unisce a me con il bellissimo suono della sua risata. Quando smettiamo di ridere, Harry mi guarda profondamente negli occhi, e sorride ancora una volta. 

"Mi piace la tua risata" dice, ed io sento le guance andarmi a fuoco. Mi mordo il labbro inferiore fra i denti, mentre rompo il nostro contatto visivo. Dopo pochi momenti di silenzio, Harry parla. 

"Gli piacevo davvero a Naomi l'anno scorso". I miei occhi tornano su di lui immediatamente. Questa volta il suo sguardo è concentrato sul pavimento mentre continua a parlare. "Sapevo di piacergli tanto, e io.. " sospira, scuotendo la testa incredulo. "Ho deciso di prenderne vantaggio". Gli do uno sguardo rapido, aspettando che elabori il resto. Pochi momenti di silenzio passano prima che lui parli di nuovo. "L'ho portata in un hotel poco fuori dal paese, e le ho tolto la verginità. Poi, quando stavamo ritornando al campus, non so perché, ma io.. io l'ho fatta scendere dalla macchina. Eravamo su un' autostrada e ho fermato la macchina e le ho detto di scendere. Lei ha pensato che stessi scherzando, ma non era così. L'ho letteralmente trascinata fuori dalla macchina, e l'ho lasciata singhiozzante sul ciglio della strada". Ovviamente Naomi non è mai stata la persona più carina che ho incontrato, ma il mio cuore si strappa al pensiero di lei che piange per strada, le macchine che la sorpassano. Sola, e spaventata, sicuramente non aveva nessuna idea di cosa fare. Vorrei tornare subito nella nostra stanza e abbracciarla forte. Torno a guardare Harry, i suoi occhi ancora concentrati sul pavimento, non osano guardare i miei. 

"Perché l'hai fatto?" chiedo finalmente. Lui fa spallucce. 

"Stavo cercando di mostrarle che non avevo nessun sentimento per lei, che avevo solo.. "

"Approfittato di lei" continuo al posto suo, e lui annuisce. 

"Approfittato di lei" ripete. "Ma so che qualcosa dentro di lei è scattato quel giorno, l'ultima volta che l'ho vista a scuola era più meschina, più dura". Sospira ancora una volta. "E so che è colpa mia" dice, a malapena udibile. Voglio consolarlo, la vista di lui sopraffatto dal dolore mi rattrista, ma non voglio che pensi che stia giustificando le sue azioni. I minuti passano senza che nessuno di noi due dica una parola, e un lungo silenzio ci mette a disagio. 

"Grazie per avermelo detto" gli dico, e ci credo davvero. Ho capito che Harry non è una persona che si apre facilmente. Lui si gira a guardarmi, e i suoi occhi incontrano i miei da quando la sua storia è iniziata. Mi rivolge un piccolo sorriso, e un accenno della testa. Un altro silenzio riempie lo spazio fra di noi e mi accorgo che forse è il momento di andarmene, ma quando stopper alzarmi dal letto Harry mi chiama. 

"Bella?". Mi giro a guardarlo. 

"Sì?" 

"Ti ha spaventato davvero?" mi rimanda con gli occhi pieni di preoccupazione. Penso per un momento, realizzando che non mi sono sentita veramente spaventata da quando sto con lui, anzi al contrario. Mi sento a mio agio con lui, è tutto così confortevole tra di noi. Scuoto la testa. 

"No" dico "Sotto la tua apparenza spaventosa, si nasconde un grande tenerone" lo stuzzico con un sorriso. I lineamenti di Harry si contorcono in un sorriso ancora più grande. 

"Io non lo sono!" ride ed io mi unisco a lui. 

"Sì lo sei!" 

"Rimangiatelo!" dice di nuovo. Lo guardo intensamente negli occhi e gli rivolgo un piccolo ghigno. 

"Provaci". Harry si tuffa su di me, le sue dita solleticano le mie costole, su e giù. Risatine selvaggi escono dalla mia bocca, e mi contorco sotto il suo tocco. Uno schiamazzo da bambino esce dalle sue labbra mentre continua a solleticarmi. Le nostre risate riempiono la stanza. Questo suono bellissimo riempie le mie orecchie e ansimo per un respiro. 

"O-Okay!" dico con il fiatone "Okay! Non sei un tenerone!" quasi urlo. Harry si butta al mio fianco, entrambi cerchiamo di regolarizzare i nostri respiri. Si gira su un fianco, e un piccolo sorriso gli riempie la faccia. Lo guardo attraverso le mi ciglia lunghe, ripetendo la sua azione. Le mani di Harry mi accarezzano il viso, togliendomi una ciocca di capelli, e per una volta, pensieri pericolosi non si impossessano della mia mente. il bisogno di nascondermi dal mondo, e dalla sua cattiveria, non è presente. Mi sento felice. Tutto è apposto. 

Break me // h.s. [Italian translation] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora