S.O.S GIORNATA SCOLASTICA.

4.1K 149 15
                                    

La fottuta e stridula voce di mia madre mi arriva chiara e forte alle orecchie strappandomi dal mio sogno in cui stavo per baciare Ian Somehalder.

''Maia alzati. Farai tardi a scuola'' mi grida da fuori bussando insistentemente alla porta.

Impreco mentalmente nascondendomi sotto il piumone che mi tiene riparata dal freddo.

Odio l'inverno e soprattutto odio mia madre che mi ha svegliato proprio nel momento in cui le labbra sexy di Ian sfioravano le mie.

''Lasciami dormire donna di poca fede'' le grido di rimando.

Sento i tacchi di mia madre picchiettare sul pavimento e mi preparo alla mattutina e quotidiana sfuriata di mia madre che mi grida contro di alzarmi.

La porta si apre di scatto sbattendo contro il muro mentre io mi ranicchio su me stessa sperando mentalmente di sparire.

Un brivido di freddo mi percorre la schiena segno che quella disgraziata di mia madre mi ha strappato le coperte da dosso. Stranamente nella stanza regna il silenzio e io sospettosa apro gli occhi mentre mia madre apre le tende facendo finire la luce che entra dalla finestra sui miei poveri occhi mori.

Mi alzo di scatto e mi riparo dietro la poltrona in cerca di ombra. Sembro proprio un vampiro che è stato appena colpito dal sole. Manca solo che la mia pelle cominci a fumare e a diventare rossa fino a quando non mi faccia morire brustolita.

Arriccio le labbra sbuffando. ''Mamma vattene via.... E poi....cazzo chiudi quelle fottute tende di merda''

La mia finità è pari a quella di uno scaricatore di porto, se non peggio.

''Maia Mitchell non ti permetto di parlare in quel modo fin quando vivrai sotto questo tetto. E ora preparati.'' esclama andando verso la mia cabina armadio.

Salto fuori dal mio nascondiglio sbarrandole la strada. ''Non ci provare mamma. Nessuno deve toccare i miei vestiti, cappelli, sciarpe e soprattutto le scarpe.''

''Lo so Maia. La tua cabina armadio è un territorio sacro e nessuno lo deve profanare oltre a te. Ora finisci di giocare e preparati.'' dice avvicinandosi alla porta del bagno.

''Dove stai andando?'' le chiedo seguendola con lo sguardo.

Sbuffa. ''Devo fare una cosa. Tu vestiti, non hai tempo per farti una doccia.''

Mi avvicino alla cabina armadio lentamente guardandola come se fosse una dea scesa in terra per conservare i miei vestiti. Infatti è così.

Entro e chiudo l'anta dietro alle mie spalle. Accendo la luce e mi guardo intorno meravigliata.

Ogni volta che entro qui dentro mi ci perdo. Mi asciugo una lacrima immaginaria e agguanto un jeans nero stretto con un maglione rosso fuoco. Prendo i miei stivaletti neri e felpati dentro. Esco e mi dirigo in bagno. Entro e vedo mia madre alle prese con le pulizie.

''Cosa fai?'' le chiedo vedendola inginocchiata sotto il lavandino.

Sussulta e per poco non sbatte la testa contro il marmo. Si rialza e si sistema i capelli sfuggiti dalla coda, che per me, è stata fatta da un bambino di cinque anni.

''Non esce l'acqua dal rubinetto'' risponde aprendo l'acqua che chiaramente non esce. ''Dovrò chiamare tuo pad..''

La interrompo preoccupata. ''Non farlo fare da papà. È capace di smontare mezzo bagno solo per vedere il guasto. Chiama un idraulico per favore''

Annuisce consapevole del guaio che combinerebbe papà. ''Dobbiamo solo tenerglielo nascosto'' dichiara mentre esce dal bagno.

Prendo i trucchi e comincio a contornare i miei occhi marroni. Mi passo il mascara per ben tre volte e poi aggiungo il rossetto rosa pallido sulle mie labbra. Metto il fard sperando che copra la mia pelle cadaverica.

Mi Sono Innamorata Del Mio Migliore Amico || Austin Mahone ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora