Capitolo 7

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Una volta scelti gli abiti mi stendo sul mio letto scomodissimo e accendo la tv. Ottimo un nuovo episodio dei Simpson, credo che non abbiano età anche se avessi quarant'anni li continuerei a vedere.
Senza accorgermene sto sognando.
"Clary, Clary, svegliati dai.. I nostri vicini sono di sotto che ci aspettano" sento uno dei miei bracci essere strattonato.
"Quali vicini? Dai.." non mi importa di nulla, quando dormo non voglio essere disturbata, potesse cadere il mondo voglio solo dormire.
"Alzati subito, o li faccio venire a mangiare in camera tua" dice mio padre in modo serio.
Quando apro gli occhi mi rendo conto di essermene totalmente dimenticata.
"Oddio, scendo subito" dico a mio padre che sta uscendo.
Cerco di sistemarmi il più in fretta possibile, credo che il mio jeans strappato nero e la felpa degli All Time Low possano andare bene. Aggiusto i capelli arricciandoli velocemente con le dite, volevo lavarli ma la mia pigrizia non me l'ha permesso.. Come sempre.
Scendo frettolosamente le scale, noto subito una signora dai capelli biondi e dei grandi occhi neri.
"Buonasera" dice gentilmente. Accanto a lei c'è un ragazzo, non riesco bene a inquadrarlo essendo girato di spalle a parlare con mio padre.
"Buonasera" dico imbarazzata.
Al suono della mia voce il ragazzo si gira di scatto, rivelando un ciuffo nero e dei grandi occhi dello stesso colore, non molto differenti da quelli della mamma. Fa un largo sorriso e riesco a vedere la sua dentatura perfetta.
Si avvicina a me e mi porge la mano "Buonasera, piacere io mi chiamo Lorenzo" dice senza staccarmi gli occhi di dosso.
Sento che le mie guance stanno diventando rosse perché sento bruciare la mia pelle.
"Piacere mio, Clary" dico stringendogli la mano il più carinamente possibile.
"Io sono Giovanna" dice affiancando il figlio, sono davvero molto simili, anche nel modo di sorridere.
"Bene, ci vogliamo sedere?"
"Oh certo, ho una fame" dice Giovanna sedendosi.
Lorenzo invece non riesce a staccarmi gli occhi di dosso, probabilmente è imbarazzato almeno quanto me.
Ci sediamo e il mio posto è proprio accanto al suo. "Da quanto tempo siete qui?" Esordisce tagliando la sua porzione di carne e spostandosi il ciuffo all'indietro, non capisco come faccia a vedere è davvero lunghissimo.
"Siamo arrivati giusto ieri" risponde mio padre.
Tengo gli occhi sul cibo senza parlare, ma ecco che il ragazzo alla mia destra comincia a parlarmi.. "Che scuola frequenti?" "Ohw, beh, sono al quarto anno di un liceo scientifico" mi guarda "Ohw, scientifico.. Beh abbastanza complicato, anche se io ho scelto il classico, non è male come tutti dicono" Okay, so che sta cercando di fare conversazione ma non mi importa nulla del liceo classico. "Progetti per il futuro?" Chiede ancora.. "Non so ancora, forse cercherò di laurearmi in Ingegneria Aerospaziale" in realtà non ci ho pensato ancora bene, ho ancora due anni di tempo.
"Impressionante" commenta sua madre.
Dopo poco la conversazione si sposta sul calcio, non che non mi piaccia anzi, ma credo che se intervenissi farei la figura del maschiaccio e non mi sembra il caso. Ogni tanto incrocio lo sguardo di Lorenzo, ha davvero degli occhi fantastici e usa un linguaggio molto ricco anche se ha un leggero accento romano, se non fossi così concentrata sulle sue parole probabilmente non me ne sarei nemmeno accorta.
Dopo cena Giovanna si offre di aiutare di sparecchiare ma ovviamente non gliel'ho permesso.
"Sono davvero molto stanca, grazie di tutto sono stata davvero benissimo. Lore se ti va resta"
"Arrivederci signora è stato un piacere" le sorrido. Mio padre la accompagna all'uscita lasciando me e il ragazzo carino soli in salotto.
Gli sto per chiedere se vuole rimanere ma lui mi precede "Ti va di andare a fare un giro?" Chiede dolcemente è davvero educato. "Va bene" prendo il giubbotto e lo infilo velocemente, mio padre mi fa cenno di andare ma di tornare presto. Ormai ci capiamo solo guardandoci negli occhi.
Chiudo la porta dietro le mie spalle e l'aria fresca mi pervade le narici, cominciamo a camminare. Per i primi dieci minuti incombe un silenzio imbarazzante, per lo più ci sorridiamo a vicenda.
"Allora ti trovi bene a scuola nuova?" Rompe finalmente il silenzio.
"Si, va abbastanza bene per essere il primo giorno" mento.
"Per tutta la serata sei stata imbarazzata ma non ne vedo il motivo, sto cercando di metterti a tuo agio" Era così evidente, non mi aspettavo che si capisse così tanto, non mi aspettavo che me lo dicesse così schiettamente in realtà. Non so che rispondere a questo punto.
"Scusami, sei davvero simpatico" pessima scelta di parole.
"Hahahaha grazie, magari una volta ti porto a visitare la città" dice.
"Si sarebbe fantastico. È piccola ma so che è ricca di storia"
"Confermo, sono qui da dieci anni ma credo di poter fare da guida"  
"Ahaha bene" di nuovo silenzio..
"Credo che ora sia meglio rientrare comincia a far freddo" dice, ottima scusa so convinta che si sta annoiando.
"Va bene, è stato un piacere.. Magari ci possiamo vedere più spesso"
"Beh penso sia d'obbligo essendo vicini di casa" ride.
"Ahaha si giusto, ciao" lo saluto.
Rientro in casa e poi lo vedo dalla finestra entrare.
Salgo dritta in camera, faccio una veloce doccia e mi infilo il mio caldo pigiama.
Non era male quel ragazzo, devo solo imparare a conoscerlo meglio.

Piccoli Per Sempre||Alessio BernabeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora