Capitolo 6

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Torno a casa, fortunatamente mio padre non è in casa, se mi avesse vista così avrebbe cominciato a farmi cento domande e io non ho voglia di parlare di nulla.
Mi precipito in camera, e scoppio in un forte pianto. Non per gli insulti, a quelli ci sono abituata, le persone continuavano a prendermi in giro per la mia piccola statura. Ma per quanto io sia stata stupida, ho creduto sul serio che quel ragazzo, di cui non so nemmeno il nome, potesse essere carino e dolce e che magari potesse provare interesse per me.
Mi sono solo illusa.
Solo ora mi rendo conto, che quel ragazzo strano dell'autobus era nella mia classe, ora che ci penso era nell'ultimo banco a sinistra. Forse non ho notato perché era uno dei pochi che si faceva i fatti suoi e non rideva.
Sento le chiavi di casa inserirsi nella serratura "Clary sei a casa?" Urla mio padre da sotto. 
"Si" urlo in risposta, la voce un po spezzata dal pianto. Mi affretto a ripulirmi il viso dal trucco sciolto e scendo giù da mio padre.
"Ciao piccolina" mi stampa un bacio sulla guancia "Com'è andato il primo giorno?" Mi chiede speranzoso, sapeva dei miei problemi a Napoli e penso che dirgli che anche qui non va molto bene gli possa solo far del male. "Benissimo" mento facendo un sorriso finto.
"Sul serio? Beh è fantastico" mi stringe ancora, è così felice.
"Ho incontrato la nostra vicina di casa mentre venivo qui..." Dice una volta staccatosi dall'abbraccio. "Ha un figlio della tua età" continua.
"Oh, magari possiamo conoscerli meglio" propongo. A meno che questo figlio non sia più stronzo dei ragazzi della mia classe, cosa di cui dubito.
"Si, a quanto ho capito ha perso il marito..." Si è già intrufolato nella vita di questa donna.. Dio. "Magari li invitiamo a cena qui stasera" dice sorridendo. "Vabene" dico sorridendo. Salgo in camera e comincio a scegliere gli abiti per la cena almeno con questo ragazzo voglio far amicizia.

Piccoli Per Sempre||Alessio BernabeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora