capitolo 10

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Quante, quante volte avrò ingerito quelle maledette pillole? Non le sopportavo più, erano disgustose e soprattutto mi facevano stare male: ma erano per il mio bene. E se volevo stare in forma le dovevo prendere punto e basta.
Erano pillole rosse, piccole e maligne che erano il risultato di un esperimento di papà. Lui doveva sempre creare invenzioni nuove e io dovevo provarle ogni singola volta.
Di fatti, la sua ultima invenzione, ovvero queste pillole, avevano un solo effetto collaterale: ti facevano diventare i capelli rossi e ti arrabbiavi con poco.
Insomma una vera merda.

Finii di pulire un tavolino al di fuori del bar in cui lavoravo finché non vidi più niente. Qualcuno mi mise le mani sugli occhi e riconobbi subito di chi erano.
Io:- buongiorno anche a te -.
Mi voltai abbracciando Jeff che mi strinse in un caldo abbraccio, con lui non riuscivo ad arrabbiarmi.
Jeff:- ho voglia di un bel caffè... me lo faresti? -.
Io:- ma certo intanto entra -.
Il ragazzo, anzi il mio ragazzo entrò nel bar attirando subito l'attenzione di vale che gli chiese se volesse ordinare qualcosa.
Entrai poco dopo dicendo a Vale che ci avrei pensato io a servire Jeff che era ricoperto da strati di vestiti come i vecchietti.
La cosa migliore di quei giorni era che nessun segno di pazzia si era impossessato del mio corpo.
Ne sei sicura?
Quella voce... Rimasi un istante ferma: sicuramente era stata la mia mente a giocarmi brutti scherzi. Mi calmai respirando profondamente: era impossibile che Paura o il demone ritornassero.
Il liquido nero dalle sfumature di marrone scuro scivolò lentamente nella tazzina.
Haha credi veramente di avermi sconfitto!?
Un'altra volta... mi accovacciai a terra tenendomi la testa con le mani premute fortemente sulle tempie.
Sentivo il cervello pulsarmi dentro la testa e dei tic mi percorrevano le braccia e l'intero corpo.... non volevo stare male proprio in quel momento... stavo vivendo dei giorni così belli, anche se imbottita di antibiotici.
Mi accasciai a terra scivolando con il fianco lungo quello che erano degli scompartimenti dove tenevamo piatti in ceramica.
Il battito cardiaco aumentò così come la respirazione, basta non potevo più sopportare il dolore che stavo provando..
Mi strinsi il petto mentre atroci fitte mi percorrevano l'intero torso facendomi inarcare la schiena all'infuori.
Hai paura Ana?
La vista si fece più sfocata e quando riaprii le palpebre vedevo leggermente rosso e sentivo delle vocine farsi sempre più intense, provenivano dall'interno del locale.
Mi aggrappai al bancone per tirarmi su e quando vidi i clienti dentro il bar rimasi colpita: erano semplici figure nere dove spiccavano inquietanti sorrisi e occhi da psicopatici.
Io:- no... no... NO!!!-.
X:- ma guardatela poverina che sfigata... insomma non sa neanche cavarsela da sola-.
X:- ho sentito dire in giro che è stata abbandonata da suo padre-.
Indietreggiai fino a toccare la macchinetta del caffè facendo rovesciare a terra la tazzina scottandomi parte del polpaccio scoperto.
Urlai scivolando con la testa verso il pavimento, mi strinsi le gambe al petto ed incominciai a dondolare su me stessa ripetendomi che andava tutto bene, anche se non era così.
Qualcosa mi toccò ma la scansai subito con una forte manata, nessuno mi doveva toccare!
Alzai lo sguardo e vidi che sul balcone vi era poggiato un coltello mi alzai e lo presi andando verso la prima figura che vidi.
Un uomo... non mi importava quelle figure erano lì per farmi del male ed io stavo soffrendo già troppo.
Accoltellai l'uomo al petto dove da esso uscì del fluido rosso che identificai come sangue... ahhh il sangue.
Leccai la lama assaporando il liquido che lentamente stava colando sul manico.
Qualcuno mi afferrò da dietro bloccandomi le braccia, non avevano ancora capito che NESSUNO mi doveva toccare?
Strinsi il manico del coltello e con tutta la forza che avevo mi girai per ferire l'uomo. Lo colpii in un occhio.
Di nuovo il sangue imbrattò le mie mani e una sensazione di pace mo avvolse.
Io:- hahaha... HAHAHAHAHAHA-.
Mi presi la testa tra le mani, volevo ancora provare quella sensazione così piacevole... volevo ancora uccidere!
X:- Ana!!-.

Quella voce... La testa incominciò a farmi male e le gambe a tremare. Mi acasciai a terra stringendomi ancora più forte la testa.. avevo come la sensazione di stare andando a fuoco.
Ogni singola fibra del mio corpo era attraversata da scosse dolore che mi provocavano tanti piccoli tic nervosi.
Hahaha soffri maledetta!!
La vista ritornò normale e davanti a me si presentò una scena orribile: il mio capo era disteso a terra morto.. mentre un cliente era accovacciato per terra che si teneva un occhio mentre tutti gli altri lo stavano tranquillizzando.
Jeff era davanti a me: non aveva più il suo travestimento e i suoi occhi color ghiaccio mi stavano fissando stupiti.
Le lacrime cominciarono a scendere lungo le mie guance.. cosa avevo fatto?? Perché?
Urlai disperata, avevo ucciso delle persone innocenti e questa cosa non me la sarei mai perdonata.
Io:- nononono.... NO!! -.
Mi portai le mani sul viso scoppiando in un pianto isterico, mi sentivo così in colpa...
Jeff:- dobbiamo andare Ana e alla svelta -.
Io:- Jeff.. io ho ucciso persone innocenti.... uccidimi -.
Jeff mi prese a mo di sposa e guardò tutti i presenti che pregavano in Dio, un Dio che per adesso non esisteva.
Poggiai la testa contro il petto di Jeff mentre il pianto isterico mi trascinava in una lenta stanchezza che mi fece chiudere gli occhi un momento, finché non sentii una voce chiamarmi.
Vale:- Anastasia... che sta succedendo -.
Jeff:- tu devi essere Vale... beh ti spiegheremo tutto un'altra volta-.
Io:- mi... spiace Vale... Mi spiace -.
Detto questo Jeff uscì dal bar con le sirene della polizia in lontananza.
Perché doveva succesere tutto questo?
Mi strinsi di più al petto di Jeff, solo lui riusciva a calmarmi, solo lui conosceva le cose che mi davano fastidio e non.
Dovevo ritenermi fortunata ad avere un ragazzo come lui, ma ora come ora per sistemare la situazione non bastava solo l'amore, dovevo anche farmi forza.
Ma il rimorso delle persone che avevo ucciso mi stava lentamente distruggendo l'anima.

My Sweet Killer 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora