Cap 15

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Jeff's pove

Gli occhi del ragazzo si fecero via a via più vitrei, fino a privarsi della vita. Ghignai guardandolo, da giorni lo stavo osservando, e da molto sapevo che era solo un maniaco sessuale. Patetico, veramente.
Leccai la lama del coltello lentamente finché non sentii una timida voce chiamarmi.
Ana:- Jeff...? -.
Mi voltai lentamente guardandola negli occhi, cercai di sorridere ma quello che ne venne fuori fu probabilmente un sorriso maniacale. Abbassai il volto e la presi per il braccio saldamente trascinandola via. Ci avrebbero scoperti se fossimo restati ancora lì per molto.
Ana:- lasciami -.
Io:- zitta -.
Sentii i muscoli di Anastasia irrigidirsi leggermente e strinsi di più la presa notando quanto fosse esile e magra. Anche se erano passati mesi, non era cambiata di una virgola. Testarda com'era...
Io:- dovresti mangiare di più..
Ana:- non sono affari tuoi se mangio o meno -.
Mi voltai arrivandole a pochi centimetri dal suo volto. Gli occhi erano freddi e seri, un'espressione che negli ultimi tempi aveva indossato parecchie volte, ma che non le si addiceva.
Io:- fa come credi -. Dissi semplicemente continuando a camminare spedito verso la foresta. Non mi voltai più, guardavo sempre e solamente avanti. Non volevo più vedere quegli occhi freddi e glaciali, ne avevo paura. Si esattamente, ne avevo una paura fottuta, che mi faceva contorcere le budella, che mi faceva venire i brividi. Strinsi la presa sul suo polso, per paura di perderla. Lei mugugnò qualcosa, ma non vi diedi molto peso e continuai a camminare.

Arrivammo davanti ad una casa abbandonata e il sole stava lentamente sorgendo. Ammetto che mi ero perso qualche volta, ma la presenza di Ana mi confondeva molto. Mi limitai a portarla dentro e a chiudere la porta. La guardai, tremava dal freddo e quale rasa le aveva strappato i pantaloni. Non dissi nulla e salii le scale.
Ana:- ed ora?
Io:- fa quello che vuoi.-.
A quelle parole si girò ed aprì la porta, le tremavano le mani. Si voltò richiudendo la porta e mi guardò attentamente.
Ana:- perché non mi uccidi? -.
Io:- ho i miei buoni motivi-.

I suoi occhi si illuminarono come se si fosse appena ricordata qualcosa mi raggiunse sulle scale e sorrise leggermente.
Ana:- ok, ma se mi tocchi non esiterò due volte a castrarti ok?-.
Alzai le mani in segno di resa.
Io:- okok-.
Ana:- bravo-.

Anastasia's pove

Anche se non era notte, in quella casa non entrava nessun filo di luce. Ero sdraiata su un vecchio materasso, probabilmente dimora di Jeff, quando tornava dai suoi omicidi...
Ero pazza, semplicemente pazza. Perché ero restata con lui? Pur sapendo che era un serial killer? E per giunta, uno dei più famosi? Scossi il capo un paio di volte per riprendermi e guardai la porta. Poche ore prima, avevo avuto un ricordo in cui Jeff mi abbracciava. E sentivo, che provavo davvero qualcosa di forte per lui. Ma non mi ricordo di averlo incontrato prima. Forse, er soltanto un'illusione, si poteva essere l'unica spiegazione. Questo voleva dire, che mi ero fidata su un ricordo falso... e mi ero fermata in quel posto...
Sudai freddo in quel momento è mi strinsi di più a me guardando bene la stanza. Mi concentrai su un muro in cui vi era una scritta " sono bello? ". L'immagine di me e Jeff abbracciati mi invase la mente per un istante. Scossi il capo per riprendermi e proprio in quel momento entrò nella stanza Jeff completamente sporco di sangue. Mi sorrise.
Jeff:- se ti serve qualcosa basta chiedere haha -.
Detto questo uscì dalla stanza strascinandosi le gambe. Lo guardai uscire leggermente spaventata. Nei sui occhi si poteva leggere la follia. Follia di un serial killer appena andato a caccia, come un leone.
Un leone pericoloso e nero, che si trascina dietro di sé un velo di morte. Mi strinsi leggermente di più a me stessa.

Arrivò la notte lentamente e non lasciai mai quel piccolo rifugio. Dormivo tranquilla quando sentii un forte mal di testa e delle voci. Mi svegliai e vidi che fuori dalla casa vi era Jeff ed un uomo alto senza viso che si stavano parlando.
Indietreggiai lentamente vedendo quell'uomo. Mi faceva male la testa e dovetti portarmi una mano alle tempie per placare, come potevo quel dolore.
Mille immagini mi passarono dalla mente; da quando ero piccolina che giocavo con una donna, a me da grande che ero stesa sul letto e Jeff mi baciava dolcemente il collo.
Me lo toccai sentendo mille brividi invadermi il corpo, sentivo gli occhi lucidi ed i miei pensieri erano offuscati. Strinsi i denti e mi guardai intorno, sapevo che se fossi stata li ancora a lungo quei ricordi falsi mi sarebbero ritornati. Ma non riuscii a camminare le gambe cedettero sotto il mio peso e mi rannicchiai sul materasso. Mi portai le gambe al petto mentre i ricordi mi tornavano lentamente a galla. Mi ricordai tutto ogni minimo dettaglio.
Mi portai una mano alla bocca mentre le lacrime iniziarono a rigarmi il viso copiose. Proprio in quel momento entrò Jeff nella stanza ancora sporco seguito da... Slenderman.
Mi guardarono. Io guardai loro. Restammo così per un tempo indefinito, forse minuti o pochi secondi.
Mi alzai asciugandomi le lacrime. Andai verso di loro che restarono sulla difensiva. Volevo solo fare una cosa, una cosa che non avevo fatto da tempo.
Mi avvicinai a Jeff. Lui mi guardò interrogativo e nei suoi occhi brillò una luce strana, mista a follia e speranza. Gli accarezzai una guancia dolcemente percorrendo ogni suo minimo dettaglio con la mano. Mi ricordavo tutto... quella vita che avevo vissuto insieme a Vale, era solo una menzogna.
Io:- non sei cambiato di una virgola a quanto vedo.. -.
Lui guardò prima me e poi Slender confuso. Sorrisi.
Io:- mi ricordo tutto Jeff! Di te di papà di quello che è successo... che ti sei preso la mia pazzia e....- abbassai il volto - mi spiace -.
Jeff e Slender si guardarono leggermente sorpresi. I loro visi si incupirono e mi guardarono. Gli occhi di Jeff erano freddi e senza emozioni. Gli occhi del killer che avevo incontrato la prima volta, e in quel momento ebbi davvero paura di morire.

My Sweet Killer 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora