Cap 14

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Era passata una settimana da quando avevo incontrato per sbaglio quel pazzo assassino. Ed era proprio da una settimana che non commetteva più omicidi, grazie al cielo.
Mi portai una mano sugli occhi e poi mi alzai dal letto aprendo le imposte della finestra di camera nostra. Chiariamoci di me e mia sorella.
Mark ed io stavamo insieme da pochi giorni ed era veramente bella come relazione.. lui era fantastico, anche se a volte mi sembrava un po' perso nel nulla.
Poggiai il capo sulla mano destra e incominciai ad osservare il paesaggio cittadino che potevo vedere dalla finestra.
Era rilassante osservare il tramonto in lontananza, era rilassante e infondeva nel corpo un dolce calore.

Vale entrò nella stanza con in mano un vestito nero e dei trucchi. Mi guardò teneramente e si avvicinò a me poggiandomi una mano sulla spalla.
Vale:- dai bella innamorata vestiti che altrimenti facciamo tardi all'appuntamento! -.
Era vero! Quella sera Mark ed un suo amico ci avevano invitate ad andare in discoteca... anche se a me non piacevano.
Sospirai leggermente e mi diressi in bagno aprendo il getto della doccia.
Mi ci infilai sotto e mi cullai nel dolce tepore della doccia. Chiusi gli occhi e quasi non sentii la sensazione che due braccia forti mi stessero prendendo la vita dolcemente. Mi voltai e vidi un volto di un uomo dai capelli neri, i suoi occhi erano offuscati da un velo di vapore, ma potevo intravedere un largo sorriso.
Chiusi di nuovo gli occhi, per poi riaprirli e vedere che era tutta un'illusione. Mi strinsi la vita e mi rannicchiai mentre l'acqua continuava a sgorgare lenta su tutto il corpo.
Era stata una sensazione così piacevole... così normale... così quotidiana. Subito mi venne in mente Jeff The Killer, ma che andavo a pensare?
Scacciai via quei pensieri e continuai la doccia.

Finii di truccarmi ed uscii dal bagno. Vale mi lanciò dei vestiti che indossai subito.
Dei jeans neri abbinati ad una maglietta larga gialla.
Vale:- io in tanto vado ad accendere la macchina -.
Le sorrisi e mi misi le scarpe nere con tacco, non mi piacevano molto... ma si abbinavano bene con i miei vestiti.
Mi misi la giacca e scesi dalla scale, ma appena uscii dall'appartamento mi sentii osservata e più volte mi voltai senza vedere nulla.
Scesi le scale di corsa raggiungendo la macchina di Vale, salii sul veicolo con il fiatone. Odiavo correre.
Vale:- Oi tutto bene? -.
Mi portai una mano alla fronte.
Io:- mi sentivo... osservata... tutto qui -.
Il volto di Vale si rabbuiò guardandomi seriamente. I suoi occhi lasciavano passare mille emozioni e tanti dubbi.
Io:- sarà stata solo la mia immaginazione... dai andiamo! -.
Lei annuì e partimmo verso la discoteca senza dire una parola.

Ci fermammo poco lontano dal locale e con passo svelto lo raggiungemmo, per paura che spuntasse Jeff The Killer.
Mark e il suo amico ci stavano aspettando mentre ridevano e fumavano una sigaretta.
Mi avvicinai a Mark abbracciandolo sorprendolo leggermente.
Mark:- hey piccola -. Anche se quelle parole erano estremamente dolci mi suonavano fredde.
Mi diede un bacio sulla fronte e gli lanciai un sorriso smagliante.
Mark:- hey Vale! Vi presento il mio amico Dylan. Dylan loro sono Anastasia la mia ragazza e Vale la scema -. Disse mentre scoppiava a ridere e Vale gli tirava dei pugni sul braccio.
Vale:- BRUTTO IDIOTA -.
Mi scappò una risata e Vale mise il finto broncio. A volte sapeva essere una vera bambina!
Dylan sussurò qualcosa all'orecchio di Mark che annuì leggermente.
Dylan:- allora vogliamo entrare?-.
Disse sorridendoci dolcemente. Annuì e presi la mano di Mark.

Eri sfinita. Mi andai a sedere su una sedia intorno al bancone e poggiai la fronte su di essa.
Io:- un bicchiere d'acqua per favore ...-. Odiavo bere e odiavo il caos, ma adoravo passare del tempo con i miei amici.
Il barista mi passò il bicchiere e lo bevve tutto d'un fiato.
Andava molto meglio.
Sentii la mano di Mark accarezzarmi una spalla dolcemente. Mi voltai e lo vidi che mi stava sorridendo.
Indicò l'uscita e capii. Lo seguii con la voglia di uscire da quel posto infernale.
Poggiai la schiena sul muro della discoteca leggermente affannata.
Mark si accese un'altra sigaretta ed incominciò a guardare la luna che faceva da custode alla città, illuminandola con la sua luce fredda ma accogliente.
Io:- cavolo che casino -.
Mark:- non resisto più... -.
Mi voltai verso di lui e vidi che i suoi occhi risplendevano di una luce che non avevo mai visto prima: la follia.
Mark:- pensavo che questa volta poteva funzionare ma... mi sbagliavo. Odio trattenermi -.
Detto questo buttò via la sigaretta e mi bloccò al muro stringendomi i polsi. Emisi un gemito di dolore e guardai con paura Mark che mi stava baciando il collo avidamente. Che stava succedendo? Perché Mark si stava comportando in quel modo?
Io:- smettila mi stai facendo male.. -.
Continuò.
Io:- basta... -.
Mi mise una mano sotto la maglia accarezzandomi avidamente i fianchi e la pancia.
Io:- basta!! -.
Lui mi guardò ghignando, i suoi occhi erano ignettati di follia. Pura follia. Faceva meno paura Jeff.
Mark:- adoro vedere le mie vittime implorarmi di fermarmi -.
Io:- non mi frega di quello che fai... ma non mi devi toccare!! -.
Dissi mentre la rabbia mi ribolliva nelle vene.
Mark:- tsk... non ti ho fatto niente fino ad ora perché tu mi piaci veramente -. Sentivo il suo respiro caldo sul collo, era fastidioso.
Poi una figura si avvicinò a noi, la guardai implorante e lui capì.
X:- sentito che ha detto Ana? La devi lasciare. Lei è mia -.
Mark:- pff ora chi è? Jeff The Killer? Haha -.
X:- esattamente. GO TO SLEEP!! -.
Disse pugnalandogli il fianco, Mark cadde a terra tenendosi la parte offesa e boccheggiava per prendere grandi respiri d'aria.
Jeff:- odio gli stupratori come te, sai? -. Disse pestandogli la mano.
Jeff:- soprattutto odio chi tocca la MIA Ana -. Calcò la parola mia e mi venne in mente quel momento nella doccia in cui avevo avuto quella visione.
Guardai freddamente Mark che cercava di scusarsi in tutti i modi, ma ormai avevo perso la sua fiducia.

My Sweet Killer 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora