Centuries 3

Capitolo 196

Non so se le sensazioni che sto provando mi sono nuove o meno. Mi sento come se il mio corpo si stesse preparando alla sensazione del nulla, della nostalgia.. Come farò a lasciare qui Ruth? Come farò a non ricevere il buongiorno di Tania tutte le mattine? Dio.. solo ora mi rendo conto di quale sia veramente la parte difficile del lavoro che fa Harry: come puoi pensare di costruirti una vita stabile se non hai il tempo di stabilizzare nulla? Non importa quanti soldi tu abbia, quanti amici e quante case.. se non hai il tempo di soffermarti per goderti tutte queste cose, allora dov'è il senso del possederle?!

Mi sento come se qui a Los Angeles stessi lasciando delle cose in sospeso.. ma mi conforta il fatto di sapere che in fin dei conti l'unico posto in cui hai delle cose in sospeso è casa tua, e sono più che felice che questa sia divenuta tale. Non vorrei lasciarla.. ma mi muove il pensiero di rivederla presto.

Harry è la principale cosa in sospeso che ho.. aver scherzato con lui stamattina non significa, almeno per me, che tutto quello che è accaduto non abbia più valore, solo che cercheremo di risolvere i nostri problemi in modo molto più civile, almeno questo è quel che spero.

"Hai preso tutto quanto, vero?" chiedo ad Harry mentre ferma la macchina davanti all'ingresso dell'aeroporto.

Si volta verso di me con un sorriso stampato sulle labbra rosee, gli occhiali da sole calati sugli occhi per poter proteggere gli stessi dai raggi caldi del sole.

"Ammettilo, ti mancherà tutto quello che stai lasciando." appoggia una mano sul mio ginocchio mentre aspetta che i signori davanti a noi abbiano finito di scaricare i bagagli, così che poi tocchi a noi.

"Non ho mai detto che non mi sarebbe mancato.. l'unica cosa che so per certo che non mi mancherà affatto è quello che è successo negli ultimi giorni." subito l'aria diventa più tesa all'interno dell'abitacolo, così all'improvviso che quasi sembra qualcuno abbia sganciato una bomba contenete imbarazzo in polvere.. e questa ci sta ricoprendo come soffice neve. "Non pensavi che aprissi di nuovo l'argomento non è così?" gli chiedo prendendo un gran respiro, appoggiando la testa sulla mano e guardando i signori che fanno scendere dal loro suv ben quattro bambini piccoli, tutti estremamente identici.

"Sapevo che avremmo dovuto riparlarne, solo.. solo non ero ben pronto ad ammetterlo."

"Beh, vorrei davvero che ognuno di noi si prendesse le sue responsabilità. Non so che cosa è successo ieri e sinceramente nemmeno mi interessa molto."

"Ieri sera abbiamo, più o meno, parlato di quello che è successo." mi rivela nonostante io gli avessi esplicitamente chiesto di non farlo.

"Beh, sarei molto felice se fossi disposto ad aprire di nuovo l'argomento con me, siccome ieri, purtroppo, ho molto parlato a vanvera, visto e considerato che non mi ricordo nulla." sospiro mentre Harry avanza con la macchina e subito dopo ci tocca scendere e prendere i nostri bagagli per poi dirigerci verso l'interno, cercando di evitare gli sguardi delle poche persone presenti.

"Hai detto che sei stufa di tutto." Irrompe poi la sua voce. "E lo capisco più di quanto tu creda."

Mi acciglio. "Ho detto questo."

"Si, questo è il riassunto del lungo monologo che hai fatto più che altro. Però hai ragione. Sostengo che se vogliamo mandare avanti una relazione che già è difficile di suo, dovremmo almeno cercare di evitare le piccolezze che ci fanno perdere il senno tutte le volte."

"Che ti fanno perdere il senno." Lo correggo quando appoggiamo i nostri borsoni da viaggio su due panchine aspettando che il nostro volo venga chiamato.

"E va bene.." Sospira sedendosi. "Che mi fanno perdere il senno. Mi dispiace se ti ho urlato contro nel modo in cui ho fatto. Non ne vado fiero, ma, quello che volevo in quel momento era proprio ferirti, perché mi sentivo ferito a mia volta e non hai idea di quanto mi ritenga idiota per aver fatto quello che ho fatto." Mi siedo nel sedile davanti a lui allungando i piedi sulle sue gambe.