Centuries 3

Capitolo 211

(A.n. Penultimo capitolo.. Piango. Chi di voi ha ascoltato Made In The AM? Io personalmente trovo che sia l'album più bello che i ragazzi abbiano mai fatto. Anyway.. Buona lettura, spero vi piaccia. Appuntamento a domani, con l'ultimo capitolo della storia degli -come molte di voi gli hanno battezzati- Cherry. Un bacioo xx)

Una serata piacevole come quella di ieri sera non la passavo da molto, forse troppo tempo, ed ora che tutto sembra essere un po' meno drammatico mi sento quasi sollevata di essermi liberata della mia vecchia vita, quasi come un serpente che si libera della pelle facendo la muta.

Abbiamo bevuto, troppo, riso, tanto, spiegato agli altri come funzionano le cose nel mio mondo bastardo, quantunque questi mi chiedessero come mai l'ultima, nonché l'unica, erede degli Harvey non si fosse fatta vedere..
E che colpa ne avevo io se le loro facce erano come imbambolate davanti al mio racconto quasi irreale?

Gemma, Louis e Zayn hanno colto l'occasione per 'trovare l'amore', almeno così hanno detto si potessero chiamare i loro tentativi di rimorchiare chiunque fosse di un'età inferiore ai 30. Gemma ci ha provato addirittura con il povero Fred, il secondo barista, nonché braccio destro del vecchio Stan, tutto questo solo in un momento di acuta ubriachezza che le offuscava la mente. Zayn ha provato a baciare una nonna dai capelli che tentavano al blu e Louis quasi quasi ha rovesciato il drink di una signora quarantenne mentre la tirava per un braccio per farla ballare.

Io ed Harry, dal canto nostro, ormai abituati l'uno all'altra, ci siamo limitati a guardargli con occhi divertiti fino a quando non abbiamo deciso che non era vero: non ne avevamo abbastanza di tutto quel casino, non eravamo affatto abituati l'uno all'altra.. E quindi su i bicchieri e giù in pista (quel poco di spazio che i tavoli rotondi non coprivano) a ballare danze irlandesi scalzi.

Ormai è quasi ora di cena, e penso che mi tocchi  informare tutti quanti di quello di cui Harry ed io abbiamo parlato prima che Stan cominciasse con i suoi 'che mi venga un colpo, che mi venga un colpo.." Ovvero: che lasciamo l'Inghilterra per un po' che ci trasferiamo per poche settimane nella stessa casa che sono stati Liam e Sophia ad affittare per noi un po' di tempo fa, e che sono tutti cordialmente invitati.

Quando sediamo a tavola tutti sono alquanto rumorosi, come al solito.

"Harry prende troppo seriamente le partite a carte, cazzo amico mi farai diventare un barbone di questo passo." Si lamenta Louis.

"Io prendo seriamente le partite di Carte, ma tu non scherzi con le partite di calcio Lou." Fa spallucce Harry sedendosi accanto a me. "Siamo pari." Ridacchia bevendo dal suo bicchiere.

"Devo parlarvi di una cosa." Intervengo poi assicurandomi un'occhiata abbastanza preoccupata da parte di tutti loro, come se il mio momento delicato non fosse finito e come se temessero un mio crollo emotivo da un momento all'altro. "Terry.." La guardo. "Io ed Harry ce ne andremo per un po' da qui." Le faccio un timido sorriso e come supponevo che accadesse, i suoi occhi si colmano un po' di lacrime.

"Ma torneremo di sicuro.." Guardo Barcley con la stessa reazione di mia Zia. Cala un silenzio imbarazzante, soffocante, un silenzio che dice quanto è dura rinunciare alle cose a cui tieni. "Hey, siete la mia famiglia ora, non potrò mai lasciarvi." Sorrido e per fortuna anche loro sembrano tirarsi un po' su di morale.

"Non sai nemmeno quanto sia stato difficile trovarti, per Barcley sopratutto, non è che non voglio che tu faccia la tua vita.." Sussurra Terry "è che temo di poterti perdere di nuovo. Questa casa non ha mai avuto una gioia grande come quella che si è infiltrata qui dentro da quando sei tornata tu, con i tuoi amici e con Harry." Ci guarda ad uno ad uno. "So che non è stato facile per te, e capisco se ti senti di dover cambiare aria.. Ma sappi anche che se mai il tuo cuore dovesse sentirsi di voler tornare in un posto sicuro, tutto per se, questa casa è tua e qui avrai sempre qualcuno che ti amerà e che ti vorrà, senza bugie." Le scende una lacrima dalla guancia mentre si affretta ad asciugarla.