《Sono nato a Doncaster. Il mio vero padre non si chiama Mark Tomlinson ma Troy Austin. Presi il cognome da Mark perché mi crebbe lui. Quando mia madre si mise con Mark, ebbero quattro figlie di cui due gemelle. Poi, come se non bastasse, venni a scoprire del divorzio anche con Mark, e che era incinta di altri due gemelli di un altro uomo. Lo scorso anno conobbe Daniel Deakin e come se non bastasse se l'è sposato. Quindi vedi? È una bella storia dove io ne sono la vittima, e tutto per colpa di stupidi matrimoni e dell'"amore".》recitò l'ultima parola con talmente tanto odio in corpo che spaventò anche me. 《E sinceramente non so perchè io ne stia parlando proprio con te.》alzai le spalle. 《Forse perchè avevi voglia di raccontarmelo.》annuì guardando il cielo. 《Probabile. Ma se ne parli con qualcuno ti ammazzo.》lo guardai. 《Perchè pensi che ne possa parlare con qualcuno?》mi guardò anche lui alzando un sopracciglio. 《Nessuno ti ha mai detto che hai la faccia di uno che sputtana le persone?》annuì sorridendo e abbassando la testa.《È vero, ma lo faccio solo con chi non mi va a genio.》《Quindi ti vado a genio?》corrugò la fronte.《No, sei un pezzo di merda, ma non parlo.》questa volta tranquilluzzò l'espressione.《Se non ti vado a genio, allora perchè non mi sputtani?》alzai le spalle. Questa volta fui io a guardare il cielo.《Magari è perchè non ho motivo di farlo.》continuava a guardarmi, questa volta senza dire nulla. Mi guardava e basta, come se quello che avevo detto l'avesse colpito. Quando la porta di casa si aprì, ci alzammo di scatto entrambi. 《Bene, allora ci sentiamo domani Anne.》il sorriso sul viso di Johannah era meravigliosamente gioioso e vero. Non ne vedevo uno così da tempo. Quando il castano scese le due scalette senza salutarmi si girò. 《Ci si vede in giro riccio.》mi salutò con un cenno della testa e se ne andò. Io d'altro canto me ne tornai dentro con un sorriso da ebete stampato in faccia.
***
La mattina dopo la sveglia mi suonò in ritardo quindi dovetti correre più del dovuto. Avevo sonno e volevo rimanere a dormire anche se quella stronza di mia sorella non me lo permise perchè mi buttò praticamente giù dal letto. Dopo dieci minuti esatti ero giá in moto. Passai a prendere Malik questa volta, perchè aveva dei problemi con la macchina e di farsela a piedi non gli andava. 《Ma che cazzo di fine avevi fatto? Stavo per farmela a piedi.》non scesi dalla moto. 《Sali e sta zitto.》salì senza dire nient'altro e in meno di dieci minuti fummo nel cortile della scuola. Erano tutti entrati tranne Louis e il suo amico biondino. Posai le chiavi nel giacchetto e i caschi dietro la moto e cominciai a camminare verso l'entrata. 《C'è il tuo amico lì.》alzai le spalle. 《Non è mio amico.》quando gli passai accanto mi guardò squadrandomi da testa a piedi.
"E poi sono io il gay."***
A mensa io e Zayn ci sedemmo sempre al tavolo in fondo. Stranamente oggi ci guardavano tutti e bisbigliavano tra loro. 《Che cazzo succede oggi a tutti?》mi sporsi leggermente verso un tipo dai capelli neri, senza farmi notare e sentìì del perchè bisbigliava chiunque.《Questo è il tipo che se la fa con Louis... quello bocciato.》mi misi le mani dei capelli arrossendo violentemente. Louis a mensa quel giorno non c'era. 《Malik, aspetta Josh qua, una volta che sarò uscito dalla mensa non ti guarderá più nessuno. Io devo fare una cosa.》corsi fuori senza dare il tempo a Zayn di reagire. Cercai Louis ovunque, fino a quando lo trovai nell'aula che anch'io avrei dovuto avere l'ora dopo il pranzo. Parlava col suo amico biondo.《Mi dispiace interrompere i vostri giochi amorosi, ma ti devo parlare.》entrai in classe senza dare peso al biondino che mi guardava con odio per averli interrotti e indicai il castano davanti a me.《Ora non posso riccio.》si rigirò verso il suo amico per continuare a parlare ma decisi di intervenire diversamente. 《Gira voce che me la faccio con te.》i due ragazzi si ammutolirono. Il biondino si mise una mano sulla fronte e sbiancò.《Cazzo non di nuovo.》aveva la voce ridotta ad un sussurro. Louis invece si alzò lentamente e venne verso di me.《Chi cazzo l'ha detto?》alzai le spalle.《E io che ne so?》mi bloccò al muro.《Fammi una descrizione.》guardai le sue labbra serrarsi in attesa di una risposta.《Aveva i capelli mossi, più o meno lunghi quanto i miei... indossava una giacca rossa, credo la porti sempre e aveva incastrati tra i capelli un paio di occhiali da sole.. ma non ho la più pallida idea di chi sia.》《Dylan...》la voce del biondino mi suonò lontana, come se avesse dato fiato a vuoto.《Meglio lasciarlo stare.》Louis non contò l'espressione dell'amico bensì continuò a guardarmi come se aspettasse il consenso da me. 《Che devo fare con te riccio?》sospirai. 《Ho la sensazione che mi porterai solo problemi. Tu e il tuo bel visino dovete sparire dalla mia vita.》aveva lo sguardo cupo e misterioso che ogni volta mi affascinava.《Ma non voglio che tu lo faccia. Quindi, vado a spaccargli il culo prima che lui lo spacchi a te o a Niall.》fece un gesto della testa per indicare il suo amico, poi fece per andarsene ma lo bloccai.《Secondo me non ne vale la pena.》intervenne Niall. Louis quandò l'amico, poi passò a guardare la mia mano sul suo polso.《Lasciami o finisce che il culo lo spacco a te.》lo tirai verso di me.《Devi spiegarmi un po' di cose tu.》rise ironicamente.《Allora non mi conosci affatto.》uscì dalla classe seguito dal suo amico. Io d'altro canto mi misi a sedere su uno dei banchi ad aspettare la fine del pranzo.
Pov Louis.
《Perchè continui a rompermi il cazzo se poi ti lamenti se ti dicono che te la fai con me?》lo stesso pomeriggio Harry si presentò a casa mia. Ovviamente mia madre lo fece entrare, ed ora eccolo qui, nella mia camera, a farzi i cazzi miei, e a rompermi le palle. 《Allora, mi spieghi che succede?》si buttò sulla poltroncina di pelle che avevo posizionato proprio vicino al letto.《Che cazzo fai? Scendi da li.》scosse la testa. Io d'altro canto rimasi steso sul mio letto col cellulare in mano.《Hai intenzione di dirmi che succede caro LouLou o starai zitto tutto il tempo?》mi salì il veleno per quel nomignolo merdoso che mi aveva dato. 《Ma che cazzo vuoi?》alzò le spalle.《Solo delle spoegazioni Louis. E dal momento che mia madre mi ha praticamente obbligato a venire qui, non mi muovo finchè non mi spieghi perchè cazzo tutti pensano che me la faccio con te.》mi sistemai per bene sul letto. 《Perchè ci provai con una ragazza e mi respinse okay? Non dovrei nemmeno dirtele ste cose.》buttai all'aria il cellulare sbuffando e alzando la voce.《Nemmeno ti immagini quanto sei impopolare se non hai una cazzo di ragazza appresso.》lo guardai da lontano.《E l'unica di cui mi ero innamorato veramente ha fatto girare la voce che sono gay e che mi inculo tutti quelli che sono un minimo carini.》il riccio mi guardò alzando un sopracciglio.《Quindi sei gay?》mi bloccai fulminandolo con lo sguardo.《Tu prova anche solo minimamente a dire che sono gay un'altra volta e ti apro il culo.》annuì.《Delicato.》mi ributtai sul letto.《Per quanto ancora devo averti in mezzo alle palle?》gardò l'orologio sul suo polso e poi sbadigliò.《Per circa due orette. Pensi di farcela?》alzai lo sguardo dal cellulare.《Fuori da casa mia riccio.》《Puoi scordartelo.》sbuffai vedendo la sua testa buttarsi all'indietro. 《Se hai sonno vai a dormire a casa tua.》non mi guardò.《Con mia sorella che rompe il cazzo perchè vorrebbe stare nei miei panni e conoscerti meglio Louis? Mi dispiace passo.》chiuse gli occhi e incrociò le braccia al petto.《Riccio davvero, va via di qui.》alzò le spalle.《Tanto non sei gay no? Quindi che problema c'è se rimango qui da amico?》《Non sei mio amico.》mosse la testa.《Vero... ma la gente questo non lo sa.》alzai le spalle. 《Al massimo, dico che sei un fottuto dio a letto.》saltai giù dal materasso con un salto.《Come scusa?》alzò la testa e rise.《Scherzavo.》gli mostrai il dito medio stendendomi di nuovo sul letto.《Chissá magari lo sei veramente.》mi alzai buttandolo giù dalla poltrona.《Fuori da casa mia riccio!》e se ne andò ridendo.
"Ma che problemi ha?"
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Tutto può cambiare || L.S || #1
FanfictionL'unica cosa che mi preoccupava è che stava cambiando davvero tutto. Louis era perfettamente consapevole del fatto che ne io ne lui eravamo più quelli di prima, il che spaventava entrambi. Non ero affatto pronto a niente del genere, e quello che...