Arrivò a casa mia, aveva una guardia al suo fianco, gli occhi lucidi come non li avevo mai visti, i riccioli neri che gli cadevano delicatamente sul viso, e le labbra chiuse in una linea sottile e rotta dal pianto.
Mi prese con un braccio sulla mia schiena e l'altro sotto le ginocchia, ero distesa in braccio a lui. Sentivo i suoi singhiozzi, ma non li vedevo. Avevo gli occhi chiusi, ma riuscivo a percepire ogni sua forma e ogni suo tocco. Non ero consapevole dell' istante.
Michael": è tutta colpa mia, io ti ho distrutta"
Ascoltavo le sue parole ma non le capivo, il cuore mi stava uscendo dal petto e sentivo uno spillo lacerarmi la parte inferiore dello stomaco.
Michael": rispondi, ti prego!"
Più mi sforzassi di tirare fuori qualcosa più il respiro mi moriva in gola, non è facile respirare, figuriamoci parlare.
Michael" ti prego parla!"
Riuscii ad aprire gli occhi, vedendo i suoi che mi fissavano impauriti e bagnati dal dolore.
Mi stavo accorgendo che aveva una forza incredibile per sorreggermi per così tanto tempo, era perfetto in ogni cosa, ogni suo tocco era leggero come una piuma che si posa delicata sulla pelle.
Mi uscì una parola con una fatica immaginabile" dolore", sì perché era quello che avevo provato in tutto questo tempo, il dolore, il dolore del desiderio di lui, della sofferenza, della mancanza di lui, i dolori che mi stavano usurando internamente.
Ogni suo silenzio mi aveva trasportata sempre di più verso il mio declino.Misi una mia mano sulla sua guancia, e lo accarezzai con molta calma e delicatezza.
"Mi sei mancata" disse
"Anche tu" finalmente qualcosa usciva dalla mia bocca.
Lo sentii sospirare, e poi:
Una fitta al cuore mi attraversò propagandosi in tutto il corpo, mi procuro acuti brividi fino alle punte delle dita. Dalla mia bocca uscì un profondo e stridulo grido di dolore che non potei trattenere."Cos'hai Ilary?!" Gridò quelle parole con una forza che quasi era insopportabile.
Iniziò a correre, sentivo la forza dei suoi passi propagarsi sul mio corpo. Corse fuori dalla sua porta chiamando le guardie. Voleva aiutarmi ma forse il dolore che mi aveva provato era troppo per poterlo risolvere tutto in una volta.*************************************
Mi trovavo in una stanza con le pareti bianche, una stanza quasi anonima, che incuteva solitudine e malinconia.
Il mio sguardo era ancora fisso sul soffitto.
Ad un certo punto sentii una voce delicata parlarmi.
"Oh dio! Ilary
Tu... Tu sei sveglia!", era una voce con tono basso.
"Io...io, chi sei?"
"Sono, Michael, hai dormito per 5 giorni, e..." Non sapeva cosa dire, ma chi era quel'uomo?
"Ehh.. Dive sono, chi sei tu?"
"Sono Michael tuo marito!"
"Menti, chi sei?!
Aiuto!"
"No, no, perfavore!"
Appoggiò la sua testa a me e scoppiò in un glorioso pianto.
Forse era mio marito, forse no, chi se lo ricorda?
"Maio non ti amo! Non ti conosco!"
Michael": no! Ti prego amami!È corto, ma spero vi sia piaciuto lo stesso!
STAI LEGGENDO
MICHAEL JACKSON Gli occhi di Michael.
FanfictionLa mia storia, quella con Michael. Ilary viene presa per le audizioni del concerto di Michael. Lei è una delle tante ballerine, ma forse per lui è qualcosa di più. Lei":Questa storia ve la voglio raccontare, ci tengo che voi sappiate che persona f...