Capitolo 11

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La strega posa una mano sul cuore di Jace. La biblioteca è buia, fredda e deserta. Ho paura. Molta paura. Dalla bocca di Armela escono parole strane e incomprensibili e ho il timore che possa succedere qualcosa di grave. Jace trema, trema tantissimo e posso percepire il battito accellerato del suo cuore. Quando la strega finisce di pronunciare le sue formule, gli occhi del mio amico di spalancano. Non è una reazione normale. Cade a terra pallido come il latte e il volto contratto in un'espressione di terrore. Indietreggio di qualche passo e urto uno scaffale. Armela si gira a guardarmi e ridacchia acidamente:"Oh, povera Gwen. Il tuo amico non c'è più, vero? Ingenui, pensavate di compiere un'impresa titanica tornando indietro nel tempo e salvando la magia, ma invece avete incontrato solo la morte. Ho rubato l'anima di Jace, ogni singolo soffio di sentimento e ora catturerò anche la tua, affinchè il mio piano sia completo. Morirai Ginevra. Morirai!". Armela esplode in una risata malefica e dalla sua bocca escono serpenti. Iniziano a strisciare sul pavimento, avvicinandosi a me. La biblioteca si trasforma. Rapaci, pipistrelli, topi e ragni sbucano da ogni dove, distruggendo libri e scaffali. La risata della strega risuona nelle mie orecchie ad un volume allucinante e cado a terra stordita, portandomi le mani alle orecchie. Gli animali si avvicinano sempre di più a me, morirò a causa della mia ingenuità e...

Mi sveglio di soprassalto, soffocando un urlo nella gola. Le coperte del letto sono cadute a terra e il pigiama che porto addosso è intinto nel mio sudore. La camera è immersa nel buio e la debole luce della luna filtra attraverso la finestra illuminando fiocamente l'ambiente. I poster di Orlando Bloom. La libreria colma dei miei libri preferiti. La scrivania disordinata piena di fogli, versioni di greco, lettere e carte di caramelle. Questa è la mia stanza, sono nel mio piccolo mondo, la mia tana, il mio rifugio. Mi alzo dal letto e mi dirigo in bagno per lavarmi il volto. La mia visione nello specchio è terribile. I miei capelli sono arruffati e umidicci, gli occhi cerchiati da profonde occhiaie e la pelle lucida di sudore. Un incubo ha penetrato la mia mente, disturbando il mio sonno e mi sento troppo confusa, stanca e disorientata. Era solo un orrendo sogno. Solo uno scherzo della mia mente. Eppure, la visione della strega che ruba l'anima di Jace mi tormenta recandomi immenso disorientamento. Sono nel mezzo di un bosco e devo scegliere una direzione tra due. Da una parte la serenità tormentata, però, dalla codardia. Dall'altra un castello incantato, libri pieni di risposte, ma un corvo appollaiato sulla torre più alta che incute timore e provoca indecisione nel mio cuore. Non dovrei lasciarmi condizionare da un sogno per la mia scelta. E' una decisione che va presa con razionalità, ma sono successe troppe cose impensabili e ormai credo a tutto, anche agli incubi premonitori. E' anche vero che se la strega avesse voluto ucciderci lo avrebbe già fatto. Forse, invece, è molto scaltra e aspetta il momento opportuno per attaccare. Vorrei guardare in faccia la vita e urlarle che è davvero ingiusta e crudele. In questo momento odio tutto, vorrei poter scappare in un luogo isolato, dove nulla potrebbe attaccarmi. Passeggiare senza meta in un tunnel bianco, senza aver bisogno di magiare o dormire, senza aver bisogno di pensare. A volte sono così ingenua da credere che il sonno allievi i pensieri e dia una spolverata di leggerezza alle preoccupazioni, ma non è così. Dormendo non facciamo altro che rielaborare i nostri problemi e quando ci risvegliamo il dolore aumenta, perchè la pausa che ci siamo presi è servita a farci rendere conto che siamo nei guai. Ritorno in camera e mi siedo, come di consueto, sul davanzale della finestra. Fuori tutto è meraviglioso e l'ambiente sembra un palcoscenico. Il soffitto e puntinato da luci che vanno a risaltare la scena, soffermandosi sugli attori pù importanti. L'albero del mio giardino è protagonista, con la luce che filtra attraverso la chioma, correndo nel labirinto di rami e foglie. Decido di aprire la finestra. Vengo subito inondata da un'aria fresca e limpida e , cosa che non avevo mai fatto, mi siedo con le gambe a penzoloni da fuori, come se il davanzale esterno fosse un muretto. Il vento pungente è fantastico sulla pelle bagnata di sudore. E' come farsi una doccia fredda. Rimango immersa in questa atmosfera, incantata dalla moltitudine di stelle che brillano nel cielo. Sono gli occhi di chi prova gioia sincera e, in questo momento, ho proprio bisogno di felicità. La stella Gwen mi osserva dalla sua postazione baciandomi con la sua semplicità. Sono riuscita a rilassarmi momentaneamente, concentrandomi soltanto sul paesaggio. So per certo, però, che non posso passare la mia vita guardando fuori da una finestra. Abbasso gli occhi tristemente e decido di rientrare in camera, chiudendo la finestra. Guardo il mio letto come se fosse una gabbia. Ho paura a riaddormentarmi. Ho paura di sognare. Mi accuccio in un angolo della stanza, come un cagnolino e decido di rimanere in questa postazione per tutta la notte. Forse sono pazza. Vorrei essere pazza. Almeno sarei convinta che tutti coltelli siano fiori.


Spazio autrice

Ciao lettori! Ecco a voi un altro capitolo de "La principessa i Savalon"! Spero con tutto il cuore che vi sia piaciuto e mi scuso se non sono riuscita a postare prima. Ringrazio tutti coloro che continuano a seguire la mia storia, spero di riuscire a soddisfare le vostre aspettative. Nel prossimo capitolo vedremo Gwen parlare con Jace del ritorno nel passato. Cosa decideranno? Il sogno di Ginevra influirà decisivamente sulla sua scelta? Scoprirete tutto nel prossimo capitolo! Un grande abbraccio a tutti!

Lacreatricedistelle



La principessa di Savalon  (In pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora