Capitolo 13

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La tensione sale mentre siedo su una poltrona rossa della biblioteca in attesa dell'arrivo della vecchia Armela. Jace misura a grandi passi l'ambiente, camminando avanti e indietro nervosamente. Questa settimana è stata davvero strana, ricca di emozioni inaspettate e sentimenti mai provati. Devo partire per questo viaggio e ho voluto lasciare la mia vita nel presente il più ordinata possibile. Non so quando tornerò e se mai durante la mia assenza dovesse succedere qualcosa di negativo, non potrei mai perdonarmi il fatto di aver lasciato rancori o tensioni. Un rumore alla mia destra mi risolleva dai miei pensieri. Jace si ferma e fissa il punto da cui proviene il suono. Alcune scintille iniziano a comparire nell'aria, fino a formare la sagoma di una donna appoggiata a un bastone. Non mi spaventa più questo strano fenomeno. E' una sorta di materializzazione, nulla in confronto ad un ritorno nel passato. "Salve fanciulli" mugugna Armela massaggiandosi la schiena "Santi numi, non sono più tanto in forma. Un tempo mi materializzavo senza problemi, ora non faccio altro che aumentare i miei acciacchi. Povera me, si vede che sto diventando vecchia". Nel vederla così dolorante, mi alzo dalla poltrona e la lascio accomodare. "Grazie Gwen, grazie". L'anziana donna si lascia sprofondare nella poltrona rossa e Jace ed io ci sediamo per terra ai suoi piedi. Lo sguardo del mio amico è curioso, impaziente di scoprire ogni procedura deliì'incantesimo. Mi sento sempre più agitata, sono convinta di voler compiere questa impresa, ma l'idea mi spaventa ancora un po'. Dopo alcuni istanti di silenzio, la strega comunica:"Bene, avete parlato della proposta che vi ho esposto? Avete preso una deciosione?". Jace ed io ci guardiamo negli occhi e deglutisco a fatica. "Sì" afferma Jace con aria sicura. Il volto di Armela si rilassa e i suoi muscoli contratti per la tensione si distendono. "Fanciulli, davvero, non potete immaginare la gratitudine che provo per voi in questo momento. Sapevo che eravate buoni e che avreste accettato. Devo, però, darvi alcune informazioni, affinchè possiate valutare ancora meglio la decisione presa. Tornerete, come sapete, a Savalon, durante il Basso Medioevo. Rivolte, corruzioni ecclesiastiche, guerre, crociate e saccheggi hanno caratterizzato questo periodo storico, ma, fortunatamente, Savalon è stato un punto di riferimento per molti altri reami, quindi non sono state combattute battaglie in quella zona. Un altro punto a favore del regno è stato il grande bosco, una distesa ricca di alberi all'interno dei quali i nemici si perdevano. Non riesco ad esporvi un'immagine completa del bosco, sappiate solo che si trattava di un qualcosa di immenso, abitato dai banditi e dalle poche comunità di maghi rimasti. La parte superiore appartieneva a Savalon e costituisce l'area di caccia dei re. Il resto era un ostile rovo di alberi, cespugli e creature alquanto bizzarre e pericolose. Noi ci smaterializzeremo in questo luogo, proprio per evitare di incontrare il re o le sue guardie in giro per una battuta di caccia. Nel vostro soggiorno a Savalon sarete poveri, vestiti come comuni cittadini e con pochi oggetti e privilegi. Non dovremmo essere attaccati proprio per questo motivo, i banditi, solitamente, si occupano dei mercanti o dei nobili, ma per sicurezza darò a ciascuno un coltello per autodifesa". Jace ed io ci guardiamo negli occhi. Abbiamo studiato entrambi il Medioevo, non siamo dei bambini e sappiamo bene cosa comporta vivere in quest'epoca. L'idea non è allettante, ma c'è qualcosa che mi convince del fatto che la nostra impresa non sarà orribile. E' un presentimento, ho faticato tanto per convincermi a compiere questa missione e non voglio buttare tutta la fatica al vento. Lo sguardo di Armela è molto serio, i suoi occhi socchiusi mentre scruta le nostre espressioni. "Va bene" esclamo ad un certo punto con tutta la durezza che trovo in me "Ci adatteremo a questa epoca storica. Ormai abbiamo deciso. Qualunque sia il prezzo". Jace annuisce con la faccia di chi non vede l'ora di buttarsi in un'avventura. Il volto della strega di espande in un'espressione di sorriso, ci prende le mani e sussurra:"Siete molto coraggiosi e avete un buon cuore. Sono contenta di aver avuto a che fare con voi. Nessuno lo avrebbe fatto, fidatevi". Le brillano gli occhi dall'emozione. Ha rinunciato a tutto per trovare un modo per salvare la magia e le sue gesta indicano una donna meravigliosa, forte, indipendente. Non ho più dubbi su di lei. Leggo nei suoi occhi la più pura sincerità e sento che ci proteggerà ad ogni costo. Le sorrido dolcemente e lei ci comunica:"Bene fanciulli, pronti a tornare nel passato?". Dalle bocche di me e Jace esce una chiara affermazione, dettata da una sicurezza mai avuta, una convinzione fin'ora a me sconosciuta. Ci alziamo tutti e tre e Armela si posta davanti a noi. Poggia il bastone a terra, di fronte a lei, con l'estremità superiore rivolta verso l'alto, all'altezza del suo petto. Non avevo mai notato la bellezza di questo scettro. E' in legno chiaro, intarsiato di piccoli diamanti, tutto inciso con cura e precisione. Si tratta di scritte in una lingua a me sconosciuta. In alto, una grande pietra preziosa blu cobalto dona un tocco di eleganza e splendore ad un oggetto così speciale.

"Creisi mali anderson. Fuili mali cruperson. Mastri mali stellerson. Protelen mali fugterson!"

Parole incomprensibili escono dalla bocca della vecchia strega, pronunciate come fossero una cantilena. Lo scettro di solleva, assume una posizione orizzontale e si sposta al di sopra della testa di Jace, sfiorando i suoi capelli. La pietra preziosa inizia a brillare, emanando una fioca luce. Armela chiude gli occhi e protende una mano verso il mio amico. Pronuncia altre formule e Jace viene inondato da un bagliore blu. La sua espressione è neutra, sembra rapito da ciò che gli sta succedendo, quasi si trovasse davanti a un pendolo da investigatore. Provo una sensazione strana. L'alone emanato dal bastone è davvero particolare.

Il corpo di Jace si solleva di qualche centimentro da terra e il bastone inizia a fluttuare verso di me. Sento Armela pronunciare le stesse formule usate per Jace e inizio anch'io ad essere ricoperta da una luce color cobalto. Vengo percossa da brividi improvvisi, come se stessi ricevendo delle scariche elettrice. E' doloroso, vorrei urlare, sento ogni cellula del mio corpo gridare pietà. Le scosse terminano, senza lasciare altro male. Sono cosciente di ciò che mi sta accadendo, ma mi sento immobile, paralizzata. I miei piedi si sollevano da terra e inizio ad avvertire disorientamento. Mi sembra di cadere, perdere l'equilibrio, ma sono ferma, il mio corpo non si muove. Dietro il bagliore intravedo la biblioteca e Armela, con gli occhi chiusi, che continua a parlare con il braccio proteso verso me e Jace. Mi sento sempre più male. La testa pulsa in maniera incontrollabile e vorrei poter uscire da questa immobilità. Tutto inizia ad esplodere. Le immagini si confondono nella mia mente e non riesco a comprendere se tutto ciò sta accadendo nella realtà o nella mia mente. L'ultima cosa che vedo e la strega che si protende per aggrapparsi a me e Jace. Poi tutto diventa nero.


Spazio autrice

Ciao lettori! Mi scuso con tutti voi, so che ci ho messo molto a pubblicare il capitolo, ma ho avuto moltissimi problemi con internet. Spero fortemente che questa parte vi sia piaciuta. Gwen e Jace tornano nel passato, si sveglieranno in un mondo nuovo e sarà una vera impresa adattarsi a questa bizzarra situazione. Cosa accadrà ai due protagonisti? Quali avventure dovranno affrontare? Scoprirete tutto continuando a leggere! Un abbraccio!

Lacreatricedistelle







La principessa di Savalon  (In pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora