Capitolo 18

202 9 12
                                    

"Un'ultima pinza per tenere alta la crocchia e... ecco fatto! Siete perfetta, mia signora".

Maria si allontana dalla principessa per ammirare meglio l'acconciatura e Amanda esclama soddisfatta:"Grazie, sei stata bravissima!". Si alza dallo sgabello sul quale è seduta e vedo il suo viso sbucare dietro la mia spalla, riflesso nello specchio. "Oh, Gwen, sei deliziosa!" mi lusinga con un sorriso raggiante "Sai, ti invidio molto, sei bellissima". Deglutisco sopresa dalle parole e rispondo imbarazzata:"Ehm... grazie!".

Lo sai che non è sincera penso con razionalità Dice questo solo perchè vuole farti sentire a tuo agio.

Mi imprimo queste parole in testa, indugiando ancora qualche istante di fronte allo specchio. Amanda indossa un abito damascato verde smeraldo che risalta i suoi capelli neri e i suoi occhi chiari. Non può invidiare me, come le è passato in mente di dire una simile sciocchezza?

"Ora che siamo pronte, possiamo andare" annuncia la principessa allontanandosi dallo specchio. Mi liscio il morbido tessuto rosso dell'abito e la seguo verso l'uscita. Penso di non aver mai cambiato così tanti vestiti in vita mia in una volta sola. Ho insistito per tenere l'abito blu donatomi questa mattina, ma Amanda non ha voluto sentire ragioni, dichiarando che il banchetto è un evento importante nel quale devo presentarmi al meglio.

Usciamo dalla stanza della principessa sgusciando nel corridoio albino delle camere reali e Maria si occupa di serrare la porta con diversi giri di chiave. Raggiungiamo rapidamente la scala degli arazzi e Amanda e la sua domestica mi precedono scendendo con disinvoltura la scalinata in pietra. Metto precariamente un piede sul primo gradino tentando di non inciampare nell'orlo del vestito. Traballo pericolosamente mentre avanzo lungo la scala e mi aggrappo goffamente ad uno degli arazzi.

"Gwen, tutto bene?" domanda Amanda a metà scalinata lanciandomi un'occhiata preoccupata. Cerco di ricompormi in tutta fretta ed esclamo:"Sì sì, mi si era soltanto... impigliato il vestito". Sia la principessa che Maria mi guardano allibite, ma non aggiungono altro e scendono tranquillamente i pochi gradini rimasti. Provo ad imitare la loro disinvoltura, ma continuando ad ottenere un risultato uguale se non peggiore al precedente, sollevo il vestito fino a metà polpaccio e le raggiungo al pianerottolo. Ad aspettarci sono presenti alcuni cavalieri della principessa, tra cui Edward. Salutano rispettosi Amanda e lei ricambia dispensando raggianti sorrisi a tutti. Uno di loro la affianca prendendola sotto braccio ed Edward mi si avvicina facendomi il baciamano. Indossa l'armatura con lo stemma dell'aquila sul petto e un mantello blu dall'aria pesante."Gwen, vedo che sei libera!" esclama con sincera felicità. "Sì, fortunatamente mi hanno rilasciata poche ore dopo l'arresto" rispondo con una leggera nota di imbarazzo nella voce. "Sapevo che non avevi fatto nulla di male" afferma guardandomi dritta negli occhi "Anche se non ho ancora capito il perchè della tua reclusione". Mi sistemo distrattamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio e bofonchio:"Ho avuto una discussione un po' accesa con il principe Baldric". "Ma certo, Baldric. Lo conosco di sfuggita, ma ho sentito dire che sia una bella testa calda". Contrae le labbra in una smorfia e aggiunge:"Quindi apprezzo fortemente il tuo coraggio". Lo ringrazio timidamente pensando che tutte queste attenzioni mi provochino disagio. Ho soltanto ribattuto ad una persona scortese, non salvato il mondo da un'apocalisse! Guardo alle spalle del cavaliere e noto che la principessa e gli altri soldati si stanno già avviando verso la sala del ricevimento. Anche Edward volta lo sguardo e, di conseguenza, mi porge il braccio. Lo guardo un po' allibita e lui domanda con una lieve nota di delusione nella voce:"Non vuoi che ti accompagni?". "Io..." rimango interdetta, poi mi accorgo che Edward con il suo gesto vuole solo prendermi a braccetto e rispondo:"Ne sarei lieta". Afferro il suo braccio e ci incamminiamo dietro gli altri, lungo il corridoio che porta all'atrio. E' illuminato parzialmente da diverse torce e i pesanti tendaggi rossi che decorano le finestre proiettano ombre spettrali sul pavimento e sulle pareti. Raggiungiamo l'atrio, completamente buio. I nostri passi rimbombano tra le pareti riecheggiando sonori e un brivido freddo mi percorre da capo a piedi. Di notte questo luogo è ancora più inquietante che di giorno. Camminiamo fino ad un altro corridoio, molto simile a quello precedente. Sono presenti le stesse tende e, oltre a questi decori, alle pareti sono appesi diversi scudi, alcuni in legno dall'aria decisamente antica, altri in metallo scheggiati da, immagino, colpi di spada. Tutti raffigurano un grifone, simbolo di Savalon e raccontano una storia, la storia dei re che li hanno branditi, delle persone che hanno protetto e delle battaglie che hanno combattuto. Non ho, però, il tempo di fermarmi ad ammirarli, perchè Edward procede a passo spedito e, in vista di un ricevimento, non posso permettermi di lasciarmi distrarre da ogni singolo particolare.

La principessa di Savalon  (In pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora