Capitolo 14

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Un leggero tepore sfiora la mia guancia. Sento un tocco delicato sfiorarmi come brezza mattutina e provo a sollevare le palpebre per capire da dove proviene questo gesto così fine. Appena le apro una luce accecante mi attacca malignamente e per un istante vedo tutto bianco, bianco come un lenzuolo, bianco come la neve. Man mano riesco a mettere a fuoco ciò che mi circonda. Il bianco si dissolve e vedo piccoli puntini verdi, sempre più definiti, ciascuno vicino all'altro. L'immagine di fronde di alberi si dissipa davanti a me e riesco a sentire alcuni suoni. Prima il ginguettio degli uccelli, poi una voce umana. "La bella addormentata si è svegliata dal suo sonno" esclama con sarcasmo il mio amico Jace. Volto la testa da un lato e sento un dolore alla tempia. La faccia del mio amico di sfoca per un attimo, poi torna normale dopo che la fitta è passata. "Siamo morti?" è la prima cosa che chiedo. Un manto di erba soffice sopra al quale sono sdraiata solletica la mia pelle, arbusti maestosi nascondono parzialmente un cielo limpido senza alcuna nuvola e suoni aggraziati addolciscono i miei sensi. Un posto così bello non può essere altro che il Paradiso "No, che cosa vai a pensare!" esclama Jace con un certo allarmismo "Siamo vivi e vegeti... beh, tu vegeta non tanto, ma per lo meno non sei morta". Socchiudo leggermente le palpebre e scruto il mio amico con impazienza. "Cos'è successo? Dove siamo?" chiedo con voce lievemente roca. "Siamo nel Medioevo cara" risponde Jace con sarcasmo "Mi sembra che prima di venire ne avessimo parlato abbastanza". Il mio sguardo è fisso su di lui come una taglia. "E sentiamo, dov'è che hai acquistato tutto questo sarcasmo?" domando ancora un po' confusa dal mio risveglio. "Sai, vorrei saperlo anch'io" risponde Jace con una nota di euforia nella voce "E' solo che... insomma, non mi aspettavo che tornare nel passato fosse così. Pensavo che mi sarei sentito male, disorientato, anche pazzo forse. Invece è tutto così naturale, mi sembra addirittura di conoscere questo posto. Sento che non è tutto assurdo e devo dire che mi piace". Un lieve sorriso si espande sul mio volto a quelle parole. "Sono contenta di sapere che ti sei già ambientato e... oh, santo cielo!". Mi alzo bruscamente dalla mia posizione e una fitta lancinante mi attraversa le tempie. Per qualche attimo vedo tutto bianco, poi delle esplosioni di verde e infine le immagini tornano ad essere chiare. "Ginevra, cosa ti è successo?". Jace mi si para davanti e mi prende le spalle con le mani. "La mia voce... la...la mia voce" borbotto disorientata mettendomi una mano alla bocca. Il mio amico sospira vistosamente ed esclama:"Mi hai fatto prendere uno spavento! Non agitarti, ti prego, non ti sei ancora ripresa del tutto" e detto ciò mi aiuta a sdraiarmi nuovamente sul prato. Poggio il capo con discrezione e poso i miei occhi su Jace. Non ho idea dell'espressione che io abbia, ma il mio amico sobbalza nel vedermi, quasi avesse visto un'indemoniata. "Ti prego raccontami tutto" esclamo con tono supplichevole stupita nel veder uscire dalla mia bocca parole in uno strano inglese. "Sì, però cerca di stare tranquilla" bofonchia Jace scostandomi una ciocca di capelli dagli occhi. "Dopo che siamo arrivati in questo bosco, io mi sono svegliato quasi subito. Inizialmente ero davvero traumatizzato, sono anche stato male. Mi è sembrato di ritrovarmi all'inferno se devo essere sincero, avevo la vista appannata e un freddo cane. Fortunatamente mi sono ripreso dopo venti minuti e ho iniziato a stare meglio, fino a quando non mi sono risollevato del tutto. Tu, però, non ti svegliavi. Lo ammetto, ho temuto che fossi morta. Il tuo respiro era impercettibile, ma fortunatamente Armela mi ha tranquillizzato dicendomi che il tuo stato era una sorta di autodifesa da parte del tuo corpo. Saranno passate come minimo due ore da quando siamo qui". "Due ore?" esclamo sopresa "E dov'è adesso Armela? Perchè parliamo in questo strano inglese?". "Piano, non farti troppe domande, riceverai le risposte man mano" risponde lui "Armela è andata a cercare una pianta medicinale per il tuo risveglio, tornerà a momenti. Riguardo al cambio di lingua, abbiamo subito un incantesimo per sembrare dei veri inglesi medievali. Insomma, parliamo l'Anglosassone". Ascolto le parole di Jace come fossero versi della Bibbia. Ho un disperato bisogno di sapere cosa accadrà ora che siamo nel Medioevo e l'unica persona che può darmi risposte certe è Armela. "Riposa ancora un attimo" afferma ad un certo punto il mio amico "Approfittane prima dell'arrivo di Armela. Comprendo il tuo mal di testa, anch'io l'ho avuto". Seguo il consiglio di Jace senza fare domande. Chiudo gli occhi e provo ad assaporare tutto ciò che sento con i sensi. Il profumo della natura, i versi degli animali, il vento soffice sulla pelle. Devo adattarmi a questa nuova situazione. Sono io che ho accettato e devo portare a termine la mia missione. Devo farlo per Armela. Devo farlo per Jace. Devo farlo per la magia. E devo farlo, prima di tutto, per me stessa.

La principessa di Savalon  (In pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora