Capitolo 10

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SECONDA PARTE


Sono trascorsi poco più di due mesi da quando ho scoperto di essere entrata nella Cia. La mia vita è cambiata, il mio modo di pensare o agire è cambiato.

Nelle ultime settimane siamo stati addestrati seguendo una preparazione ardua e severa. Abbiamo fatto simulazioni di vario tipo, con diversi scenari, allenandoci fisicamente ma soprattutto psicologicamente. Ho imparato a sparare, ho imparato a difendermi nel combattimento corpo a corpo, ho imparato a disinnescare una bomba, ma soprattutto ho imparto a mentire rimanendo distaccata da tutto ciò che mi sta intorno.

Questa forse è stata la parte più dura dell'allenamento, proprio come aveva detto Liam. Ognuno di noi ha mantenuto la copertura iniziale: nel mio caso, studentessa di psicologia. Non è stato facile, perché spesso non rientravo in dormitorio e Megan mi faceva un sacco di domande, perciò ho dovuto incominciare a fingere di aver una relazione con Niall. Niall è stato il mio mentore, rimanendo sempre distaccato e freddo, tranne quando fingeva di essere il mio ragazzo. Ammetto che la cosa mi ha un po' turbata. In questi mesi ho avuto modo di conoscerlo di più, sempre con le dovute distanze che questa situazione ci impone, e sono rimasta felicemente sorpresa nel scoprire che è più simile a me di quanto immaginassi. Questo mi ha fatta avvicinare molto a lui, e spesso ho desiderato che il nostro rapporto andasse oltre la semplice amicizia. Ma non ho superato quel limite, almeno ci ho provato solo una volta e poi ho capito che dovevo restare al mio posto.

Appena qualche giorno dopo aver incominciato l'addestramento, una sera stavo rientrando a casa; un uomo sulla cinquantina si è avvicinato a me e, con la scusa di chiedermi delle indicazioni, mi ha assalito con veemenza, tentando di stuprarmi. In quel momento ho avuto dei flashback e il mio corpo è rimasto inibito. Non riuscivo a muovermi, non riuscivo a reagire, non riuscivo ad urlare; per fortuna Niall è venuto in mio soccorso e lo ha pestato a sangue. Era così rabbioso che ho dovuto trascinarlo via prima che ammazzasse quel porco. Quella sera è rimasto con me, non facevo che piangere perché mi sentivo debole, mi sentivo denudata della mia dignità, mi sentivo come ai vecchi tempi. Lui è stato molto carino, non mi ha forzata a parlare, ma mi è stato semplicemente accanto, come se avesse capito tutto. Avevo solamente bisogno che qualcuno condividesse il mio dolore, perché sentivo di non riuscire a sopportarlo.. In un suo sguardo ho trovato la rassicurazione e in quel momento l'ho baciato. È stato un bacio liberatorio. Ma qualche istante dopo lui si è tirato indietro, guardandomi con la faccia di chi si è pentito di quello che ha fatto. Non mi ha detto molto, si è alzato e se n'è andato, lasciandomi di nuovo con un "jen.. non posso" . Quella volta però non ero arrabbiata o delusa, non mi sono sentita stupida, perché capivo. Capivo cosa voleva dire e non so perché l'ho baciato. Forse è stato solamente perché avevo bisogno di sentirmi meno sola. Durante le settimane successive agli allenamenti ha mantenuto le distanze, e io ho accettato la sua decisone; questo perché volevo dimostrargli che avevo capito. Così pian piano siamo ritornati al punto di partenza. Ogni tanto ci vedevamo sul tetto del quartier generale e chiacchieravamo come la prima volta. Ed è stato in quelle circostanze che ho imparato a conoscerlo e lui a conoscere me, fino a rendermi conto che il motivo per cui ero attratta da lui era perché siamo vicini interiormente. Il nostro modo di parlare, di pensare, la concezione di vivere le cose; entrambi indossiamo un'armatura che ci distanzia dagli altri il giusto per non essere feriti; entrambi conviviamo con un passato alle spalle che vorremmo dimenticare, ma per quanto proviamo a sotterrarlo salta sempre fuori, e puntualmente ci mette a dura prova.

Ora sono i primi di dicembre, sono all'ultima settimana di allenamento e ogni volta che mi guardo allo specchio quasi non mi riconosco. Infilo le converse rosse e chiudo l'armadietto. Oggi ci aspetta l'ultima simulazione prima del grande test finale che accerta la nostra idoneità.

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