I battiti delle mani che applaudono non riescono a cancellare la mia espressione da pesce lesso. Di fronte a me ci sono il Generale Pierce, il maggiore Burton, Kim, Niall e Liam.
- Complimenti signorina Leighton, ha concluso eccellentemente il suo test. Ora è a tutti gli effetti un agente operativo.- si avvicina il Generale,allungando la mano. Sono confusa, quindi era tutta una farsa? Penso che uscirò pazza al ritmo di queste menzogne.
- Gr-grazie- balbetto , stringendo la mano del generale ancora incredula. Ma che cazzo?!
Metabolizzo piano, piano l'accaduto. Era una simulazione, era tutto calcolato. Non mi stupirò mai di quanto possa essere infimo e altamente contorto il modo di porsi della Cia. Per quanto sia elettrizzata da questo mondo così frenetico, di fronte a ciò rimangio scioccata e inquietata. Mi sento come se in fondo fossi la loro marionetta. Capisco che in questo caso era a fin di bene, per testare realmente le mie reazioni, ma fino a che punto posso spingersi? Spero mantengano una certa moralità.
Il generale si affretta ad uscire dalla stanza, dicendo che deve concludere delle faccende di alto rilievo. Dopo una serie di complimenti da parte di Kim, Liam e William i tre mi lasciano sola con il "mio mentore" , come mormora Kim, l'ultima ad uscire dalla stanza.
-Finalmente una spia.- rompe il ghiaccio Niall. - Congratulazioni.- fa un sorriso, ma non è come al solito. Sembra finto e forzato.
- Già- sospiro. Ripenso a poco fa. La reazione che ho avuto è stata il frutto di quella frase... la frase! "vuoi altre cicatrici per ricordo?" . Loro sanno?
- mi dispiace..- commenta all'improvviso Niall spezzando il silenzio e riportandomi alla realtà. Lo guardo con aria interrogativa.
- ti dispiace? E per cosa?-
- Per quello che ti hanno detto.- si passa una mano tra i capelli, ma evita di guardarmi. Non so per quale motivo, ma non vuole sostenere il mio sguardo. Mi stupisco di questo suo interesse, sembra quasi che mi abbia letto nel pensiero.
- quindi tu sai..- mi si incrina un po' la voce. Ripensare a mio padre è sempre un'arma a doppio taglio. È come se la mia anima fosse divisa in due: da un lato c'è la "Jen bambina", quella ingenua e docile, quella fragile, vittima e preda, quella che poteva soccombere nelle sue lacrime per quante ne ha versate. Dall'altro invece, c'è la Jen irruente, quella che si è ribellata, che ha detto basta. Quella che ha voluto reagire e fermare quell'orrendo incubo reale. Entrambe le parti sono in continuo conflitto tra di loro. Ovviamente io prediligo la seconda, non voglio sentirmi più così, non mi piace sentirmi e tanto meno farmi vedere fragile. Non voglio permettere che accada mai più. Con tutte le mie forze tento di mandare giù quelle debolezze... ma spesso, troppo spesso mi rendo conto che non è così facile. Prima è stato uno di quei casi; se da un lato la mia rabbia e l'odio sono stati la scintilla che ha fatto scattare la mia reazione, d'impatto ho avuto un altro flashback e quello non ha fatto che inibirmi.
- si.. - risponde dolce Niall, quasi come se volesse compatirmi. Non voglio essere compatita, per quanto apprezzi che lui possa provare questo per me, non voglio che la gente mi guardi in quel modo.
- da quanto tempo lo sai?- domando.
- da ancora prima che ci incontrassimo.. sul tuo dossier c'era scritto...- poi si blocca, come se volesse evitare di torturarmi ulteriormente. Lo apprezzo molto.
- capisco.. ma come diavolo fa la Cia a sapere queste cose?- chiedo incredula.
- la Cia scopre tutto quello che vuole sapere, ricordatelo sempre Jen.- risponde serio avvicinandosi.

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ICEBERG
FanfictionJennifer è una diciottenne di Chicago. Si trasferisce a New York per incominciare una nuova "normale" vita da studentessa universitaria cercando di dimenticare il trascorso doloroso della sua infanzia. Marionetta di un progetto più grande di lei, se...