Capitolo 16

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Sono le otto del mattino e stiamo per salire sul Jet privato che ci porterà in Inghilterra. È passata quasi una settimana dal giorno in cui ci è stata affidata la missione.

Tutto è trascorso in fretta. Non me ne sono resa conto per le mille cose che ho dovuto fare; il giorno dopo la riunione, infatti sono andata a trovare mia madre.

Da quando sta con Caleb ci tiene sempre a passare le feste con tutta la famiglia. Lo scorso anno a Natale eravamo una trentina: ha fatto venire perfino gli zii dall'Italia.

Io, per ovvie ragioni, non sopporto il Natale. Mi viene il volta stomaco solo a pensarci. Ho cercato di non fare troppe storie, ma in pratica ho sempre passato la maggior parte del tempo nascosta in soffitta a leggere o ascoltare musica cercando di ignorare il tutto.

Tante volte non sopporto mia madre perché provo tanta rabbia nei suoi confronti, ma una piccola parte di me ne è impietosita; l'ho sentita piangere più di una volta di notte, in bagno dopo l'incidente con mio padre.

In fondo, ma proprio in fondo, penso che anche lei fosse una vittima come me. Quella parte del mio subconscio prova compassione, ma è troppo piccola in confronto alla restante che è amareggiata,delusa e cova un rancore profondo..

Sì, perché tante volte ho avuto l'impressione che mia madre sapesse, ma non facesse niente. Tante volte ho avuto il sospetto che lei avesse fatto una scelta: quella di rimanere in silenzio a guardare. Per quanto abbia sempre detto che non si è mai accorta di nulla e che "se solo lo avesse saputo", avrebbe lasciato mio padre molto prima, mi sembra assurdo che non si sia mai resa conto di com'era la situazione realmente.

Una parte di me perciò la incolpa e so che non dovrei... ma non posso farci niente.

Mi sono sentita abbandonata a me stessa e per salvarmi, nel vero senso della parola, ho dovuto reagire; ho dovuto farlo da sola.

Spiegarle il motivo per cui non sarei stata presente a questo Natale non è stato semplice, anzi è stato molto imbarazzante. Soprattutto per la presenza di Niall che è venuto con me, continuando la farsa del bravo fidanzato che avrebbe portato la sua ragazza a conoscere la famiglia in Europa. Non è mai stato un problema fingere davanti a Megan, ma con mia madre è stata tutta un'altra storia. Sarà che la sua perpetua invadenza, mi ha messo così tante volte alle strette che avrei voluto sotterrarmi o sparire da li; eppure la Cia mi ha addestrato a questo, a mentire.

Niall invece è stato un bravissimo attore e ne sono rimasta sorpresa. Gentile e premuroso, romantico, brillante.. il perfetto ragazzo ideale, quasi non mi sembrava lui per la spontaneità dei suoi gesti. Con i suoi modi di fare e le sue conoscenze sulla letteratura italiana ha conquisto mia madre in men che non si dica, ed è riuscito a farle bere la scusa della vacanza. Quando le avevo accennato la cosa al telefono aveva tirato un grido e mi aveva intontita di frasi a raffica sul perché era importante passare il Natale in famiglia.

Per mia fortuna i tre giorni sono volati in fretta e dopo i diabetici pianti di mia madre, siamo ritornati alla base.

Nei due giorni successivi abbiamo lavorato NO STOP per la missione. Ogni minimo dettaglio è stato visto e rivisto più volte perché come dice Niall "se c'è un modo per non fallire mai, è non lasciar nulla al caso" .

Sull'onda di questo pensiero, ho iniziato a studiare il mio personaggio:

Ashley Benson, 24 anni, da poco laureata in Storia dell'arte antica e moderna. Stagista presso il museo MOMA, e collaboratrice per il Louvre. Nata ad Oxford ma cresciuta a New York, in New Jearsy.Ambizioni dal punto di vista lavorativo? Diventare direttrice del museo del Cairo.

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