Capitolo15

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- LOU!- grido alzandomi dalla sedia, senza riuscire a trattenermi.

Tutti si voltano a guardami, ma non riesco a preoccuparmi della loro reazione perché sono ancora troppo scioccata. "CHE CAZZO DI SCHERZO E' QUESTO?!!!" è l'unico pensiero che continua a circolarmi nella testa. Un silenzio imbarazzante si staglia per tutta la stanza, ho la bocca ancora spalancata per lo shock e non riesco a dire nulla. Louis mi sorride. - Ciao Jen!- si contiene.

- La prego di contenersi agente Leighton!.- mi riprende severa il Generale.

Io arrossisco per l'imbarazzo. Solo ora mi rendo conto quanto possa essere sembrata infantile di fronte al resto della squadra. Mi risiedo immediatamente e adocchio Derek di fianco a me che ride sotto i baffi. Gli mollo un calcio sotto il tavolo per farlo smettere; lui fa una smorfia di dolore senza riuscire a trattenersi. "Te lo meriti, stronzo!" .

- Vi prego di lasciare i saluti a tra poco. - aggiunge il generale. - ora vorrei rimanere con la squadra che dovrà partire domattina per ultimare gli ultimi dettagli della loro missione.- conclude il generale facendoci un cenno con le mani si alzarci.

Niall è il primo ad uscire. Ecco a cosa si riferiva prima: a Louis. LOUIS! Il mio migliore amico è qui!! Non riesco ancora a crederci. Voglio sicuramente delle spiegazioni, ma sono davvero felice che sia qui, sono cinque anni che non ci vediamo, escludendo le videochiamate fredde e a scatti che Skype ci ha concesso di fare. Mi affretto ad alzarmi e lo raggiungo sulla soglia della porta, dove mi sta aspettando. È li in piedi e sorridente, anche lui è felice. Usciamo dalla stanza e finalmente posso abbracciarlo.

I suoi abbracci quanto mi sono mancati, il suo profumo. Adoravo il suo profumo, spesso infatti gli rubavo delle felpe. Forse perché mi faceva sentire meno sola. Durante la mia infanzia lui è stato la mia àncora di salvezza, il fratello che non ho mai avuto. Il nostro abbraccio mi sembra racchiudere tutto quello che abbiamo passato insieme da bambini fino ad adulti, grandi e con due vite completamente nuove. Nonostante la distanza, il nostro legame non è mai venuto meno, ma al contrario non ha fatto che rafforzarsi.

- Mi sei mancato tanto- sussurro ancora attaccata a lui.

- Anche tu Sherly- risponde mentre ci stacchiamo.

Restiamo qualche secondo in silenzio a guardarci l'uno negli occhi dell'altro, un po' come hai vecchi tempi: non sono mai servite troppe parole per capirci. Nonostante la situazione assurda, l'intesa che avevamo non l'abbiamo persa. Capisco che vuole spostarsi in un luogo più appartato per fare una chiaccherata, così gli faccio cenno di seguirmi e lo porto nell'unico posto in cui c'è concessa un po di privacy: il tetto.


- Che bel panorama quassù- esclama guardando la città piena di luci avvolta dalla notte.

- Non è male dai.- mi siedo a gambe incrociate su di un muretto.

- Ancora non le hai buttate?!- sorride guardando ai miei piedi le converse rosse che mi aveva regalato a quindici anni.

- Mai! Le porto sempre con me.- rispondo fiera. Lui si avvicina e si siede accanto a me portandosi le ginocchia su.

- Sarò costretto a comprartene un paio nuovo allora.- ridacchia e io con lui. Continuo a guardarlo ancora esterrefatta per la sua presenza qua. - immagino ti starai chiedendo cosa ci faccio qui.- sospira.

- In effetti..- annuisco.

- Ti ricordi quando a nove anni ho invento "Packman"?- mi domanda. Non capisco cosa possa centrare il software con il suo ritrovo qui.

ICEBERGDove le storie prendono vita. Scoprilo ora