Capitolo 19

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Sono le due del pomeriggio, ancora tre ore e finalmente potrò andar via. Sto correndo da una parte all'altra del museo da questa mattina; penso che potrei uscir pazza per il trambusto che c'è quest'oggi. Considerato che questo è solamente il mio lavoro sotto copertura, mi sto impegnando molto. La galleria è avvolta da un caos infernale. Mancano pochi giorni a Natale e gli ingressi sono aumentati in un batter d'occhio. Siamo pieni di scolaresche e gruppi turistici che fanno tour ininterrottamente , il via vai di persone è così esorbitante che abbiamo dovuto aumentare la sicurezza del doppio.

Corro da un'ala all'altra dell'edificio per fare conferenze e controllare che sia sempre tutto in ordine,ma inizio ad essere stanca e irascibile. D'altra parte non ho avuto neanche il tempo di pranzare, ho le gambe indolenzite e le caviglie gonfie. Vorrei togliermi questi tacchi infernali ma non ho neanche il tempo di prender fiato. Sarei curiosa di sapere chi è lo stronzo che ha deciso che bisogna portare i tacchi a lavoro. Sicuramente un uomo, e anche sadico.. una donna non sarebbe mai stata così masochista.

Corro verso l'ascensore prima che si chiuda. Mi hanno chiamato per una conferenza al secondo piano, non ne posso più di parlare d'affari. Mi infilo velocemente prima che le porte si chiudano e solo quando sono dentro mi rendo conto che non sono sola: c'è Stone.

Non vedo Harry da ieri sera. Questa mattina quando sono arrivata non era in ufficio, tutti gli impegni della giornata mi son stati lasciati su un foglio kilometrico con accanto un caffè, il solito aromatizzato alla nocciola. Quando ho visto la lista volevo spararmi; ho pensato che fosse il suo modo di vendicarsi al rifiuto della cena, ma poi ho notato il post-it che ha appiccicato sopra:

" oggi ti aspetta una giornata impegnativa; in mattinata sarò in centro per delle commissioni, cerco di rientrare il prima possibile, nel frattempo ti lascio il comando su tutto.

So che sono in buone mani.

p.s. in caso cambiassi idea l'invito è ancora valido.

Harry : )X"

Ho deciso di accettare l'invito per poter installare qualche cimice in casa sua e magari scoprire altro sul pakistano e quella donna, Farrah.

- Harry! sei tornato.- esclamo - questa mattina è un inferno..- dico esausta con ancora il fiatone per aver corso.

- Hai ragione. Scusami se ti ho lasciato da sola, ma avevo un sacco di giri da fare.- si giustifica mordendosi il labbro. Certo che le sue labbra sono davvero perfette.. così sexy.. "JENNIFER!" mi ammonisco e torno in me.

- Tranquillo, spero cucinerai qualcosa di sensazionale per farti perdonare.- dico divertita continuando però a guardare le porte dell'ascensore. Evitare il suo sguardo mi da un senso di superiorità. Come se fossi desiderata. In realtà e solo un modo per evitare di fissarlo come un'ebete. Anche lui tiene lo sguardo avanti, ma alla frase noto con la coda dell'occhio che si lascia scappare un sorriso appagato. In fondo ha ottenuto quello che voleva.

- Passo a prenderti alle sette e mezza, va bene?- domanda perentorio. Cerca di mantenere il controllo e fa finta di guardare che ora è.

- Perfetto direi- cedo e mi volto a guardarlo .

- Bene- mi guarda poi soddisfatto. Questa mattina sembra più affascinante del solito. Ha un elegante vestito nero con una camicia celeste che risalta gli occhi chiari. Si passa una mano tra i folti capelli riccioluti e distoglie lo sguardo. Ho notato che fa questo gesto ogni volta che è agitato o nervoso.

- Beh non mi chiedi l'indirizzo?- chiedo divertita per questa sua dimenticanza.

- Non mi serve, io so sempre tutto!- ribatte spavaldo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 29, 2016 ⏰

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