Capitolo 13

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《Non parla, è decisamente una persona ma non so come abbia fatto a strappare il cuore a William, ci vuole troppa forza per fare una cosa del genere...ho detto che non parla?》mi girai verso la cella dove era rinchiusa la "persona" che mi aveva sfondato la finestra e che aveva strappato il cuore al mio ragazzo.《Grazie Cam, adesso ci provo io》Cam sbuffò e cominciò ad allontanarsi《stai attenta e buona fortuna》. Sospirai e mi rivolsi allo strano tizio dietro alle sbarre《senti, tu mi hai svegliata nel cuore della notte e hai strappato il cuore al mio ragazzo, e adesso pretendo spiegazioni》dissi autoritaria ma lui non si mosse nemmeno. Sbuffai e mi appoggiai alle sbarre《eddai, sappiamo che c'è un assassino morto che non voleva essere dimenticato ma che di fatto è stato dimenticato e...》《no, non è vero》. Aveva parlato. Aveva. Parlato.《Come scusa?》lui sembrò chiudersi come un riccio e io mi attaccai alle sbarre《hai detto qualcosa, forza continua》. Non parlò finché non arrivai al suo punto debole. Ero talmente intelligente che in quei pochi minuti capii non solo quel che voleva dire, ma anche chi era.《Tu sei l'assassino》si irrigidì sotto la pesante giacca, ma non alzò la testa abbastanza perché potessi vederlo in faccia《tu non volevi essere dimenticato e uccidere quelle persone non ti bastava, così hai deciso di mettere in moto qualcosa, ma cosa?》chiesi più seria che mai con un tono di voce imperioso《senti, non volevi essere dimenticato, ma se andassi in giro a chiedere del tizio che uccise tante persone anni fa nessuno saprebbe rispondere, e sai perché?》ovviamente non rispose, ma vidi le sue mani, ancora sporche di sangue, stringersi a pugno. Sorrisi e mi avvicinai ancora, per quanto possibile《perché ti hanno dimenticato》. In mezzo secondo, mi fu davanti sovrastandomi. I suoi occhi grigi erano colmi di rabbia e il viso era contratto in una smorfia《no, non potete averlo fatto》sospirai teatrale《e invece si che lo abbiamo fatto, io non ho la più pallida idea di chi sei, e non lo sanno nemmeno gli altri, ma adesso spiegami perché non sei dove dovrebbero tare tutti i morti》《te lo dico io perché!》urlò la voce di William, che fece irruzione nella stanza. Lo guardai sorpresa《come hai fatto a trovare il magazzino?》chiesi sorpresa e lui mi guardò come se avessi sette teste《sei pur sempre la mia ragazza, devo sapere dove vai quando c'è un assassino in giro》si rivolse al prigioniero e si indicò il petto《era necessario?! Hai almeno una vaga idea di come ci si senta a stare senza un cuore?! Hai idea di quanto sia fastidioso sentirlo crescere e di come sia avere il sangue fermo?! Adesso cosa mi impedisce di strapparti l'intestino e fartelo ingoiare?!》lo fissai stranita《perché l'intestino?》chiesi e lui si attaccò alle sbarre《perché è lungo otto metri!》oddio.《Amore, perché non ti calmi? Intanto sappiamo che è l'assassino ma non sappiamo il nome, e se ha deciso di prendere di mira te ci sarà un motivo》una luce rossa gli illuminava gli occhi, una maschera scheletrica sotto la pelle lo rendeva spaventoso e sexy ed emanava un'aura glaciale che mi penetrò nelle ossa. Mi strinsi nelle braccia per scaldarmi《ascoltami, devi calmarti》《calmarmi? Ti è arrivato troppo vicino!》urlò e, dal nulla, comparve la sua falce dalla lama scintillante. Mi pareva di vedere il sangue che colava giù senza fretta.《Adesso mi assicurerò che non possa fare più niente》la sua voce era tagliente quanto la lama della sua falce, una promessa di morte che avrebbe perseguitato chiunque. Talmente diversa da quella dolce e sensuale che usava di solito. E così capii: lui era la morte, era così di natura, spaventoso e bellissimo, sensuale e mortale. Mio e di nessun altro. Guardai l'assassino, che guardava William con disprezzo. Andai vicino a William e presi una sua mano tra le mie《hey, devi calmarti》non sembrò ascoltarmi, così lo abbracciai per uno scopo ben preciso. Schiacciai tutto il mio corpo contro il suo, incurante dell'assassino che osservava, poi accostai le labbra al suo orecchio《se non ti calmi non potrai testare il tuo nuovo cuore》sussurrai sensuale e con la mano viaggiai verso la cintura dei suoi jeans. Le sue mani mi strinsero i fianchi e, immediatamente, fummo in casa sua. Inutile dire che ero già nuda e stesa nel letto enorme. Mi fu subito sopra, le sue labbra divoravano le mie. Le sue mani erano caldissime e mi stringevano a sé. Ansimavo senza vergogna e mi lasciai a lui quando le sue dita trovarono la fessura umida al centro del mio corpo e vi si insinuarono dentro. Inarcai la schiena quando mi penetrò con un secondo dito, urlai al terzo e gli artigliai la schiena al quarto. Le sue labbra scesero fino al seno e presero un capezzolo in bocca. Quando succhiò, non lo fece con delicatezza, ma con forza sufficiente a farmi quasi svenire. Con l'altra mano mi palpò l'altro seno e premette l'erezione possente contro la mia pancia.《William...muoviti cazzo...》si fece strada fino al mio orecchio a leccate e, quando fu li, mi sussurrò qualcosa di davvero eccitante《non si dicono le parolacce Nastasia, per la ragazze cattive c'è la punizione》. Mi punì. Eccome se mi punì. E in cosa consisteva la punizione? Scese fino alla mia intimità e cominciò a masturbarmi per poi intervenire con la sua lingua diabolica. Per cinque volte mi impedì di venire. E ogni volta mi leccava e mi masturbava, mi succhiava il clitoride dolorante e lo stuzzicava con la dita. Per cinque fottutissime volte non mi fece venire. La sesta fu quella buona, perché strisciò fino in cima e, con un unico colpo dei fianchi, mi riempì con la sua erezione. Il mio urlo squarciò l'aria e affondai i denti nella sua spalla. Cominciò subito a...scoparmi. Era forte, molto forte, e io mi godevo ogni spinta, ogni suo gemito e ogni sua smorfia di piacere. Chiusi gli occhi e lo vidi, un orgasmo meraviglioso proprio sul ciglio di di uno strapiombo, che che mi aspettava, che mi chiamava. Corsi nella sua direzione, aiutata dalle poderose spinte di William e alla fine mi gettai su di lui e caddi nello strapiombo. Venni travolta da un calore avvolgente e un profumo di rose mi circondava e udii chiaramente il ruggito di William nel momento in cui venne inondandomi con il suo seme caldo. Quando aprii gli occhi, incontrai quelli di William, che erano selvaggi e colmi di piacere. Con il fiatone, dissi la prima cosa che mi venne in mente prima di svenire《questo cuore funziona alla grande》.

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