CAPITOLO I-ALIAN

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Alian socchiuse gli occhi, mentre un raggio di sole si infiltrava incerto tra le tende della sua stanza, si voltò sul letto, coprendosi il viso con il cuscino.

Era una giovane mezz'elfa di 16 anni, dai lunghi capelli color pece con innumerevoli riflessi bluetti, gli occhi di un profondo verde foresta, la carnagione molto scura, eredità indelebile di suo padre, un Varden del sud, dalle sfumature ambrate, ma i tratti del viso erano quelli di un elfo, così come il fisico agile sebbene slanciato e sensuale. Nei 250 anni passati dalla sconfitta di Galbatorix, i rapporti tra elfi e umani erano progressivamente migliorati, tanto che qualche decennio prima era comparso per la prima volta un mezz'elfo, sfortunatamente, si trattava di casi più unici che rari e che non venivano accolti molto bene da nessuna delle due specie: nonostante i migliori rapporti, infatti, la fiducia tra le due razze era ancora ben lontana dal poter essere definita stabile. Generalmente quelli come lei non erano molto ben visti, ma qualcuno doveva pur occuparsene e allora erano i genitori a scegliere e ben di rado la controparte elfica accettava di occuparsi del piccolo mezz'elfo in questione, a quanto aveva sentito dire Alian, solo un misero 5% dei suoi simili abitava nella Du Waldenwarden, e solo il 23% l'aveva mai visitata.

Lei faceva parte di questa piccola percentuale: abitava con sua madre presso Nadindel, una grande città elfica dell'ovest. Aelen era un'elfa di 132 anni, una delle tre allieve di Rhunon, che dopo la Grande Guerra aveva deciso di trasmettere la sua arte a tre giovani elfe della sua città natale, e aveva conosciuto suo padre in occasione della consegna di una spada ad un giovane cavaliere di Teirm. Da li era nata la loro relazione, ma Aelen sentiva la mancanza del proprio mestiere e della propria casa, per cui lei e Nadda, suo padre, erano partiti per Nadindel...da li il caos. La famiglia di sua madre non aveva preso bene la notizia che la loro figlia fosse incinta di un mezzosangue, e con il proprio atteggiamento sempre più sprezzante aveva costretto ben presto il giovane e timido umano ad andarsene, per poi rinfacciare alla figlia l'inaffidabilità di quella specie mortale e troppo debole anche solo per seguire una relazione seria. Era quindi cresciuta con sua madre, ma i loro rapporti, a causa della mancanza di una figura paterna e dei rimorsi di Aelen, si erano rapidamente deteriorati fino a quando a dieci anni Alian aveva preso la decisione di frequentare l'Accademia di Magia della città, trasferendovisi e lasciando definitivamente la casa materna.

L'Accademia di Magia era stata fondata subito dopo la Grande Guerra e ospitava non solo elfi, ma anche umani o nani, o comunque tutti coloro che fossero interessati ad imparare le arti magiche. Nonostante il suo nome, l'Accademia non insegnava solo l'utilizzo della magia, che rimaneva però comunque il motivo fondamentale della sua fama in tutta Alagaesia, ma anche l'utilizzo delle armi, la strategia militare, la conoscenza delle erbe e degli infusi e molto altro ancora. Dai 10 ai 15 anni i corsi erano fissi e l'orario uguale per tutti, così come le materie, ma dai 16 anni in poi ogni studente poteva scegliere le materie in cui specializzarsi e i corsi da seguire: Alian aveva deciso di puntare sui corsi di armi leggere, magia ed erbologia, materie che le erano congeniali. L'Accademia era un complesso di innumerevoli torri e torrette costruiti a ridosso della grande rupe rocciosa che proteggeva con la sua ombra il lato nord della città, grazie alla fusione di pietra e legno consentita dall'unione dell'arte nanica con quella elfica.

Alian si alzò sbadigliando. La stanza era una modesta cameretta con un letto a castello, che Alian condivideva con una ragazza umana dalla folta e ribelle chioma rosso fuoco di nome Helia, due piccole scrivanie, un bacile per le abluzioni e un piccolo armadio per i vestiti. Helia stava ancora ronfando pacificamente sotto di lei e Alian sghignazzò, saltò a terra e si risciacquò il viso, poi vi immerse un bicchiere e lo versò sulla testa della compagna: "Ehilà, dormigliona! Alzati che oggi è un gran giorno! Insomma, magari le uova arrivano e vorrebbero scegliere te, che non ci sei perchè stai ancora ronfando!"

Eragon: Alian and the New GenerationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora