Eragon: Alian and the New Generation

CAPITOLO X-ATTACCO A SORPRESA DALLA PORTA PRINCIPALE

Quando Murtagh e Neyrna avevano parlato, per un secondo i ragazzi si erano illusi che stessero scherzando: quella sera stessa dovettero ricredersi.

Si erano accampati fuori dalla tormenta, in un punto sui monti abbastanza lontano da non essere notati ma sufficientemente vicino da permettere loro di tenere d'occhio la fortezza senza troppi problemi. Stavano cenando, mentre Murtagh li istruiva sul piano d'attacco.

"Il nostro obiettivo è recuperare Eragon, solo quello, quindi eviteremo di incappare in scontri inutili" stava dicendo.

"Ti rendi conto che hai appena parlato come Arya, vero?" lo rimbeccò fredda Miryel.

Varamyr sghignazzò. A volte la giovane umana degli occhi glaciali lanciava delle vere e proprie frecciate non da poco, in grado addirittura di zittire Firnen o Umaroth, anche se nessuno riusciva ancora a capire se lo facesse di proposito o le venisse naturale.

"Zitti e ascoltate. Useremo un incantesimo per permettere ai draghi di reggere al freddo e alla bufera, poi io e Neyrna li distrarremo. Ci sono solo 15 cavalca-viverne nella fortezza, Azura, che ha la vista più acuta, ha detto che gli altri si sono alzati in volo questa mattina presto, quindi non ci disturberanno. Mentre noi li terremo occupati voi entrerete nelle segrete. Si tratta del grosso edificio rettangolare e demente che si trova al limitare ovest della fortezza, avrete circa quindici minuti per entrare e liberare Eragon. Rimanete dietro a Saphira, è la più grande e ne sa più di voi in fatto di combattimenti"

I ragazzi si guardarono. Alian era pensierosa, poi si fece avanti: "E che facciamo se cercano di ipnotizzarci?"

Murtagh la fissò interrogativo.

"Quando l'intruso si è introdotto a Ellesmera era riuscito a lanciarmi una specie di incantesimo ipnotico...se ci provassero?"

"Non ce ne avevi parlato"

Era confusa quella notte, probabilmente era troppo scossa per l'accaduto. Inoltre non sappiamo ancora cosa sia successo con sicurezza, quindi...

Neyrna intervenne: "Per quello direi di creare una barriera che vi protegga dagli incantesimi come quelli. Ci vorranno un paio di giorni, ma ne varrà la pena"

Attaccarono dopo due giorni.

Quando ricevettero il segnale dagli altri, non dovettero far altro che seguire Saphira, la quale non si fece molti scrupoli contro i suoi avversari. La furia della dragonessa era tremenda, e non lasciava quasi spazio all'azione per i giovani novizi, che la fissavano stralunati e leggermente impauriti falciare gli avversari ruggendo di rabbia e furore. In quei giorni era stata estremamente silenziosa e impaziente, nemmeno la figlia, Pyras, era riuscita a calmarla: la lontananza del suo compagno la corrodeva dentro, rendendola irritabile e nervosa. In quel momento si stava scatenando. Sebbene fosse evidente che quelli non erano certo avversari da poco, nulla potevano senza il supporto delle viverne e contro l'incredibile mole della dragonessa, che non si faceva scrupoli a bruciarli vivi. I ragazzi erano terrorizzati: era la prima battaglia a cui partecipavano, ma non gli piaceva per niente. Sangue scorreva a fiotti sul terreno, formando immense pozzanghere color porpora, resti di cadaveri bruciati e anneriti tappezzavano le strade, mentre loro si dirigevano in fretta verso le segrete.

All'interno trovarono ad attenderli un piccolo plotone di soldati wivern armati di tutto punto: Alian notò che le loro cotte nere portavano un emblema dorato, raffigurante un serpente che stritolava un drago, le zanne gocciolanti di veleno verde. Il primo soldato era alto almeno il doppio di lei, ma non esitò un secondo. Sfoderate le sue katane gemelle, si gettò nel combattimento con tutta se stessa. Quelle creature apparivano quasi paranormali: erano molto più forti di loro, e vantavano, nonostante la mole, una velocità incredibile, superiore a quella della maggior parte degli elfi, per non parlare dell'insolito utilizzo che facevano delle loro code, che erano come vere e proprie armi. Solo con l'appoggio dei loro draghi, e anche li comunque con fatica, riuscirono a superarli.