CAPITOLO XVII-LA CADUTA DELLA GEMMA SMERALDINA

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La battaglia si era conclusa.

Tutto era finito.

Ucciso Thraingeer, Murtag e Neyrna si erano separati. Lei si era diretta a supporto delle navi da trasporto, dove Varamyr e Miryel non se la passavano per nulla bene. Lui aveva invece deciso di supportare l'ala sinistra, dove innumerevoli Cavalieri combattevano strenuamente contro le armate nemiche, Firnen, in particolar modo, tentava di essere ovunque, nonostante Arya fosse tra le navi che avevano perso nella tempesta.

Stava volando verso di loro quando lo vide. Rapida come un fulmine, una viverna immensa attaccò il drago verde alle spalle. Era la bestia più grande che avesse mai visto, grossa almeno due volte il giovane drago smeraldino che nulla potè contro di lei. Murtag urlò. Castigo ruggì di rabbia e frustrazione. Ma non poterono che fissare impotenti le zanne della belva affondare troppo in profondità nel collo del giovane drago che guaì di dolore. La vita abbandonò in pochi secondi i suoi occhi color dell'erba novella a primavera, mentre esalando l'ultimo respiro cadde verso il mare in tempesta.

Un lampo bianco e uno blu lo precedettero, mentre Saphira, Jarkaal e Maagmar fermavano la caduta di Firnen a mezz'aria. La dragonessa adagiò dolcemente il compagno su una delle navi di soccorso, dove subito una ventina di elfi medici accorsero per verificare le condizioni del drago. Ma era troppo tardì. Saphira ruggì di dolore verso il cielo, mentre Jarkaal e il suo compagno decollavano diretti verso l'assassino del loro valente alleato.

In groppa alla bestia enorme vi era solo un bambino, ma mai Murtag avrebbe dimenticato quegli occhi, due fosse nere come la morte e la disperazione più profonde, e per la prima volta ebbe paura. Sentì il marchio che gli era stato imposto al braccio bruciare come un tizzone ardente, mentre il piccolo Wivern gli sorrideva serafico. Jarkaal era a pochi metri da lui e in un istante Murtag e Castigo seppero di dover impedire ad ogni costo uno scontro diretto tra i due. Si gettarono verso i loro compagni, rispingendoli a terra con decisione.

"Che cazzo stai facendo? Quel coglione ha appena ucciso il nostro compagno! Non mi darò pace fino a quando non gli avrò infilato la mia spada su per il culo!" ruggì furioso l'Urgali fissandolo come se volesse incenerirlo sul posto.

"Non possiamo permetterci altre perdite, e nel caso non l'avessi notato quel tipo non è affatto un pappamolle!"

Non me ne importa una sega. Lo voglio ammazzare. Il campo di battaglia non è il luogo adatto per un moccioso, che se ne torni a succhiare le tette di sua madre! Sbottò Jarkaal ringhiandogli contro.

Un corno giunse allora in lontananza, assieme a un grido.

E Murtag potè vedere, a poppa di una della nevi giunte in loro soccorso, la figura di Arya che si stagliava in lacrime nella pioggia battente. Si morse un labbro. Avevano vinto la battaglia, ma chissà perché, non era per nulla contento.

Alian si risvegliò giorni dopo nella propria tenda, la testa dolorante e Hypnos accoccolato attorno a lei. Come aprì gli occhi il drago le saltò addosso, coccolandola teneramente. Stupida, stupida, stupida! Mi hai fatto morire di paura! Per un secondo ho creduto di perderti sul serio!

Qualcuno alle loro spalle si schiarì la voce. Jakhrys li fissava imbarazzato, consapevole che se lei aveva rischiato la vita, lo aveva fatto solo per lui. Hypnos lo fissò torvo. E tu che ci fai qui? Non dovresti passare il resto della tua vita a nascondere quel brutto muso che a messo a rischio la preziosissima salute della mia piccola?!

Hyp! Non trattarlo così! Il drago sbuffò, senza staccare gli occhi omicidi dal giovane.

Jakhrys arrossì visibilmente: "Hai ragione, forse è il caso che tolga il..."

Eragon: Alian and the New GenerationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora