L'attimo prima della fine

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Faceva roteare le lame intorno a lei per difendersi dalle sfere di ombra che l'arpia le lanciava. I lunghi boccoli indaco e viola le ricadevano sulla tunica bianca senza impedirle i movimenti. Sapeva che qualcosa non andava. E se lo sapeva, non era rassicurante. Saltò, cercando di avvicinarsi alla bestia, ma quella creò uno scudo d'ombra che la respinse. Puntava a quelle ali viola. Se fosse riuscita ad impedirle di volare, sarebbe stato tutto più semplice; ma come poteva esserci bisogno di lei contro quella bestia? Non era in grado di fronteggiarla, almeno, non da sola. Avrebbe tanto voluto che uno dei draghi, che difendevano la scuola dai cripzi all'esterno, si accorgesse di lei e che la aiutasse. Ma era da sola. Lanciò uno dei pugnali contro l'arpia, ma quella lo deviò. Si concentrò e lo fece deviare ancora con il suo potere. Il coltello andò a conficcarsi nell'ala sinistra della bestia, che cadde a terra gridando.

Un altro grido, simile a quello che aveva già sentito e che lo aveva portato dai gemelli, gli riecheggiò nelle orecchie. A loro si erano uniti anche Heleonor, che aveva un braccio rotto, Edgard, Ednor, Onor e Dita dando la notizia della caduta di Res e apprendendo quella di Neyra. Axel si voltò di scatto in direzione del grido:- Cosa c'è Axel? Cosa hai sentito?- gli chiese Ednor rendendosi conto che il giovane aveva udito qualcosa grazie ai suoi sensi di lupo:- Il grido di un'arpia!- rispose un attimo prima di trasformarsi e cominciare a correre. Gli altri si guardarono:- L'arpia che abbiamo fronteggiato non ha urlato- constatò Onor:- Forse non la vostra, ma quella che ha ucciso mia sorella si...- sussurrò Numor:- Per questo Axel è intervenuto. L'ha sentita!- esclamò il dominatore del fuoco. Gli Dei si guardarono preoccupati:- Naetha!- si illuminò Ithan scambiandosi uno sguardo di terrore con Manuel.

I demoni ombra davanti a lui cercarono di scappare. Inutilmente. Il Dio della Morte emanava vendetta da tutti i pori. Un'aura nera potentissima lo avvolgeva, facendo morire tutto ciò che sfiorava. Una a una tutte le ombre intorno a lui evaporarono. Si voltò allora verso il grande drago nero che lo sovrastava:- Da quanto tempo Tartaros- ghignò il Dio:- Troppo poco per me- ruggì il drago assottigliando i due occhi rossi come il sangue che aveva sul muso:- Non vuoi tornare negli Inferi? Come ai vecchi tempi...- :- Il mio soggiorno in quella catapecchia di anime è stato un'incubo! È giusto che ti ripaghi con la stessa moneta, Dio!- ruggì la bestia riempendo i polmoni e la gola di fuoco.

L'arpia avanzò digrignando i denti e facendo schioccare le ossa del suo corpo per ripiegare le ali dietro la schiena. Athena cercò di richiamare a sé il pugnale che aveva conficcato nell'ala della bestia, ma quella lo afferrò al volo e lo sbriciolò nelle sue mani. Evocò una sfera d'ombra e la lanciò contro la Dea che, prontamente, eresse una barriera di luce bianca contro la quale si infranse:- Bene bene...la Dea Athena, pensavo che Tanok ti avesse ucciso- sogghignò l'arpia:- Ho ucciso Tanok. Non vi ho mai riconosciute, ma se hai il dono della parola, sei Draia, giusto?- :- Non ti sbagli- annuì l'arpia sorridendo malvagiamente- Graia e Braia hanno ucciso uno dei tuoi a testa, prima di ritornare nel Nulla- sogghignò quella. Naetha si bloccò per un istante: ecco cosa c'era che non andava, se lo sentiva. L'arpia se ne accorse:- Non lo sapevi? Graia si è occupata della forte Dea Artemide e Braia dell'invincibile Dio Ares. Che peccato, sono sempre i più forti a lasciarci...- sogghignò. Fu come se il mondo le fosse crollato addosso. Non poteva essere. Neyra e Res erano morti...Neyra e Res erano nell'Infinito e ci sarebbero rimasti per sempre.

Tartaros sputò le fiamme sul Dio che, con un semplice gesto della mano, le spense non appena si avvicinarono a lui:- Sei molto stupido Tartaros- sorrise Edmund riprendendo la sua forma umana e passandosi una mano tra i capelli biondi- qualsiasi cosa tu faccia è destinata a fallire. Sai perché? Perché sono il Dio della Morte- :- Io sono già morto- rise il drago, ma la sua risata si spense subito vedendo che ciò non turbava affatto il giovane davanti a lui:- Hai ragione- ammise Edmund- ma sono io che decido sulle anime dei morti. Tu sei morto...morto per sempre!- disse alzando una mano sul muso del drago che, sgranando gli occhi, venne avvolto da una luce nerissima. Quando questa di dissolse, del drago non c'era più traccia.

Una sfera d'ombra la colpì in pieno petto facendola crollare a terra. L'arpia si avvicinò a lei e distrusse anche il secondo pugnale:- Sei da sola ormai, arrenditi. Non puoi più fare nulla e nessuno verrà in tuo aiuto!- disse alzando una mano e allungando a dismisura gli artigli, ma nel momento in cui lo disse, un grosso lupo grigio ringhiò attirando la sua attenzione. L'arpia lo guardò e annusò l'aria sentendo un odore familiare:- Tu hai ucciso Graia?!- disse con disprezzo. Axel ringhiò e si avventò su di lei. Naetha si rialzò a fatica, aiutata da delle forti mani, che già in precedenza l'avevano sorretta: Manuel. :- Stai bene?- le chiese Onor vedendola dolorante, la Dea annuì guardandosi intorno: Res e Neyra non c'erano...Draia aveva detto la verità. Alle spalle di tutti arrivò anche Edmund:- Che state facendo tutti qui? Nessuno aiuta Axel?- chiese osservando il lupo che combatteva contro l'arpia:- Non abbiamo più la forza di trasformarci- rispose Ednor abbassando lo sguardo:- Non riesco più ad evocare il ghiaccio- ammise Ithan:- Ed io il fuoco- disse invece Manuel. Edmund si rivolse ad Athena e tutti seguirono il suo sguardo posando gli occhi su di lei:- È normale. Avete portato a termine il vostro compito, non c'è più bisogno del vostro aiuto qui- :- Ma siamo pur sempre gli Dei Superiori, no?- chiese Dita:- Si, ma adesso i vostri poteri si scatenano solo nell'Infinito. Qui su Shalen avete fatto tutto quello che potevate- spiegò abbassando lo sguardo. Tutti tranne lei ce l'avevano fatta. Sapeva che era compito suo sconfiggere Draia, ma non sapeva come. Axel cadde a terra in forma umana gridando di dolore: l'arpia lo aveva ferito con gli artigli. Fu come una scintilla che sentì scattare dentro di sé. In un attimo si frappose tra la bestia mitologica e il giovane. Chiuse gli occhi e quando li riaprì la luce bianchissima del suo potere avvolse l'arpia che, la afferrò ugualmente per un braccio, graffiandola. Athena urlò. Urlò di rabbia e di dolore, il dolore per la perdita dei suoi amici e la rabbia per Axel ferito. Gli Dei si coprirono gli occhi per evitare che la luce li accecasse.

Silenzio. Quando i professori, le guardie e gli studenti si ritrovarono tutti intorno agli Dei, non ebbero il coraggio di dire una parola. Castor, il capitano delle guardie fu il primo ad avvicinarsi a Naetha, china su Axel:- Naetha...- sussurrò, la giovane alzò gli occhi, piene di lacrime, su di lui:- È ancora vivo- sorrise.

Gli Dei Superiori [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora