Adore.

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Scendo velocemente nella bocca di quell'enorme mostro di cemento. C'è una stanza dall'arredamento essenziale, i muri sono sporchi e rovinati, le poltroncine in pelle nera sgualcite, le pieghe sul cuoio disegnano volti tristi e spenti. Una porta metallica, senza maniglie, come un ascensore. Appoggio la mano sull'apparecchio di scansione delle impronte.
"Benvenuta, signorina Quinn."

***

Alzo lo sguardo. È entrato qualcuno, lo so. Corro attraverso il corridoio, una pistola tra le mani, le mie funi legate alla cinta.
L'uomo che ride.
Rischio di inciampare, così, nel nulla; mi nascondo dietro una parete.
Divorato dall'acido.
Sento un sussurro, una risatina sommessa. Poi passi, rumore di passi, veloci.
The fool.
The Joker.

***

"BAAAARB!"
La abbraccio forte, la mia Batgirl. Sta bene. Una delle mie migliori amiche sta bene.
O forse no.
Arretra lentamente, gli occhi sgranati, le labbra tremolanti.
Scendono le lacrime.
E un suo grido lacera l'aria.

***
"Calmati. Su, va tutto bene."
Nightwing è arrivato subito dopo, l'ha trattenuta, sollevata di peso e portata in una specie di infermeria.
"Mi dispiace, mi dispiace."
È l'unica cosa che riesco a dire.
Non dovevo portarlo qui.
Non dovevo portare qui l'uomo che le ha sparato.






• foto: Barbara Gordon, ovvero Batgirl. •

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