<<oh, si andiamo!>> Gwen non sta più nella pelle, Nathan le sorride anche se poi si accorge che sono un po' titubante all'idea:
<<se vuoi loro due possono andare sulla zip-line mentre io e te ci possiamo fare un giretto per la città>>
<<ma non voglio rovinarti la serata, se vuoi andare con loro vai pure>>
<<stare da solo con te non mi rovinerebbe la serata, anzi>> mi sorride, le sue parole mi mettono in imbarazzo così mi limito a ricambiare il sorriso.
Una volta usciti dalla residenza degli intrepidi Ben e Gwen svoltano verso destra, posso sentire Gwen che continua a fare domande sulla velocità e sulla lunghezza del percorso, è veramente esaltata e non vede l'ora; mentre io e Nathan andiamo verso sinistra, non conosco bene le strade ma mi fido di lui e lo seguo, iniziamo a parlare della bellezza della città di notte, Nathan mi mostra tutti i luoghi in cui è cresciuto; camminiamo da non so quanto tempo, ma non sono stanca, se sto con lui sono felice, mi dedica tante piccole attenzioni che nessun ragazzo mi aveva dedicato finora.
<<ti va di sederti qui?>> mi chiede indicandomi una panchina che si trova al di sotto di un grandissimo albero
<<certo>> gli sorrido, poi ci fissiamo in silenzio per un tempo indeterminato
<<perché mi fissi?>> gli domando infine abbassando lo sguardo
<<sai, sei veramente bella>> mi sussurra facendo uno di quei suoi bellissimi sorrisi; questa cosa mi imbarazza tantissimo, anche se non posso negare che mi fa molto piacere sentirmelo dire, così decido di cambiare argomento:
<<che bello che è qui, ci vieni spesso?>>
<<si, anche se di solito ci vengo da solo, quando ho bisogno di pensare>> si ferma per un secondo, poi continua <<sai qui ci venivo spesso con i miei genitori e con mia sorella quando eravamo più piccoli, quando eravamo ancora tutti e quattro felici>> abbassa la testa
<<perché, ora non lo siete più?>> chiedo incuriosita, lui non mi risponde subito e penso che magari non voglia dirmelo, in fondo saranno anche cavoli suoi, sto per scusarmi ma lui incomincia a raccontare:
<<quando avevo dieci anni i miei genitori lavoravano come allenatori durante le iniziazioni e vennero scoperti mentre stavano aiutando due iniziati divergenti a superare le simulazioni senza insospettire i capi fazione; per questo vennero uccisi a sangue freddo, con un colpo di pistola dritto al petto. Ci ritrovammo completamente soli, io e mia sorella, che aveva appena compiuti sedici anni, mi promise che non mi avrebbe mai abbandonato, e così è stato, anche se durante la cerimonia della scelta avesse preferito un'altra fazione non poteva andarsene, a causa mia, così ho fatto anche io la stessa cosa, e ho scelto di restare tra gli intrepidi, non dico che questa fazione non mi piaccia e che non mi senta in qualche modo legato ad essa, solo che ci sono troppi ricordi ma come Sarah non ha abbandonato me io non ho abbandonato lei>>
rimango pietrificata nel sentire quelle parole:
<<mi dispiace>> è l'unica cosa che riesco a dire, Nathan ha ancora lo sguardo fisso verso il basso, non muove un muscolo, così senza pensarci troppo lo abbraccio e lo stringo forte, lui ricambia subito l'abbraccio
<<ne avevo bisogno, grazie>> sussurra, poi scatta subito in piedi:
<<che dici, andiamo a vedere se Ben e Gwen sono ancora vivi?>> mi porge la mano, gliela afferro e andiamo verso la zip-line, sorridendo, mano nella mano; non dobbiamo fare molta strada perché quasi davanti a dove ci eravamo divisi incontriamo di nuovo i nostri due amici che stanno ancora parlando del giro sulla zip-line, quando siamo abbastanza vicini e ci vedono per mano iniziano subito a fare battutine tra di loro ma appena li raggiungiamo la smettono subito e si limitano a qualche risatina
<<neanche foste dei bambini di cinque anni..>> afferma in modo scherzoso Nathan, Ben gli risponde con una linguaccia, poi aggiunge: <<ora però ritorniamo nel dormitorio, domani abbiamo ancora allenamento>>
Prima di andare a dormire Nathan si avvicina, mi prende la mano e dice:
<<grazie per la serata, mi sono divertito con te, buonanotte Amy>> poi si avvicina e mi da un bacio sulla fronte, mi avvicino e gli do un leggero bacio sulla guancia:
<<notte>> sussurro ancora vicina a lui.Sono distesa a letto da più di mezz'ora ma non riesco a dormire, in testa ho solo Nathan, è stato bellissimo passare un po' di tempo con lui e non vedo l'ora di parlarci ancora, di stare ancora assieme a lui, di andare in giro mano nella mano, di sentirmi dare il buongiorno e la buonanotte, mi fa sentire importante; non riesco a capire cosa sta succedendo, e se mi piacesse?
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I'm a divergent, and this is my story.
RomansaQuesta è veramente la storia della mia vita solo che è ambientata nella Chicago descritta da Veronica Roth nella sua trilogia "Divergent" di cui mi sono follemente innamorata. Tutti i personaggi della storia sono reali, ho ovviamente cambiato i nom...