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Mi trovo in una stanza poco illuminata, non ci sono arredi e le pareti sono spoglie, già stare lì in piedi mi crea ansia. Le pareti iniziano a muoversi, la stanza si sta sempre più rimpicciolendo; sembra quasi che i miei polmoni non trovino più aria, non mi sono mai piaciuti gli spazi chiusi, inizio a respirare affannosamente mentre le pareti avanzano attorno a me costringendo a raggomitolarmi al centro della stanza. Voglio urlare, chiedere aiuto, ma non riesco a muovermi, sono di nuovo pietrificata dalla paura come quando stavo sull'orlo del precipizio, le pareti fredde iniziano a toccarmi il corpo comprimendomi sempre più, una domanda mi attraversa per un instante la mentre: "com'è possibile che dei muri si muovano?" in quel momento tutto si ferma, i grandi blocchi freddi si arrestano e per qualche istante ne rimango sorpresa, "li ho fermati io?" domando stupita a me stessa "certo" mi rispondo "non è reale".

Mi risveglio nella sala delle simulazioni, tutti applaudono, probabilmente sono riuscita a battere il mio record precedente, sono passate alcune settimane dall'inizio di quest'ultima parte dell'addestramento e ogni giorno riesco ad uscire dalla simulazione sempre con più facilità, anche se riusciamo a raggiungere questi risultati solo in pochi, per tutti gli altri è molto più dura. Non ho granché voglia di festeggiare così decido di andare a cercare Nathan, quando sto con lui mi sento meglio, così mi incammino verso il dormitorio dove ci davamo sempre appuntamento ma, con mia sorpresa, non è ancora arrivato, decido di aspettarlo. Passano cinque minuti, poi dieci, infine un quarto d'ora ma Nathan non si è ancora fatto vivo; che si sia dimenticato dell'appuntamento? no, impossibile, per lui sono importante, non se ne sarebbe mai dimenticato, probabilmente è ancora nella sala delle simulazioni..
<<ehi Amy!>> è la voce di Ben
<<ehi, sai dov'è finito Nathan?>> il ragazzo ci pensa un po'
<<mmh.. Penso sia in palestra, aveva detto che ci doveva andare dopo la simulazione>>
<<grazie mille>> gli sorrido e corro verso la palestra.
Che strano, di solito lasciano la grande porta sempre spalancata, ma non mi fermo a riflettere su questo piccolo particolare, e afferro la maniglia, entro nella stanza.
Trovo Nathan, sì, ma non da solo, è abbracciato ad una ragazza e i due si stanno baciando.
Si stanno baciando proprio davanti a me, il ragazzo di cui penso di essermi innamorata sta baciando un'altra, ecco perché era in ritardo, ecco perché a volte spariva nel nulla, era stato bravo però a fingere con me, tutte quelle attenzioni non significavano niente, ero solo un reimpiego, un passatempo, fino a quando non se ne sarebbe trovava una di meglio; d'altronde come potevo sperare di poter competere con tutte le sue ex, erano decisamente più belle di me.
<<pezzo di merda!>> è l'unica cosa che riesco a dire, la mia voce trema, sono ancora ferma sulla porta, ancora con la mano appoggiata sulla maniglia, avrei solo voglia di piangere, ma non voglio dargli questa soddisfazione. I due ragazzi si staccano di scatto, probabilmente sorpresi dalla mia irruzione
<<Amy, aspetta, posso spiegarti>>
<<stai zitto, ho già capito tutto, non ho bisogno di chiarimenti>>
<<io... Io non volevo.. Solo che....>> borbotta il ragazzo
<<.. Solo che lei è meglio di me>> concludo la frase di Nathan in modo secco, sembra quasi che non abbia sentimenti, la mia voce è ferma e decisa, anche se mi sento come se qualcuno mi avesse appena squartato il petto; lui non risponde, si limita solo ad abbassare lo sguardo e a scusarsi con un filo di voce
<<non me ne faccio niente delle tue scuse, mi sarebbe bastato solo che tu fossi stato sincero fin dall'inizio>>
<<ma io lo ero, lo sono sempre stato, le cose che ti dicevo erano vere, credimi>>
<<no, non ti credo>>
<<ti prego Amy, parliamone, non voglio smettere di parlare con te, restiamo amici>>
La rabbia mi stava crescendo in corpo <<non me ne faccio niente della tua amicizia, per me d'ora in poi è come se tu fossi morto!>>
<<dai, non fare così>> sembra veramente dispiaciuto, ma io ormai non voglio più averci niente a che fare
<<non voglio più vederti, lo capisci?! Io ti ho sempre difeso, sempre, anche quando avevi torto e tutti ti davano contro, a questo ci arrivi?! Sono stata dalla tua parte anche quando il mio migliore amico cercava di mettermi in guardia su di te, io non gli ho dato retta, ovviamente, ed ora, per colpa tua, nemmeno ci parliamo! Ti auguro il meglio, spero che tu possa essere felice con quella lì; ora scusami, ma me ne vado, qui non c'è nessuno di abbastanza importate per me.. Continuate pure a fare quello che stavate facendo.>> sbatto con forza la porta alle mie spalle e corro via, non so dove abbia trovato tutta quella forza per dirgli in faccia ciò che pensavo e soprattutto per non scoppiare a piangere ma, ora, se ne sta lentamente andando via e mi accorgo di star piangendo solamente quando le lacrime mi offuscano completamente la vista impedendomi di continuare a correre, così mi appoggio al muro di uno dei vicoli più buoi della residenza iniziando a singhiozzare; non voglio vedere nessuno, voglio restare sola.

I'm a divergent, and this is my story.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora