I due mesi di iniziazione sono quasi finiti, a breve dovremo sostenere il test decisivo per entrare a far parte a tutti gli effetti degli intrepidi. La prova consisterà nell'entrare nel nostro scenario della paura, come durante ogni esercitazione, ad eccezione che sta volta la simulazione durerà di più, rivelando le nostre paure più profonde
<<agitata?>> mi domanda Felix
<<e per cosa? Per la paura di essere scoperta? Di rivelare a tutti di essere una divergente e di conseguenza essere uccisa? Nah>> ironizzo anche se siamo entrambi consapevoli del fatto che per noi divergenti questa sarà la parte più difficile
<<ti va di andare ad allenarci un po'?>>
<<okay, Gwen vieni anche tu?>>
<<altri cinque minuti>> borbotta la mia amica ancora con la testa immersa nel cuscino, scoppio a ridere
<<va bene, ti lasciamo dormire, notte>> poi assieme a Felix mi incammino verso la sala delle simulazioni. Non c'è nessuno, meglio così, potremmo concentrarci meglio sulla simulazione
<<inizio prima io o fai prima tu?>> chiedo con già la siringa contenente il liquido creato dagli eruditi in mano
<<assieme>>
<<cosa?!>>
<<si, ecco... Insomma...>> continua lui balbettando <<ti andrebbe di... Come dire... Di fare una simulazione assieme?>>
<<ma questo vuol dire che dovrei entrare nella tua mente, nel tuo scenario della paura, non sei per niente spaventato all'idea che potrei scoprire i tuoi pensieri e sentimenti più profondi?>>
<<no. Mi fido di te>> aggiunge semplicemente prima di spostarmi una ciocca di capelli dal collo e con delicatezza ignettarmi la metà del liquido contenuto nella siringa, poi, con un movimento deciso, come se lo avesse fatto già altre volte, si ignetta il restante siero. Ci fissiamo negli occhi, non li ho mai osservati così da vicino, i nostri corpi quasi si sfiorano, rimango concentrata sul suo volto, fisso la mia attenzione sulle sue labbra serrate che nascondono un sorriso, poi mi sposto sui suoi occhi, così azzurri che sembra di fissare il cielo in una estiva giornata di sole. Sento un qualcosa, un qualcosa allo stomaco, non so perché ma ho voglia di baciarlo, Felix mi prende la mano e mi avvicina a lui, i nostri corpi sono l'uno contro l'altro, continuiamo a fissarci reciprocamente negli occhi, mi sembra quasi che si stia avvicinando, inclinando leggermente di lato la testa, ma è un movimento quasi impercettibile perché infatti, subito dopo, il siero inizia a fare effetto, a poco a poco i suoi lineamenti diventano sfuocati, l'ultima cosa che vedo sono i suoi occhi puntati sui miei; poi, il buio.Ci troviamo al centro di una stanza buia e fredda, fisso le pareti che lentamente iniziano a restringersi, è come nel mio scenario della paura, sappiamo benissimo entrambi che potremmo fermare l'avanzata di quelle mura solo con un pensiero, ma non è ciò che farebbe un intrepido, un intrepido cercherebbe una via di fuga. Ci guardiamo attorno, noto una finestra su una delle quattro pareti ma sono troppo terrorizzata dallo restringersi delle pareti per potermi muovere; Felix mi afferra la mano e, senza pensarci troppo, corre verso la finestra, riparandosi il viso con l'altro braccio libero, la piccola parete in vetro si infrange in un milione di piccoli pezzettini, liberandoci da quella trappola mortale
<<anche tu sei claustrofobica?>> mi domanda, annuisco; siamo talmente scossi dal primo scenario della paura che quasi non ci accorgiamo di essere ancora mano nella mano, quasi. Un sorriso involontario spunta sul mio volto mentre aspetto che si materializzi la nuova paura.
Siamo al centro di una strada lunghissima di cui non si vede la fine da nessuno dei due lati, una ragazza con i capelli corti, di un color biondo cenere, gli occhi chiari e una corporatura esile ci passa affianco correndo velocemente, indossa un vestito azzurro, tipico degli eruditi, imbrattato di sangue; la riconosco subito, è la sorella maggiore di Felix, non appena lei gli passa accanto Felix molla la mia mano e fa uno scatto in avanti, iniziando ad inseguirla, allunga il braccio davanti a se, come per cercare di fermarla. Inizio a correre anche io e dopo poco riesco a raggiungere la mano di Felix, la afferro e ancoro più forte che posso i piedi nell'asfalto cercando di fermare la sua corsa; lui si arrende mollando la mia mano ed abbassando lo sguardo, ormai la figura della ragazza è solamente un minuscolo puntino all'orizzonte
<<non saresti mai riuscito a fermarla>> cerco di rassicurarlo
<<lo so, ma io la rincorro ogni volta, spero sempre di riuscire a raggiungerla e a non lasciarla andare via, e sta volta..>> sta trattenendo le lacrime <<e sta volta c'ero quasi riuscito>> lo stringo a me più forte che posso, non è ancora riuscito a superare la perdita della sorella e, nonostante la sua morte non sia avvenuta a causa di Felix, lui se ne assume tutta la colpa; quando ricambia l'abbraccio la strada scompare e ritorna tutto buio.
Sento i piedi zuppi d'acqua, siamo entrambi in una stanza e il livello dell'acqua continua a salire, Felix non sa nuotare e la sua espressione me lo conferma; l'unica via d'uscita è un tunnel completamente sommerso
<<dobbiamo immergerci e nuotare al di là del tunnel>>
<<per te è facile, Amy, io ho paura>> non l'ho mai sentito pronunciare quelle parole prima, il livello dell'acqua continua a salire
<<ti fidi di me?>> gli chiedo porgendogli la mano, lui la afferra stringendola forte, quasi da farmi male, lo prendo come un sì. Faccio un respiro profondo, Felix mi imita, scivoliamo lentamente sotto la superficie dell'acqua e assieme iniziamo a nuotare all'interno del tunnel sommerso; quando raggiungiamo la fine Felix si da una spinta verso l'alto e non appena i suoi polmoni si riempiono nuovamente d'aria la simulazione svanisce.Siamo di nuovo nella posizione in cui ci eravamo lasciati, le mie labbra a meno di un palmo di distanza dalle sue, i corpi troppo vicini per essere quelli di due amici, il cuore che pulsa sempre più velocemente, il respiro che si fa irregolare, le mani di Felix appoggiate sui miei fianchi e le mie sul suo petto, riesco a sentire il suo battito cardiaco aumentare, mi alzo in punta dei piedi, i suoi occhi ora sono allineati ai miei. Voglio baciarlo. Ma c'è qualcosa nella mia testa che continua a ripetermi che è sbagliato, così mi allontano da lui evitando ogni contatto visivo ed esco dalla sala delle simulazioni; non posso baciare il mio migliore amico e, soprattutto, non posso provare questo genere di sentimenti per lui.. Ma se ormai fosse troppo tardi?
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I'm a divergent, and this is my story.
RomanceQuesta è veramente la storia della mia vita solo che è ambientata nella Chicago descritta da Veronica Roth nella sua trilogia "Divergent" di cui mi sono follemente innamorata. Tutti i personaggi della storia sono reali, ho ovviamente cambiato i nom...