Il primo incontro

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È la sera del 20 dicembre e io come tutte le sere lavoro al ristorante per racimolare qualche spicciolo, ma il ristorante in cui lavoro è frequentato da gente ricca e tirchia, soprattutto, le mance non le danno mai, pagano solo il pasto e se ne vanno e così non riesco a risparmiare neanche un centesimo.
Ho bisogno di soldi per pagarmi gli studi universitari, spero un giorno di diventare dottore...

Il ristorante è di lusso quando si entra si trova una sala con poltrone decorate con un motivo a fiori bianchi su sfondo rosso, dirimpetto all'ingresso si trova il banco dei dolci e la cassa dove pagare, girando a destra si può vedere il salone da pranzo con i tavoli disposti a scacchiera, mentre a sinistra ci sono tre porte: quella dei servizi pubblici, quella dei servizi per il personale e la cucina. Il colore usato per i muri del ristorante è bianco roseo e la pavimentazione è una moquette bordeaux. Il ristorante si trova al di fuori della città, il punto ideale per i ricchi che vogliono un posto riservato solo ed esclusivamente per loro, infatti, per questa ragione, spesso il ristorante è pieno di questa gente. Di fronte al ristorante c'è un bosco sempre coperto di nebbia da cui provengono strani rumori.
Quella sera la nebbia era piuttosto fitta e si propagava fino alla città poco distante dal ristorante, non si vedeva a un palmo dal naso.
Una ragazza entra e si dirige verso il banco. È una ragazza mora e i suoi occhi sono color ocean, essi risaltano particolarmente sulla pelle candida e i capelli stessi che incorniciano il suo viso e sono lievemente mossi e lunghi fino a metà schiena, è di media altezza e piuttosto formosa e pare faccia palestra, avendo un fisico piuttosto atletico; quella sera al banco c'ero io di turno e mi dice:"Ehi tu! Come ti chiami?"
"Buona sera signorina posso aiutarla?" Avrei detto un'altra cosa dato che non sono un tipo esattamente diplomatico, ma essendo in servizio ho preferito trattenermi, avevo bisogno di quei soldi:"Sì! Dimmi il tuo nome!"
"Mi perdoni signorina, ma io sono in servizio non per dire il mio nome ma per servire i clienti! E poi il nome è sul cartellino!" Le dico indicando il cartellino che ho appeso alla divisa all'altezza del petto.
"Io non sono qui come cliente, ma ho bisogno di te, a che ora stacchi?"
"Bisogno di me per cosa?"
"A che ora stacchi?" Insiste.
"All'una ma adesso per cortesia ordini qualcosa signorina!" Mi stavo irritando, una persona non può entrare in un ristorante e pretendere che i camerieri diano nome, cognome, numero di telefono, età e quant'altro:"Allora ci vediamo nel bosco qua di fronte all'una."
"E se finissi più tardi?"
"Ti aspetto!"
"Se vuole che io venga mi faccia la cortesia di ordinare qualcosa."
"Ok, prendo... una fetta di torta di mele."
"Cinque euro!"
"Un po' costoso!"
"Si vada a lamentare col capo non con me! Io sono solo un dipendente!"
"Va bene! Lo farò appena avrò un po' di tempo, a più tardi!"
"Grazie e arrivederci spero che il servizio sia stato di suo gradimento." Solita routine. Sembra una presa per il culo:"Mi prendi in giro?" Come non detto:"No è solo la solita noiosa routine, arrivederci e grazie."
"Si si..."
-Strana ragazza, non credo che andrò all'appuntamento.-

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