È un miracolo?

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Non ero ancora stato colpito, non capivo se era solo per farmi spaventare la sceneggiata o se stava succedendo qualcos'altro.
Apro gli occhi e rimango stupefatto, la bambina servizievole era in realtà tutta una montatura, al posto suo c'era un ragazzino abbastanza alto, di circa 15 anni con i capelli neri e gli occhi di un colore indefinito tendente al grigio, era piuttosto forte che stava scaraventato da una parte all'altra l'uomo.
"Sorpreso lupo mannaro dei miei stivali? Non sono la bambina servizievole che speravi!" dice con tono di sfida.
"Maledetto! Ora ti..." dopo il ti venne fuori un ringhio più forte di quelli che avevo sentito fino ad allora, perciò mi sono reso conto che la luna piena era tornata a farsi vedere dalla piccola finestrella di cui non avevo fatto caso fino ad allora. Poco prima che l'uomo attaccasse il ragazzo mi sono frapposto tra i due trasformandomi, senza sapere come avevo fatto a liberarmi, e ho preso il lupo mannaro per la zampa anteriore rompendogliela.
"Scappa ragazzino!" Urlo al piccolo prima di buttarmi contro l'avversario.
Ero addosso al lupo mannaro e lo graffio più volte e, appena distoglie l'attenzione dal suo collo, ho colto l'occasione e l'ho preso da lì.
Prima di fargli fare la fine che si meritava l'ho strapazzato scuotendo a destra e a manca, come fanno i cani per gioco con il loro giocattolo, e l'ho stordito. In bocca avevo il sapore del suo sangue e della sua pelle strappata, nei suoi ultimi istanti di vita ha tirato zampate a caso riuscendo a colpirmi solo due volte, e appena si è calmato gli ho lacerato la pelle del petto a graffi fino a che non ho visto le ossa e ho schiacciato il suo petto sotto il mio peso spezzandogli le coste e con esse infilzandogli il cuore con esse.
Conclusa la lotta vado a cercare il ragazzo e la giovane che ho sentito urlare il mio nome in richiesta d'aiuto.
"Ehi! Dove sei?" Grido per farmi sentire e aspetto. Non sento risposta, allora giro per il luogo che sembra essere una base segreta e chiamo ancora:"Ragazzino!!!"
"Daniel!" Lo vedo arrivare.
"Ragazzino! Come stai?"
"Chiamami Lenny."
"Ok Lenny stai bene?"
"Sì! Vieni ho trovato la donna che urlava il tuo nome!"
"Bene! Volevo trovarla! Stammi vicino ok?"
"Sì!... Sono felice di aver conosciuto l'ultimo nobile della nostra specie!"
"Cosa?" Dico sorpreso.
"Si beh..." dice imbarazzato:"sono felice di averti conosciuto, avevo paura che non avrei mai avuto questo onore..."
"Non trattarmi come se fossi un grande uomo, ho scoperto da poco la mia natura in realtà..."
"L'ho saputo ma io ti ammiro comunque." A quelle parole mi sono sentito importante e in dovere di proteggere quel ragazzo che sembrava così fragile:"Anche se hai appena scoperto la tua natura comunque combatti bene." mi dice arrossendo.
"Io seguo solo il mio istinto..."

Arriviamo in una stanzetta umida e polverosa e vediamo una donna legata a una sedia. L'odore era nauseante, un misto tra il vomito e la spazzatura.
"Come sta?" Chiedo titubante.
"... Daniel?..." la sua voce era debole e mi ricordava qualcosa.
"Sì! Sono io! Venga le do una mano!"
"Dammi... del tu... ti prego..." dice a fatica.
"Va bene... vieni ti aiuto!"
"...Grazie..." non capivo se il grazie era rivolto all'aiuto che le volevo dare oppure al tu che le avevo dato come mi aveva chiesto.

Appena usciti dall'edificio sento la donna e il ragazzo che tirano un sospiro di sollievo:"Grazie Daniel!" Mi dice il ragazzo imbarazzato:"È mio dovere Lenny." Vedo che sorride quando pronuncio il suo nome.
Poi tocca alla donna, è una donna poco più bassa di me, bionda, i capelli le ricadono fino alla fine della schiena e avrà circa trent'anni. Ha gli occhi verdi ed è minuta:"Grazie Daniel per averci aiutati." La sua voce è dolce e delicata.
"Era mio dovere..." dico titubante.
"Mi chiamo Chiara, mi sei mancato..." Mi dice con una certa sicurezza.
"Ti... sono mancato?" Chiedo confuso.
"Beh... si insomma... non importa ora."

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