PREMESSA: Questa storia è il sequel di "Uno dei Tanti", che potete trovare sul mio profilo Wattpad. Spero potrete amare questa storia quanto l'altra, e che possa trasmettervi il contenuto esattamente come con "Uno dei Tanti". Vi ringrazio :)
CAPITOLO 1
A Monaco di Baviera era una mattina fredda come tutte le altre quando aprii gli occhi, ritrovandomi per l'ennesima volta assopita in un angolo sul fondo del letto con il piumone rovesciato a terra; era quasi una settimana che ogni mattina, al risveglio, mi trovavo in quelle condizioni e infreddolita fino all'osso.
La temperatura esterna era di meno otto gradi, ma anche la mia camera sembrava gelida, e questo perché per qualche motivo il riscaldamento era saltato, lasciando tutto il Conservatorio in preda alla ghiacciaia che aveva reso Monaco molto simile ad una cittadina della Finlandia del Nord.
Mi arrotolai come in un sacco a pelo all'interno del piumone recuperato dal pavimento e rimasi seduta fissando la finestra. Sembrava che quel novembre non dovesse finire mai, eppure era appena iniziato.
Al Conservatorio tutto andava di male in peggio, a partire dalla lingua, il tedesco. Nessuno parlava apparentemente italiano e nessuno dei miei compagni di corso sembrava aver intenzione di socializzare con me. Avevo passato gli ultimi due mesi nella solitudine più totale, isolandomi dal mondo che mi circondava trovando repellente anche soltanto l'idea di dover parlare con qualcuno e così mi ero buttata nell'unico studio che sembrava fossi in grado di comprendere e i miei voti erano superiori alla media dei miei compagni. In due mesi avevo già preparato tutti gli esami teorici e li avevo superati cercando di convincere i professori a farmeli dare prima, che con un moto di disapprovazione e ammirazione mescolati ritenevano interessante il mio metodo di vita al Conservatorio, visto che a parte le lezioni non mi vedevano mai in giro.
La verità era che tutte le volte che toccavo il violino lo suonavo con rabbia ripensando agli ultimi assurdi mesi della mia vita. Se a Settembre ero arrivata al Conservatorio senza alcun sentimento di odio nei confronti di Marco, ora tutte le volte che prendevo il violino non mi veniva altro in mente che non fosse la nostra breve, ma intensa relazione in cui avevamo addirittura inciso un pezzo. Era stato l'inizio della fine e da due settimane a quella parte i sentimenti di odio nei suoi confronti erano tornati, con la consapevolezza che ora il suo cuore era nuovamente colmato dall'amore che provava per una persona che non ero io.
Era bastato un mese dall'ultimo nostro saluto e già si vedevano foto online di lui in compagnia di una ragazza. Questo a metà Ottobre. Ora, quasi a metà Novembre sembrava fossero più affiatati che mai.
Non lo biasimavo, d'altro canto lui era in Italia ed io in Germania, ma ciò che avevo trovato assurdo era quanto poco tempo avesse impiegato per trovarsi quella stangona con cui girava.
La sveglia suonò sul comodino al mio fianco e i miei pensieri furono interrotti. La spensi e mi spinsi con la voglia sotto ai piedi dentro alla doccia. Ora tutte le volte che mi specchiavo non potevo fare a meno di notare quanto fosse magro il mio volto, con gli zigomi che cominciavano a premere con prepotenza contro la pelle, togliendomi completamente i tratti dolci che avevo sempre avuto. Per ovvie ragioni andavo di rado in mensa e quelle poche volte che usavo il cucinino che avevo in un angolo della mia camera lo usavo per farmi caffettiere da sei. Mangiavo schifezze precotte e dormivo ben poco e male. Avevo sicuramente avuto dei momenti migliori.
L'acqua bollente sembrò scacciare i pensieri su Marco e sulla sua nuova fiamma ed io mi presentai in classe nascondendomi nel mio solito angolo di isolamento in fondo all'aula.
-Allora. La notizia del giorno, la chiacchiera da bar, è che quest'anno i due studenti selezionati dal Teatro alla Scala di Milano per la loro Orchestra arrivano da questa scuola- ascoltavo distrattamente. Milano. Ci avevo passato fin troppi mesi della mia vita in quella città.
In quel momento però il vociferare eccitato dei miei compagni di classe era più alto del solito.
-Silenzio, ragazzi, silenzio- ammonì il professore con disappunto -la parte migliore della notizia, è che una dei due arriva da questa classe-
Il vociferare era ricominciato ed ora era più forte che mai. Il professore batté le mani per riportare l'ordine in aula.
-Mi aspetto che mostriate il vostro sostegno per Giulia, perché è lei la prescelta. Congratulazioni!- mi indicò e presto ritrovai gli occhi di tutti su di me mentre mi scrutavano con una certa impertinenza. Mi sentii tre metri sotto terra. Evidentemente tutti si stavano aspettando un mio discorso o qualcosa del genere, perché nessuno sembrava voler smettere di fissarmi mentre il mio volto avvampava sempre di più.
-Allora, Giulia, cosa ne pensi?- vedevo come tutti sembravano in un certo senso impauriti da me, ma non mi era mai realmente importato del parere che un gruppo di crucchi potesse essersi fatto di me.
Mi alzai in piedi e accennai un sorriso.
Il problema era che la mia testa sembrava vuota, perché non riuscivo a trovare una singola parola da dire a quelle persone; non riuscivo nemmeno a metabolizzare l'idea di dover andare a suonare al Teatro alla Scala di Milano. Non ne avevo voglia, non volevo rimettere piede in quella città col rischio di incontrare Mengoni accompagnato dalla sua bellissima donna che magari mi avrebbe pure evitata come la peste.
-Ne sono molto felice- farfugliai in tedesco sperando di non aver confuso le parole che intendevo con le parolacce che avevo imparato per precauzione per mandare a stendere qualcuno nel caso in cui ne avessi avuto la necessità.
I miei compagni batterono contro voglia le mani e io ripresi il mio posto sprofondando nella sedia, accasciandomi contro al muro.
Passai i giorni seguenti a fare i bagagli. Trovavo allucinante il fatto di aver abbandonato il mio Paese per studio e che ora ci stessi tornando per fare quello che avrei dovuto fare a Monaco. Ma erano dettagli.
Per qualche ora dal grande annuncio avevo anche considerato il fatto di fingermi scomparsa nascondendomi nell'armadio, ma mi consideravo troppo bacata per sopravvivere a qualche ora rinchiusa insieme ai miei abiti, concludendo che probabilmente non ne sarei più stata in grado di uscirne fuori. In ogni caso il giorno seguente sarei andata a Milano per un periodo di tre mesi e, sinceramente, la cosa mi terrorizzava.
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A UN PASSO DA TE - UNO DEI TANTI SEQUEL || MARCO MENGONI FF
FanfictionSequel di "Uno dei Tanti"- vnuance