Chapter 12

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Raven e Murphy sembrano essersi ripresi dall'attacco. Erano al primo livello e gli uomini della montagna non li hanno portati via. Così hanno detto.
Se solo avessimo saputo prima dello sbarco degli altri. Se solo avessimo saputo che Jaha e tutti i medici e ingegneri e soldati erano arrivati sulla terra. Cazzo.
Gli altri sono dispersi. Lincoln dice a Mount Weather. Ma non abbiamo nessun tipo di contatto con loro.
Al Campo Jaha le cose sono difficili, stanno tutti passando il periodo di ambientazione toccato a noi pochi mesi fa.
Ma non hanno intenzione di muoversi per recuperare i dispersi e..
<Ehi gran figo!> m'interrompe una voce alle mie spalle.
Mi volto sorridendo.
<Che ci fai qui?> domando.
<Volevo solo mostrarti che la ferita è guarita senza alcuna cicatrice, o quasi.> risponde lei sollevandosi la maglietta.
<Sei impazzita?! - mi affretto a risponderle controllando in giro - Emma, quando fai queste cose giuro che..> la rimprovero severamente.
<Che..?> domanda lei avvicinandosi mentre scorre piano la lunghezza del mio petto con le dita.
<Emma.. Non qui. Non ora. Potrebbe entrare chiunque.>
<Stavo pensando che potremmo farci un giro. Sai, ho avuto un'idea che reputo a dir poco geniale.> afferma sorridendo. Non del suo solito sorriso ma di quello che usa nelle occasioni speciali, che tira fuori quando vuole spingermi a far qualcosa che normalmente non farei.
<Allora?> domanda leccandosi il labbro superiore.
Annuisco. Scoppiando a ridere.
<Sai essere molto convincente.>

Sul cancello del campo Raven ci ferma con un'espressione indagatoria sulla faccia. <Voi due dove pensate di andare?>
<Ricognizione, per schiarirci le idee. Qui dentro mi sento un topo in trappola.> risponde Emma con prontezza mostrando l'arco.
<Emma, conosco quell'espressione! Ti conosco da anni! Non puoi..> la rimprovera. Ma Emma ha già attaccato a correre e così faccio io. Rallenta, dopo qualche minuto, lontano ormai dal campo.
Sembra sapere la strada e non faccio domande.
<Almeno questa volta non sono inciampata nella botola!> esclama prima di scoppiare a ridere.

Il bunker è buio, come la prima volta.
Emma posa l'arco prima di lasciar scendere un goccio di whisky giù per la gola. Lo stesso dell'ultima volta.
In silenzio, prima che possa dire o fare qualsiasi cosa, lascia cadere a terra il giubbotto indietreggiando verso il letto.
<Era o non era una buona idea?> domanda sfilandosi il maglione scuro.
Arriva al bottone dei pantaloni e io sono ancora inebetito.
<Ti facevo più intraprendente, Blake..> mi provoca.
D'un tratto torno in me.
Mi avvicino a grandi passi e mi avvento su di lei.
Lascio che il mio giubbotto faccia la stessa fine del suo. Sento le sue mani addosso, impazienti, insinuarsi sotto la maglietta, sfilandola di getto.
Mi piego a slacciare gli scarponi e quando rialzo la testa il suo corpo seno nudo fa vanto della cicatrice ancora recente, del foro largo quanto una moneta ormai cicatrizzato. Mi soffermo a guardarla, a pensare a quanto poco sarebbe bastato per perderla. Lei se ne accorge, la copre con una mano mentre con l'altra mi prende il mento fra le dita.
È a disagio. Per quello che secondo lei deturpa il suo corpo. Quel segno che a me non fa altro che ricordare che se non ci fossi stato, Finn l'avrebbe lasciata laggiù; che se non ci fossi stato io, lei sarebbe morta.
Riprendo a baciarla, con foga, passione.
Emma mi slaccia il bottone dei pantaloni, piegandosi per accompagnarli giù fino ai miei piedi.
Li sfilò con un calcio mentre la spingo sul letto. Sopra di lei, pelle contro pelle, per la prima volta.
Traccio dei segni invisibili con la lingua partendo dal suo ombelico, giù lungo il bacino, verso il fianco destro, prima di slacciarle i pantaloni.
Siamo pari, il gioco è fatto.
Mi soffermo a guardarla un paio di secondi, il tempo giusto per pensare che non l'avevo mai vista nuda e che è esattamente ciò che vorrei trovarmi accanto ogni mattina appena sveglio.
La vedo sollevarsi suo gomiti per slacciarsi il reggiseno, lanciandolo da qualche parte sul pavimento.
<Vieni qui, Blake..> mi bisbiglia avvicinando la sua bocca alla mia.
Le sue gambe premono mentre si stringono attorno ai miei fianchi. La mia erezione pulsa all'interno dei boxer mentre sfiora costantemente il suo corpo a ritmo cadenzato.
<Dio, non puoi nemmeno immaginare quanto ti voglio, Emma.> esordisco ansimando, guidato dalla voglia cieca.
<Allora prendimi.> si limita lei a risponder mordendosi la bocca.
Quelle parole sono la goccia.
Le sfilo le mutandine con fare forse non troppo delicato. Sento la sua bocca umida lasciare un bacio dopo l'altro lungo il mio collo. Mi sfilo i boxer, aggiungendoli con un calcio alla pila di indumenti sul pavimento.
<Sono tua, Blake.> è tutto ciò che riesce a dire.
Un istante dopo sono dentro di lei.

<Era da un po' che ci pensavo. A come sarebbe stato averti qui, senza vestiti addosso. Non come nel fossato la prima notte. Per quanto sia stato bello, non era niente a confronto.> bisbiglia lei in uno stato di dormiveglia con la testa appoggiata al mio petto.
<Vorrei rimanere così tutta la vita. Una pace immensa, capisci?> le domando scostandole i capelli dal viso.
Annuisce. <E smettila di provocarmi con queste tue frasi. Specie quando non siamo solo come con Lincoln e Octavia la scorsa volta. Faccio fatica a trattenermi poi, dovresti saperlo..>
Lei scoppia a ridere.
<Mi dispiace.> risponde, ma so che non le dispiace davvero. <Credi che possa farmi perdonare ora in qualche modo?> domanda lasciando scorrere le dita lungo tutti i miei addominali.
<Forse..> mi limito.
Lei in un solo movimento mi sovrasta.
Mi bacia a lungo prima di cominciare a scendere lungo il mio petto e giù lungo l'addome, finche la non vedo sparire la sua testa sotto le coperte.

The 1(00) I hateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora