Chapter 15

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Mi risvegliai, appeso per le caviglie, stordito e con dei tubi infilati nel petto.
Una pessima sorte per Bellamy Blake, no?
Una ragazza stava accucciata davanti a me, mi domandava chi fossi. La conoscevo, dai racconti degli altri, ma non avevo mai avuto modo di darle un volto. Maya, così si chiamava.
Avevo la mente annebbiata, stanca, mi sentivo debole e i miei arti non mi rispondevano.
Dovevo trovare gli altri, dovevo salvarli, era il motivo per cui avevo lasciato il campo, per cui avevo lasciato Emma.
Sentii un rumore sordo, continuo, meccanico, la ragazza stava calando la catena che mi teneva legato. La vista sfocata non mi permetteva di riconosce cosa di preciso stesse sistemando sul mobile dietro di lei.
<Come ti chiami?> mi domanda di nuovo e ora riesco a distinguere la sua voce chiaramente. <Sei uno di loro, vero? Sei arrivato qui dallo spazio?>
<Non mi avevano mai fatto un complimento tanti profondo!> ironizzo, ma persino sorridere mi fa dolere i muscoli.
<Se avessi dei soldi scommetterei su Bellamy Blake, mi sbaglio?> domanda ridendo sotto voce <Jasper mi ha parlato di voi, qualcuno di più, altri di meno. Tu sei uno dei di più.>
Jasper. La mia mente correva velocissima. <Sono qui? Loro sono tutti qui? Ho visto alcuni di loro nelle gabbie, ma Jasper non era fra loro..>
<Ti spiegherò tutto, ma non abbiamo tempo, non qui, non ora.> la sento rispondere porgendomi dal mobile quella che mi sembra un'uniforme.
Così mi spoglio lento, sento ogni muscolo tirare e mi tremano le ginocchia mentre mi infilo nella mia nuova identità.

Non sembrava così, sembrava tutto così semplice sulla carta e invece ecco dei bambini, delle persone innocenti e opere d'arte a provviste e abiti, ogni bene a noi necessario e dei bambini. Non avevo mai pensato ai bambini, io lo ero stato, avevo visto Octavia da piccola, ma non avevo mai pensato ai bambini. Non avevo mai pensato ai loro genitori o nemmeno lontanamente al fatto che avrei potuto diventarlo un giorno. Ehi, non per forza, ma forse mi sveglierò fra venti o venticinque anni desiderando dei marmocchi selvaggi che mi si arrampicano alle gambe.
Paradossale no? Che io pensi al futuro in un momento simile. Che pensi al futuro in un momento in cui non si vede un futuro, in cui i miei compagni, io stesso perfino, sono usati come sacche di sangue.
La voce di Clarke via radio mi riporta alla realtà. Mi parla del suo piano, accurata come sempre, nei minimi dettagli. Parla per pochi minuti ma riesce comunque a rincarare la dose di ansia e pressione.
Bellamy! grida la voce in sottofondo. Mi basta un attimo per riconoscerla ma prima che possa dire qualsiasi cosa Clarke esordisce con <Tieni duro!> prima di chiudere brusca la conversazione.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 28, 2018 ⏰

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