Un lieve raggio di luna filtrava dalla tenda appena accostata e illuminava il suo viso. Il dolce e bellissimo volto della mia Luce. Mi sollevai su un gomito e poggiai la guancia alla mano per poter osservare meglio quella splendida creatura che dormiva serenamente accanto a me.
Seguii con lo sguardo il suo profilo; i suoi capelli sparsi sul cuscino che solleticavano il mio braccio; le sue piccole dita intrecciate alle mie. Sentii il cuore accelerare per un attimo. Stavamo insieme da quattro anni e da uno convivevamo, eppure quella ragazza bella come l'alba mi faceva ancora venire il batticuore e fermare il respiro in gola.
Le sfiorai il collo con il naso e mi beai del suo delicato profumo. Ricordava un prato in piena primavera; un prato sul quale avrei corso per sempre.
I giorni passavano ed io mi sentivo sempre più innamorato, come se quel mio sentimento inseguisse l'infinito.
I mesi passavano, ma mi sentivo sempre il ventenne che l'aveva vista apparire in cucina il Giorno del Ringraziamento.
Gli anni passavano e mi sembrava ieri che l'avevo rivista nella biblioteca del college. Ricordavo quel giorno come un prezioso tesoro...
...Aveva le guance arrossate e i capelli scompigliati ma, alla luce del sole, quel biondo sembrava brillare ancora di più. Era lei. Era Luce, la sorellina di Brian, la ragazzina che mi aveva stregato senza saperlo. Senza che neanche io lo sapessi con consapevolezza. La ragazzina che avevo rivisto dopo tre anni e che ai miei occhi era diventata una donna. Occhi che la seguivano in corridoio e la osservavano da lontano, e che avevano colto la sua intelligenza, dolcezza, e timidezza di una persona fragile e sola.
Luce prese a raccogliere le sue cose in fretta e, mentre si dimenava, il suo profumo dolce riempiva l'aria inebriandomi. Per non fare la figura del coglione, mi chinai e afferrai le penne cadute dal suo astuccio e che erano rotolate vicino ai miei piedi.
«Tieni» mormorai per non disturbare gli altri lettori della biblioteca.
«Oh, grazie.» Tese le labbra in un sorriso timido e si rimpossessò delle penne.
«Stai bene?»
Sbatté gli occhioni azzurri come per riprendersi. «Ehm, sì. Scusa se ti sono venuta addosso.»
«Mi sono bloccato all'improvviso, quindi ho la mia parte di colpa.» Le feci l'occhiolino e le sue guance presero ancora più colore.
Sorrise impacciata. «Devo andare.» Fece un lieve cenno del capo e lasciò la stanza.
Mentre la guardavo correre fuori dalla biblioteca, mi chiesi se si ricordava di me e del nostro incontro a casa sua. Io non l'avevo dimenticato; l'avevo marchiato a fuoco nella mente. Rivedevo ancora la sua timidezza nel tendermi la mano piccina.
In quegli anni mi ero chiesto spesso cosa avrei provato nel rivederla, ma non potevo. Non potevo tradire il mio migliore amico uscendo con sua sorella. Era fuori questione.
Misi da parte quei pensieri e andai alla ricerca dei libri che dovevo prendere in prestito. Restai in biblioteca un'oretta, poi mi recai nella mia stanza. Nel corridoio fui fermato da varie persone, ragazze più che altro. Frequentavo l'ultimo anno di college ed ero popolare per la mia bellezza fuori dal comune (secondo quello che dicevano) e il fascino del nerd. Che poi ormai andava di moda etichettare una persona come "nerd". Amavo i fumetti, i videogiochi, il Signore degli Anelli, collezionavo action- figures dei supereroi Marvel, e allora? Io mi sentivo semplicemente Jason, senza etichette.
Quando arrivai davanti alla mia camera, la cravatta rossa di Brian sulla maniglia attirò subito la mia attenzione. Indicava la presenza di una ragazza e non volevo rischiare di vedere scene di sesso selvaggio. Mi risultava ancora difficile credere che quell'animale potesse essere il fratello di un angelo.
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Romance[COMPLETA] Che succede quando il compagno di stanza di tuo fratello maggiore, nonché suo migliore amico, ti invita ad una maratona di telefilm con la sua compagnia? Che succede quando il ragazzo in questione ti è sempre piaciuto ma non puoi neanche...