Amore e odio

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Quando mi svegliai come sempre la luce inondava la stanza , c ' era un silenzio di tomba, sentivo solo il suo respiro, mi girai e rimasi a guardare Alex, era veramente bello, quando dormiva lo era ancora di più, il sonno gli dava un aspetto quasi etereo e quel sorriso quasi impercettibile che aveva in quel momento era meraviglioso , lo gurdai per un pomentre , piano per non svegliarlo, gli accarezzavo I capelli. Poi trovai il coraggio di interrompere quel momento mi alzai, andai davanti alla cassettiera e presi un paio di culotte nere di pizzo, poi mi infilai la camicia di Alex che giaceva atterra, dove l ' avevo lasciata la notte prima quando glel ' avevo tolta e a qul pensiero un brivido mi percorse la schiena, la camicia mi arrivava ammalapena sotto il sedere. Scesi in silenzio le scale mentre Alex continuava a dormire e andai in cucina presi un bicchiere di succo e mi sedetti su uno sgabello accendendo il telefono , trovai 4 chiamate da Luca così lo richiamai mentre bevevo il mio succo. Mi rispose dopo due squilli.
" Stai bene, piccola? " Mi chiese con voce preoccupata.
" Tranquillo Luca non ero con un maniaco, sto benissimo. " Lo sentii sospirare per il sollievo.
" Mi ero preoccupato che lui andasse troppo oltre. " Sapevo che si riferiva ad Alex.
" Tranquillo la mia prima volta è stata bellissima e penso che Alex con me si sia anche trattenuto. " Dissi sorridendo pensando a quello che aveva portato la notte prima. Luca cambiò tono, come se non vedesse l ' ora di chiudere quella conversazione.
" ok, Vic devo andare ci sentiamo dopo. " Non usava quasi mai il diminutivo.
" Va bene, ciao. " dissi prima che attaccasse. Mi era sembrato veramente strano, ma ora avevo altro a cui pensare, perché Alex aveva appena fatto capolino dalla porta che mi guardava con un sorriso malizioso ma con gli occhi verdi un po ' assonnati . Aveva le mani sui fianchi e indossava solo I boxer della sera prima. Lasciai il bicchiere sul tavolo e gli andai incontro lentamente, quando gli fui davanti mi alzai in punta di piedi, per arrivare alla sua altezza e intrecciai le braccia intorno al suo collo e lo baciai dolcemente, lui ricambió il bacio e posizionó le mani all ' altezza del mio bacino, proprio al si sopra del mi didietro. Fummo interrotti dal telefono di Alex che iniziò a squillare, in un primo momento lo lasciò squillare poi però sciolse il nostro abbraccio e andò in soggiorno. " Ma dove cazzo l ' ho messo " disse con una mano tra i capelli. " È nei pantaloni che hai lanciato ieri sera per le scale . " Gli dissi con un sorrisetto. Lui prese finalmente il telefono e rispose.
Alex
" Elise, che succede. " Era mia sorella e se mi chiamava era perché era successo qualcosa.
" Mamma quando non ti ha visto stamattina si è preoccupata e anche io " Mi disse mia sorella.
" Stai tranquilla, il tempo di farmi una doccia e arrivo. " Mi ero preoccupato per niente. Da quando mio padre era morto mia madre aveva l ' abitudine, ogni tanto, di affogare il dolore nell ' alcol, io e mia sorella ci convivevamo con questo problema e avevamo imparato a conviverci e avevamo portato molte volte mia madre all ' ospedale, quindi ogni volta che mia sorella mi chiamava ero in ansia.
Victoria
Lo guardai mentre si rilassava e capii che non era successo niente di grave. Mi avvicinai a lui che appoggiò il telefono sul divano, gli misi una mano sul petto e lui rabbrividí, io sorrisi " Senti visto che abbiamo un po di tempo, perché invece di fare la doccia da solo, non vado a riempire la vasca e ci facciamo un bagno insieme? " Chiesi con voce ammaliante. " Mi sembra un ottima idea. " Rispose lui poi e, dopo avermi dato un bacio sulla fronte, aggiunse. " tu inizia a riempire la vasca io bevo e arrivo. " Io corsi di sopra e aprii l'acqua mentre versavo il sapone nella vasca per la schiuma, sentii dei passi per le scale poi Alex entrò nel bagno e chiuse la porta . La vasca era piena e lui molto tranquillamente si sfiló I boxer ed entrò nella vasca, in quell ' istante io rimasi a bocca aperta, ma mi ricomposi subito per non farmi vedere da lui , si posizionó con la schiena sul bordo e a gambe aperte e mi invitò a raggiungerlo. Mi sfilai le culott da sotto la camicia e le lasciai atterra poi, sempre guardando Alex, iniziai a sbottonare , bottone per bottone, la sua camicia, quando li ebbi sbottonati tutti la lasciai cadere vicino alle culott, lui rimase per un attimo imbambolato poi scosse la testa e mi porse la mano per non scivolare. Mi sedetti davanti a lui, appoggiando la schiena al suo petto e la testa nell ' incavo della sua clavicola, allacció le mani sul mio ventre e io misi le mie sulle sue. Lo guardai e lui mi baciò. Era così tenero. " Comunque è carino il tuo tatuaggio. " Dissi maliziosa.
" l' ho fatto a 16 anni, quando è morto mio padre, mia madre non lo sa è per questoche è lì , così anche se vado al mare non si vede. " disse con voce triste. " comunque per me ha un significato e anche se lo avevo fatto d ' impulso, ora mi piace " sorrise anche lui. Mi girai mettendomi a pancia sotto e lo guardai negli occhi, iniziai a disegnare con il dito, figure casuali, sul suo petto e lui a ogni movimento del mio dito rabbrividiva e il mio sorriso cresceva. Lui iniziò ad accarezzarmi la schiena, facendo dei cerchi invisibili avvicinandosi sempre di più al mio sedere fino ad arrivarci definitivamente e io continuai ad avere dei brividi come lui. Iniziò a baciarmi sempre più appassionatamente e io sentii qualcosa sulla pancia, mi allontanai da lui sorridendo ancora e guardai l ' acqua poi il mio sguardo tornò su Alex. " Scusa non posso farne a meno. " Scoppiammo a ridere tutti e due insieme e riprendemmo a baciarci. " Mi dispiace interrompere tutto ciò ma devo tornare a casa, Angelo. " Mi disse dispiaciuto e con la faccia da cane bastonato , io gli diedi un bacio a stampo e uscii dalla vasca aiutando anche lui. Gli diedi un asciugamano e lui andò a cambiarsi, mi coprii anche io, prendendo la camicia e le culott e lo seguii in camera mia , dove lui si era già infilato I jeans, gli diedi la camicia, poi andai verso il mio armadio, presi una canottiera bianca con la stampa nera I pantaloncini neri poi rimisi le mutande che avevo preso quella mattina, indossai I miei vestiti, le scarpe e mi truccai leggermente . Scesi le scale e andai in soggiorno dove trovai Alex.
" Mi dai un passaggio da Luca. "
" Sì tanto passo davanti casa sua per tornare a casa, Angelo. " Mi rispose sorridendo. Presi il telefono e le chiavi di casa e uscimmo. Davanti al mio vialetto c'era la sua macchina, mi ricordai allora che eravamo arrivati a casa mia con la sua decappottabile. In pochi minuti fummo davanti casa del mio migliore amico.
" Buona giornata, angelo " Mi disse dandomi un bacio. Io lo saluti ricambiato il bacio. Appena suonai al campanello Alex partì. Mi aprì Jake, il fratello di Luca. Aveva stampato un gran sorriso in viso. " Ehi da quanto tempo Vic. " Mi disse mentre mi abbracciava. Mi adorava sin da quando eravamo piccoli , lui aveva tre anni in più rispetto a me e Luca ed era al primo anno di università. " Mi sei mancato anche tu " dissi scimpigliandogli I capelli neri .
" Mi dispiace ma Luca non c'e, è a correre. " Disse con voce dispiaciuta. " sono venuta apposta perché devo parlare con te. "
"Allora ti va se preparo un caffè " disse con un sorriso, io sorridente entrai in casa seguita da lui.
Luca
Ero dinuovo li a correre sulla spiaggia per cercare di dimenticare, dimenticare I suoi occhi , quelle due grandi pozze azzurre sempre gioiose, il suo sorriso, il suo bellissimo sorriso, sarebbe stata capace di far intimidire il sole, tanto era bello e splendente e il suo viso, quel viso meraviglioso, che avevo guardato per tutta la vita è che ora amavo. Si, l ' ho detto, io la amo, si anche se non posso la amo, come mai avrei pensato di amare , quell ' angelo dagli occhi azzurri che tormentata I miei pensieri di giorno e I miei sogni di notte . Avevo cercato di dimenticare ciò che provavo, volevo odiarmi per questo è perché non ci ero riuscito . Ora ero dinuovo li a fissare l ' oceano per cercare di affogare I miei pensieri nell ' acqua.
Victoria
Eravamo nella loro cucina e jake stava facendo il caffè. Dovevo parlargli perché Luca mi era sembrato strano e io, per quanto lo conoscevo, sentivo subito che c'era qualcosa che non andava. Mi sedetti al tavolo della cucina e lui davanti a me . " allora cosa mi dovevi dire. " Mi chiese.
" Sono preoccupata per Luca, ma sul serio, mi è sembrato freddo, quasi distaccato con me sta mattina, a te ha detto qualcosa? "
" No, non mi ha detto niente, ma ľ ho visto anche io strano, già il fatto che quando è uscito da casa era tutto incazzato, poi quando va a correre vuol dire che deve smaltire la rabbia."
" Lo so, se sai qualcosa me lo dici vero, io ora devo andare ma chiamami per qualsiasi cosa. " Lo salutai e mentre lo abbracciavo mi diede un bacio sulla fronte.

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