Capitolo 6

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Sono trascorsi alcuni giorni dagli ultimi avvenimenti e di Azazel non ci sono più notizie.

Per il resto ho passato il mio tempo in compagnia di Reiyel che, con un incredibile pazienza, mi ha ascoltata nei miei momenti di sconforto o malinconia, al solo pensarci mi dispiace per le sue orecchie.

In questo momento non so dove sia. Decido di ricacciare faticosamente ogni mia pigrizia e di alzarmi, visto che come mio solito me ne sto sempre e solo seduta sulla scalinata che porta ai cancelli del castello volteggiante.

Il Paradiso è veramente un posto misterioso quanto meraviglioso, ogni giorno scopro luoghi nuovi; per esempio, giusto ieri, mi sono imbattuta in un albero di ciliegio. Da matti.

Era lì, dietro ad una fitta nebbiolina, tutto solo; i rami venivano scossi da una leggera e calda brezza, sui quali dei boccioli in fiore rimbalzavano qua e là mentre alcuni cadevano a terra.
La cima dell'albero, da quanto era alta, toccava altre nuvole: uno spettacolo mozzafiato.
Alla base del tronco vi è una coperta di fiori caduti sulla quale ci si può tranquillamente distendere; nei dintorni giocavano dei bambini, li vedevo prendere grandi manciate di petali e, lanciando le braccia verso il cielo, li facevano volare via dando l'effetto di una morbida pioggia colorata, per poi ballarci sotto.

E' stato molto divertente anche solo rimanere a guardarli, infatti credo proprio che adesso tornerò lì.

Più mi avvicino e più sento l'odore di ciliegio che l'albero emana, sorrido entusiasta percependo anche le risate dei bimbi che già si trovano là; mi accomodo su un muretto poco distante da loro ed inizio ad osservarli giocare.

Sembrano divertirsi così tanto, mi ricordano i vecchi tempi quando pure io giocavo così con i miei compagni di scuola.

Già... la scuola, le amicizie, studiare, approcciarsi con persone nuove; è buffo pensare che fino a poco tempo fa avrei preferito la morte alla vita da studentessa.
Solo adesso mi rendo conto di quanto in realtà anche le cose più insopportabili, faticose o banali siano utili ed importanti per la vita, quasi indispensabili per il nostro percorso verso il futuro. Un futuro che io purtroppo non avrò mai.

Mi manca perfino quella vecchia vegera della professoressa di latino e la sua fastidiosa venetta violacea che pulsava ogni volta all'angolo della rugosa tempia dal nervoso quando interrogava noi alunni impreparati; ma questi sono solo ricordi che costudirò per sempre, perché bisogna far tesoro anche delle cose più brutte ed infelici che ci accadono, loro caratterizzano quello che sei e quello che diventerai, ma sopratutto nelle scelte che bisognerà prendere.

<< Giochi con noi? >> una piccola e delicata vocetta interrompe i miei pensieri, scuoto lievemente la testa e abbasso il viso all'altezza della vita, incontrando due enormi e teneri verdi occhioni che mi fissano con vivacità.

Una carinissima bimba al quanto impaziente, stringe un lembo della mia tunica, tirandolo lievemente.
Così, dopo essere scesa dal muretto su cui stavo, mi chino sulle ginocchia << A cosa state giocando? >> chiedo gentilmente, guardando oltre le spalle della piccola, vedendo altri due bambini più grandi fermi ad aspettare e un'altra più piccola calciare i petali posati a terra.

Torno su quegli occhi verdi che ancora sono intenti a fissarmi << A nascondino e ci serve qualcuno che conti! >> dice euforica unendo le mani tra loro, come in segno di supplica sperando che io accetti.

<< Beh, è il vostro giorno fortunato! Avete trovato la persona giusta, perché avevo proprio voglia di giocare a nascondino! >> rispondo con lo stesso tono della bambina.

La vedo saltellare sul posto e girarsi verso i suoi amici, sorridendo raggiante < <Visto? L'avevo detto che avrebbe accettato! > esclama correndo da loro, seguita da me.

Scappata dall'Inferno [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora