( Nella foto Azazel )
Il mattino arriva in fretta e i nostri corpi sono totalmente invasi dai petali dell'albero.
Lentamente mi metto a sedere sul soffice terreno, alcuni fiori ricadono sul mio grembo mentre altri rimangono impigliati tra i miei capelli. Accanto a me una piccola Kengah è rannicchiata come un gattino, che mi fissa.
<< Buongiorno. >> le dico sorridendo e la bambina ricambia subito. Entrambe, dopo esserci alzate, andiamo a passeggiare insieme alle altre anime, lasciando gli altri riposare. Ieri sera si è aggiunta anche la piccola Mora e posso dire che è una bambina molto vivace e piena di idee.
Arriviamo alle scalinate che portano al Paradiso vero e proprio.
<< Pensi che un giorno potrò oltrepassarlo? >> mi domanda la piccolina mentre guardiamo dal fondo i cancelli dorati. Osservo il punto in cui vi era il solco creato da Reiyel durante il combattimento contro il demone, trovandolo riparato insieme allo scorri-mano distrutto da me quando venni spinta di sotto dalla stessa entità maligna.
<< Ma certo Kengah, tu sarai una delle prime anime ad entrarci. >> Rispondo infine.
Ricevo un piccolo ed innocente sorriso da parte della bambina come risposta.
Rimaniamo a parlare per molto tempo su queste scale e solo ora mi rendo conto di quanto io ami stare qua. Spensierata, felice, senza problemi.
In lontananza vedo Azazel, alzo il bracio in aria e lo sventolo per salutarlo. L'Angelo ricambia il mio saluto alla stessa maniera, raggiungendomi poco dopo.
<< Pronta? >> mi domanda con un gran sorriso sulle labbra.
<< Per cosa dovrei essere pronta? >>
<< Per la tua prima lezione di volo. Al primo colpo sei stata bravissima, ma chi ci assicura che lo sarai anche la seconda volta? >> Oh giusto, Mikael mi aveva avvertito che mi sarei dovuta allenare. D'accordo allora, mettiamoci a lavoro!
Mi giro verso Kengah e le poso un piccolo bacio sulla guancia << Noi due ci rivediamo. >> la piccola annuisce e dopo aver lanciato un'occhiata curiosa ad Azazel, corre via.
<< Si è affezionata molto. >> mormora Azazel, guardando nel punto in cui è corsa Kengah.
<< Come io a lei. >>
Detto ciò, entrambi ci incamminiamo verso un luogo lontano dalle anime per non rischiare, o così dice Azazel. Non so se offendermi o meno.
Ci troviamo in uno spiazzo abbastanza grande e deserto. Adesso ricordo! Qui è dove ho danzato con Reiyel.
<< Perché qui? >>
<< Questo è un luogo del Paradiso che ci piace chiamare: l'angolo del pensiero e della riflessione. >> inizia a spiegarmi l'angelo. Le nuvole, alla nostra presenza, iniziano a formare un cerchio intorno a noi.
<< Quando la tua mente è offuscata da pensieri sbagliati o tristi, vieni in questo posto e pensi. Una volta che esci dal cerchio, tutto si aggiusta. Serve per meditare e questa ambientazione è una delle migliori per farlo, non trovi? >>
E sono assolutamente d'accordo con lui, è tutto così tranquillo e si è soli. Le nuvole girano intorno a noi calme, spingendo a sdraiarti e rilassarti per ammirare questo spettacolo naturale.
<< Ma cosa c'entra con la mia lezione di volo? >> chiedo però. Azazel cammina in tondo, seguendo la corrente delle nubi, guardandomi.
<< Noi voliamo grazie ai nostri pensieri e senzazioni. Tu cosa hai provato quando lo hai fatto? >>
<< Direi gioia, calore, casa e voglia di fuggire, ma appena ho realizzato di star facendo proprio quello- >>
<< Libertà. >> risponde prima che finisca di parlare. Faccio cenno con la testa di sì e Azazel si avvicina a me.
<< Perfetto, inizieremo così. Prima, però, tiriamo fuori le tue belle ali. >> dice mettendo le mani sulle mie spalle.
<< E come? Ancora non ho- >> un'altra volta non riesco a finire di parlare, che Azazel mi blocca facendo un gesto che ho sempre adorato. Con le dita preme sulle mie spalle in senso orario e per questo credo star sbavando.
Un colpo alle mie spalle mi fa spalancare gli occhi dal dolore.
<< Dannazione! Cos'è stato?! >>
<<All'inizio fa sempre un po' male, ma vedrai che col tempo passerà. >> vedo l'ombra delle mie ali sul suolo, che si muovono sinuosamente. Alzo il viso ed esse lo coprono dalla luce del sole, permettendomi di ammirarle per la seconda volta. Niente da fare, sono sempre bellissime.
<< Come hai fatto? >> domando mentre passo la mia mano sulla superficie delle mie piume scure.
<< Sarà meglio che ti abitui ad estrarle con sensazioni buone e gradevoli. Come ti ho detto prima: voliamo grazie a pensieri e percezioni. Rilassando il tuo corpo, le hai estratte. >>
Ora ho capito.
<< Se per estrarle c'è voluto un massaggio, per volare cosa servirà? Qualcosa di più potente >>
<< Più o meno. >>
Bene. Vediamo cosa riesco a fare.
Chiudo gli occhi e penso alla prima cosa che mi rende felice. Mi concentro e rimango per lunghi attimi immobile. Rivivo tutti i miei ricordi. Sento le mie ali tintinnare ad un pensiero in particolare, così decido di focalizzarmi solo su quello.
Non so cosa stia vedendo Azazel oltre al mio sorriso e alle mie mani strette al petto.
Ecco ci siamo, le sento muovere sempre più velocemente.
<< Ci sono riuscita? >> sussurro come se potessi distrarre le mie ali dal loro esercizio.
<< Ne stai muovendo solo una. >>
Spalanco gli occhi << Che cosa?? >> mi giro ed effettivamente la mia ala destra è come svenuta a terra mentre la sinistra è dritta verso l'alto, muovendosi leggermente.
Abbasso le braccia e guardo male Azazel << Non funziona! >>
<< Sii paziente, funzionerà. >>
Sbuffo e ci riprovo. Chiudo gli occhi e torno al ricordo del mio caro e buon vecchio hamburger. Fumante, pieno di maionese e carne. L'olio sgocciola sul pane ed il pomodoro ad ogni morso scivola via, cadendo sulle mie gambe, macchiando i pantaloni.
<< Sei proprio sicura di star provando un'emozione abbastanza forte e coinvolgente? >> sento chiedere da Azazel. Allora apro un occhio e lo vedo con le braccia incrociate e l'espressione accigliata.
Sbuffo nuovamente e torno a concentrarmi.
Cerco di scavare più affondo e penso ancora ai miei pantaloni macchiati. Ed a mia madre che mi brontola. Eccome se mi brontola. Mi da dell'incapace e della bambina di quattro anni, che ancora non sa mangiare da sola. Mi viene da ridere al pensiero, alla sua faccia imbronciata, ma che al suono della mia voce innocente le si apre un sorriso divertito.
Quanto mi manca svegliarmi la mattina e andare in cucina, vederla già seduto al tavolo a bere il suo caffè bollente, il quale emana il proprio aroma per tutta la casa.
Questo è uno dei ricordi più preziosi che ho e sono solo miei. Il suono della sua voce, i suoi riccioli castani, il suo profumo mescolato a quello del caffè.
<< Molto bene. >> mormora l'angelo.
<<Adesso ci sono riuscita? >>
<< Guarda tu stessa. >>
Apro gli occhi, ritrovandomi sospesa in aria.
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Scappata dall'Inferno [IN REVISIONE]
ParanormalSi può scappare da un destino che non ci appartiene?