Piango. Continuo a piangere. Mi fa male. Tanto male. Mamma dove sei? Mamma!
Sono a terra e nessuno si accorge di me, tutti che passano senza vedermi o mi rivolgono piccole occhiate ma non si fermano.
Mamma, ho paura, dove sei?
- Che succede?
Tra le lacrime, apro gli occhi e vedo una ragazza bassa con ricci capelli castani raccolti in una coda inginocchiata davanti a me.
Smetto di piangere, ma i singhiozzi non mi fanno parlare chiaramente. Lei però capisce vedendo il mio ginocchio.
- Oh - dice.
Mette a terra lo zaino fucsia e nero, e ci mette la mano dentro, in cerca di qualcosa. Io la guardo, curioso; cosa tirerà fuori?
- Eccola! - urla all'improvviso, facendomi sobbalzare.
Ha in mano una bottiglietta d'acqua tutta schiacciata e tira fuori anche un pacco rovinato di fazzoletti. Ha visto come li guardo, e mi sorride. - Prima puliamo un po' la ferita, va bene?
Prende un fazzoletto e lo bagna con l'acqua. - Forse brucerà un po' - dice, e mi mette il fazzoletto sul ginocchio che leggermente sanguina.
Ma non brucia.
- Sei stato davvero bravo - dice di nuovo, mentre butta nello zaino la bottiglia e il pacco di fazzoletti.
- Questo lo butto dopo - e si mette in tasca il fazzoletto bagnato d'acqua e sangue.
- E ora facciamo una piccola magia, ma non dirlo a nessuno!
La guardo dubbioso. - Una m-magia? - i singhiozzi non mi hanno ancora abbandonato del tutto, anche se ho quasi smesso.
- Sì. Sai, io sono una strega di Hogwarts. Non dovrei fare magie al di fuori della scuola, soprattutto davanti a un Babbano; ma per te farò una piccola eccezione - e mi sorride, un caldo sorriso, simili a quelli della mamma.
- Guarda attentamente; tra poco il dolore scomparirà del tutto.
Appoggia la mano sul mio ginocchio, e sussurra parole che non ho mai sentito e capito.
Poi la toglie, e mi sorride ancora più dolcemente di prima. - Ecco fatto. Fa ancora male?
Stranamente non mi fa più male. Quindi è davvero una strega? - No - rispondo.
Lei sembra ancora più raggiante di prima. - Bene, dato che sei stata un ometto coraggioso, ecco a te un regalo.
Chiude la mano a pugno e quando la riapre ci sono delle caramelle.
Spalanco gli occhi e la bocca e lei ride. - Lo so. Strabiliante vero?
- Ma quindi così puoi avere tutti i dolci che vuoi? - sussurro. Voglio diventare un mago.
- No, no - mi spiega, continuando a sorridermi. - Non si può creare il cibo dal nulla; bisogna sempre prepararlo. In questo caso, dato che non era mio, ho lasciato i soldi nella cassa.
Mi dispiace però di poterti offrire così poco; non avevo granché dietro.Prendo una caramelle dalla sua mano. - L'altra puoi prenderla tu.
Mi guarda stupito. - No, queste sono per te. Tranquillo.
Ci guardiamo per qualche secondo. Poi lei si alza e aiuta anche me. - Ora andiamo a cercare tua madre, va bene?
Faccio un segno di assenso con la testa. - Ma sei davvero una strega? Cioè, esiste davvero la magia? Mia sorella dice che è impossibile credere a una cosa così.
Iniziamo a camminare; lei mi tiene la mano e guarda avanti, ancora con il sorriso sulle labbra. - In questo mondo niente è impossibile; devi solo crederci. Oggi hai visto la magia, ma questo - si ferma e si avvicina al mio viso, l'indice posato sulle labbra sorridenti. - è un segreto che deve restare tra noi, va bene?
Non posso far altro che dire di sì.
Quel giorno rimarrà per sempre inciso nel mio cuore, come la figura di quella ragazza che mi ha permesso di arrivare fino a dove sono ora.
Lei mi ha dimostrato che tutto esiste, che bisogna sempre crederci, che tutto, prima o poi, si avvera.
Anche il sogno più improbabile e con poche speranze del mondo.
09/12/2015
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Archivio Ellymese di Cultura Generale
RandomIn questo archivio (ringrazio una mia carissima amica per il titolo fantasioso, lol) raccoglierò tutte le os che ho scritto e scriverò in futuro, e tutte quelle che ho scritto per i vari concorsi. Ringrazio tutti coloro che passeranno a dare un'occh...