Odiava non fare niente

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Odiava non fare niente. Non lo sopportava. Non reggeva il peso che si sentiva addosso quando smetteva di tenere occupato il cervello, quando smetteva di muovere le mani. Eppure, fino a poco prima era felice. Fino a poco prima aveva l'adrenalina che le faceva tremare le mani, quella adrenalina che le veniva da dentro e che le dava l'impressione di poter fare tutto e di più, quella adrenalina che l'animava e che le portava a dare il meglio di sé.

Scrittura.

Disegno.

Le piante.

La calligrafia.

Voleva esercitarsi, fare qualcosa di diverso dallo studiare. Aveva voglia di cambiare, di migliorarsi.

Eppure

Eppure

Eppure

Nonostante ciò

La tristezza l'aveva avvolta.

C'erano volte in cui non poteva farne a meno, volte che non poteva prevedere una cosa simile. Volte in cui non riusciva a schivare quest'ondata di tristezza che sembrava assorbire tutto ciò che di meglio aveva in sé.

Negli ultimi mesi queste ondate avevano tutte come centro lei e il senso di tradimento che diventava sempre più acuto dentro la sua anima.

Un semplice litigio, una piccola divergenza l'aveva scalfita nel profondo. Non voleva ammetterlo nemmeno a se stessa, ma ormai non poteva più fare altro. Quella coltre era ormai troppo pesante per la sua coscienza.

Non che le importasse che avesse il ragazzo. Anzi, era davvero contenta per lei.

Non che le importasse che scegliesse lui al suo posto. Era abbastanza ovvio che non sarebbero più state così insieme dopo il liceo.

Non che le importasse... e invece le importava.

Le importava di tutti i no che rivolgeva a ogni sua proposta.

Le importava di tutte le scuse e le ragioni che le rifilava ogni volta.

Le importava di come, nonostante tutti i no dati, trovasse i sì per il suo ragazzo.

Sapeva che per lei lui era il mondo.

Sapeva che le cose sarebbero cambiate.

Eppure

Eppure

Eppure

Sperava ancora che le dicesse di sì, che le scrivesse non perché avesse bisogno ma per sentire come stava.

Sperava

Sperava

E ancora sperava... ma sperava invano che scegliesse lei e gli altri a cui voleva bene e non lui? Una volta soltanto? O che non scegliesse altri che a lei non appartenevano?

Era un pensiero angustiante, il suo. E le lacrime non facevano altro che inondarle gli occhi, mentre la mente le gridava di smetterla, di non stare dietro a una persona che le arrecava sempre tutto quel dolore?

Ma il cuore

Il cuore

Cuore

A lui non puoi comandare...

Sentì il petto stringersi ancor di più quando si accorse di non avere nessuno con cui parlarne, nessuno con cui condividere quella tristezza, quel senso di vuoto che le aveva perforato il petto come un proiettile. Le sembrava quasi che, il dilagarsi di quella sensazione, assomigliasse al colare del sangue di quella ferita immaginaria.

Le parole fluivano dentro, attorcigliate l'una all'altra, incapaci di uscire da lei avendo un senso, avendo una logica. Decise di provare a metterle per iscritto e, mentre scriveva, gli occhi le si inumidirono ma non divennero lacrime perché si rifiutava di piangere ancora e ancora.

Non aveva mai amato qualcun altro. Provava affetto, certo, ma ancora non sapeva cosa fosse l'amore. Spesso si chiedeva cosa fosse un'amicizia, cosa volesse dire essere amici. Essere amici voleva dire uscire? Passare il tempo insieme? E il mio tempo passato insieme che fine ha fatto? Gli anni trascorsi a darti retta, a cercare la tua approvazione, a sentire le tue costanti lamentele sulle altre persone perché non ti andava mai bene niente? Ti ho confidato tante cose, ti ho resa custode di tanti miei sentimenti che mai a nessuno avevo permesso anche solo di percepire.

Sono bastate poche tue parole a farmi crollare.

Sono bastate poche tue parole a farmi capire che, alla fine, non fossi così importante per te.

Sono bastate poche tue parole a ferirmi come poco altro mi aveva ferita, a farmi ricordare quella volta in cui mi avevi definita la tua migliore amica e la gioia immensa che mi aveva travolto con quelle due parole che mai nessuno mi aveva rivolto.

Eppure

Eppure

Eppure

Non dimenticherò mai le tue spalle, la tua figura che via via che te ne andavi diventava sempre più piccola. Questa è stata l'immagine che si è proiettata nei miei occhi, nonostante non ti avessi fisicamente davanti.

Il senso di tradimento, la confusione... non sono niente in confronto alla tristezza che provo e al senso di vuoto che mi hai provocato.

Te ne è mai fregato qualcosa? O parlavi con me solo perché ti ascoltavo e cercavo di capirti, quando ormai gli altri sanno solo parlare? Ecco, sanno – sai – solo parlare. E le tue parole, e l'indifferenza con cui hai trattato quella nostra e primissima discussione in sei anni di amicizia mi hanno fatto male, tanto male.

Ti ho supportata in tutto – nelle scelte che hai fatto, quando ti sei messa insieme al tuo ragazzo, nelle discussioni con i tuoi genitori, nei momenti tristi e in quelli felici.

Ti ho supportata e dato la mia più sincera opinione. So di non essere l'amica migliore, sono pessima nel parlare di fronte a chi non conosco, nel prendere una decisione sul momento, nel farmi avanti; ma so di esserci sempre stata.

Solo ora mi rendo conto di quanto ho fatto per te, di quanto ci sia stata, delle ore di sonno perse per stare dietro ai tuoi discorsi, alle tue paure e ai tuoi rammarichi e alle tue gioie.

Solo ora mi rendo conto di quanto tu ci sia stata poco per me.

Probabilmente non riuscirò mai a scrollarmi di dosso cosa hai lasciato su di me, quella sensazione di vuoto che provo ripensando alle ore spese insieme, delle lacrime a causa delle troppe risate.

Probabilmente non ci riuscirò mai.

Eppure

Eppure

Eppure

Non ho più intenzione di stare male, di aspettarti.

Spero solo di non dimenticarmi delle sensazioni che sto provando adesso non appena mi scriverai, non appena mi farai ridere, non appena – finalmente – mi dedicherai parte del tuo tempo.

Certe volte vorrei non volerti così bene.





Punteggiatura e cambio di persona voluto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 27, 2020 ⏰

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