Vaneggiamenti di una dopo la fine di più cose...e parole a caso date da un'amica

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Notte - Fuoco - Solitudine - Libro - Freddo

Tic tac. Tic tac.

L'orologio nel taschino scandiva lentamente lo scorrere del tempo.

Tic tac. Tic tac.

La ragazza camminava veloce in mezzo alla neve, un libro sotto braccio e un'ansia pesante come un macigno nel cuore.

Tic tac. Tic tac.

Doveva fare in fretta. Il freddo le stava penetrando in ogni singolo spiraglio del caldo cappotto.

Tic tac. Tic tac.

Non doveva fallire quella missione. Mancava davvero poco. Presto avrebbe raggiunto la casa dell'uomo che le aveva commissionato quel compito, e avrebbe finalmente potuto riscaldarsi nel fuoco del camino.

Tic tac. Tic tac.

Odiava la notte. Perché l'aveva mandata proprio in pasto all'oscurità e alla solitudine, uniche qualità di quelle tenebre? Perché non mandare qualcuno di più qualificato?

Tic tac. Tic tac.

Era arrivata. Bussò tre volte con tre intervalli di cinque secondi per far capire che era lei, il tempo scandito dal ticchettio dell'orologio che proprio quell'uomo le aveva regalato e dal martellare forsennato del cuore.

Tic tac. Tic tac.

Un uomo alto, con muscoli visibili anche sotto gli strati delle vesti, le aprì e lei gli consegnò il vecchio libro rilegato in cuoio duro, con il disegno di una maestosa quercia sulla copertina impolverata e secolare.

Tic tac. Tic tac.

La ragazza si avvicinò immediatamente al camino scoppiettante, tolse i guanti e sfregò le mani con gioia.

Tic tac. Tic tac.

L'uomo sussurrò parole dolci alla ragazza, mentre da una manica faceva scivolare una lama che scintillò a causa delle fiamme.

Tic tac. Tic tac.

La ragazza cominciò a pensare a cosa avrebbe mangiato con i soldi che aveva guadagnato con quel compito, e l'acquolina le salì alla gola al pensiero di un piatto di minestra calda e, perché no?, di un pezzo di torta.

Tic tac. Tic tac.

L'uomo passò la lama sul collo della ragazza, e da ella non uscì nemmeno un gemito quando cadde a terra.

Tic tac. Tic tac.

- Ripulite questo posto - disse, e le ombre si misero al lavoro. Un sorriso malato comparve sul volto dell'uomo. - Presto tornerai ad essere mia - sussurrò.

Tic tac. Tic tac.

L'orologio nel taschino della ragazza immersa nella pozza del suo stesso sangue continuava a scandire il tempo.

Tic tac. Tic tac.

L'orologio era maledetto. Così come il mondo da cui la ragazza se ne era appena andata.

Tic tac. Tic tac.

Tic tac. Tic tac.

29/12/2015

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