23 Capitolo:

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I giorni passano veloci e il giorno della partenza s'avvicina sempre di più. Le cose sono cambiate per i miei quattro amici. L'albergo di Michele e il ristorante di Giovanni vanno benissimo, i clienti aumentano sempre di più e rimangono soddisfatti. Anna e Concetta adesso lavorano come aiuto chef nelle cucine di Michele con grande felicità. Tutto sembra perfetto, e forse veramente è così, e, come ciliegina sulla torta, guardo il mondo con occhi di una bambina con la fiducia in un futuro migliore. Eppure non riesco ancora a scrivere niente, l'immaginazione è morta e forse è il segno della mia maturazione e la morte del mio lato di bambina. Non dovrei vederla come una cosa negativa, ma evidentemente come un nuovo inizio e così cercare un lavoro stabile in qualche paese. Forse potrei tornare tra i banchi di scuola e scegliere una facoltà universitaria che mi alletti e in cui sono brava. L'immaginazione mi ha abbandonata del tutto e le mie muse ora ispirano altri artisti per dare loro la possibilità di creare.

Ormai di Maria non ho più notizie, nessun messaggio e nessuna chiamata. Al dir il vero non la vedo neanche più tra le strade. Forse dovrei preoccuparmi, se ciò che mi diceva su Gennaro è vero, forse è in pericolo e dovrei aiutarla. Ma sono stanca di essere il suo cavaliere che la salva ogni volta che ne ha bisogno per poi avere in cambio solo un sacco pieno di dolore. Eppure ammetto che ogni tanto penso a lei e si suoi occhi da bambina che mostrano la sua anima così fragile. Sono proprio i suoi occhi che mi incantano e mi danno la forza per proteggerla, è la sensazione che ti da. I suoi occhi tristi fanno scattare automaticamente l'adrenalina in me e il bisogno di difenderla ad ogni costo. Ma anche le sue calde e delicate mani sulle mie mi mancano. Per poi non parlare le soffice labbra che premeva dolcemente sulle mie. Scuoto la testa scacciando via quei pensieri e riprendendo in mano la situazione. Mi trovo fuori al terrazzo della mia stanza per ammirare il mare ormai scuro e con i riflessi della luna e delle poche stelle che ora sono sopra di me. Abbassando la testa si notano due figure lontane che giocano e si stringono in un caldo e lungo abbraccio. Le loro mani sono intrecciate e intente a non separarsi per l'eternità. I loro sguardi sinceri si uniscono e scambiano parole dolci che a voce non hanno il coraggio di dirsi. Le labbra vengono sfiorate ripetutamente senza mai unirsi del tutto aumentando così il loro desiderio di aversi. Si sorridono, si guardano, giocano immaginando di stare soli nel mondo intero. Si sentono soli e liberi ed è questo ciò che l'amore fa.

Mentre li guardo e mi perdo nei ricordi, il telefono vibra e noto un messaggio.

-Lo so che non dovrei contattarti, ma ho bisogno del tuo aiuto - mi scrive Maria,

-Perché? -

-Domani farò la prova del ballo -,

-Perché non chiedi aiuto a tuo marito? Serve lui non io -,

-Indosserò l'abito, hai dimenticato che lo sposo non può vedere l'abito?-

–Tua madre? -,

-Non sa ballare -,

-Nemmeno io -,

-Ti prego! Ho bisogno di te -,

-A che ora e dove -,

-Alle 16:05 nella sala da ballo dove ballavo da bambina -,

-Ok -,

-Grazie mille -.

Preferisco non rispondere, entro nella stanza e mi getto peso morto sulla poltroncina. Come al mio solito se mi chiede aiuto alla fine lo faccio e poi ritrovarmi al punto di partenza. Ma adesso le cose sono cambiate, adesso so che mi ha solo presa in giro, ha offeso la mia famiglia e i miei amici. Non servirà un semplice suo battito di ciglia per farmi dimenticare tutto ciò e farmi tornare indietro.

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