6. Hug me

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Tre mesi. Tre fottuti mesi.
Ed io ero ancora ferma lì. A contemplare Alessandro da lontano. Ci avevo parlato in gruppo, ci eravamo sorrisi, ma non bastava.

Lo stress stava aumentando a dismisura. Ero in bilico tra gioia e tristezza, un ciclo costante di interrogazioni e compiti in classe, sguardi rubati, tempo perso durante le lezioni di matematica.

Si avvicinava il concerto di Natale. Come di consueto, la scuola organizzava uno spettacolo. Non ero intenzionata a parteciparvi, non mi era neanche saltato in testa. Forse perchè avevo paura.
Ah, la paura. Vorrei non esistesse.

Ma poi arrivò Teresa, quel martedì.
"Greta, devo proporti una cosa."-sembrava impaziente ed io aspettavo il peggio.
"Spara."
"Hai presente il coro di Natale, no? Beh, i ragazzi mi dicono che hai una bella voce, perché non partecipi?"
"Io non credo di riuscirci. Non credo di farcela, sapendo chi è la direttrice del tutto."
La direttrice del tutto era Stella. Stella. La ragazza che ronzava come una mosca attorno ad Alessandro.
"Neanch'io riesco a sopportarla, ma se siamo insieme ce la faremo, non credi? Sarebbe un peccato non metterti in luce."
"È questo il punto. Non sono pronta a mettermi in luce al primo anno."

L'idea, in realtà, mi allettava più di quanto mi aspettassi. D'altronde, io ero solita a cantare e recitare. Non che fossi così brava, ma mi piaceva e mi divertiva.
Così, dopo tanta insistenza da parte di Teresa, accettai.
Anche Irene ed Elisa sarebbero venute, e ciò mi confortava molto.

Le cose procedevano, sarebbero potute andare anche meglio, ma procedevano.

Mentre io, Irene ed Elisa eravamo intente a pensare come vestirci ed agghindarci per le imminenti messe in scena, c'era Sofia.

Ci aveva messo del tempo per perdonarmi, ma aveva capito che era solo una stupida bravata.
Ma quella mattina arrivò in classe in lacrime.
"Cosa è successo? Asciugati le lacrime e andiamo in bagno. Mi racconterai tutto, ok? Stai tranquilla.."
Irene ci inseguì a ruota.
Sofia si tratteneva a stento dal singhiozzare, respirava affannosamente cercando di parlare, fissando le mura blu.
"Il fatto è che..é che..Davide è gentilissimo ed io credo di essermi innamorata di lui, il che è un grosso, grosso sbaglio e un guaio enorme. Lui ha Bianca, stanno benissimo insieme, ed io sono qui, e mi sento in colpa a struggermi per lui. Dovrei pensare solo alla scuola. Io non sono niente, sono una briciola nella sua vita."
"No, che dici? Lui ci tiene tantissimo a te. Non ti parlerebbe così tanto, non starebbe a confidarsi con te se non volesse che tu facessi parte della sua vita."-Irene cercava di consolare Sofia, diceva quelle parole con enfasi, perché ci credeva, e sapeva di non mentirle.

Noi non mentivamo mai a Sofia. Le dicevamo le cose come stavano, nel bene e nel male. E credo che lei lo sapesse.
"Ha ragione. Non dico che non sia una situazione difficile, perché lo è. Ma non sei innamorata di lui. Lo so, credimi. E lo capirai, lo capirai quando ti innamorerai veramente. Tu puoi continuare ad avere buoni rapporti con lui, ma senza lasciarti andare. Al contrario, mostrerai che sei più forte di ciò che la gente pensa. Pensano che tu sia debole solo perché gli vai dietro. Ma sei forte, Sofia. Ora esci, e sorridi."
"Avete ragione."
Sospirò.
Io e Irene tornammo in classe, era sin troppo tardi. Lei mi raccontò tutto dopo.
Mi disse che si era presa un attimo di pausa in corridoio.
Davide le era corso incontro e l'aveva abbracciata. Le aveva detto che, qualsiasi cosa fosse successo, qualsiasi fosse stata la ragione delle sue lacrime, le sarebbe stato accanto.
E Sofia stava capendo. Stava capendo che l'amore è un'arma a doppio taglio. E lei...lei era solo infatuata.

Intanto, Luca sarebbe andato allo spettacolo. Ci avrebbe viste cantare allegramente.

Le canzoni erano d'amore. Sarebbe stato arduo non pensare al testo.
Ma io ero pronta persino a fronteggiare Stella. Ed a conoscerla.

" tell me Your secrets, and ask me your questions" coldplay, the scientist

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