9. Waiting for something to change

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L'ultimo mese era stato una grande montagna russa.
Alti e bassi, discese e salite, grida di gioia e dolore.
Con un bellissimo contorno, ormai consueto: le figure di merda. Mi stavo rassegnando al fatto che nella vita di ogni persona queste cose fossero presenti, ma nella mia lo erano decisamente sin troppo, per via dei miei modi di fare maldestri e anche di quel pizzico di sfortuna.
Avevamo recitato. Avevamo recitato, palcoscenico un'ennesima volta.
Il bello è che il nostro motto era "Dai, non potrà andare peggio dello spettacolo di Natale".
Come non detto.
Gente che scappava e dimenticava le parti, pubblico che ci rideva in faccia e non solo era solo 1/5 di quello che effettivamente avevamo passato.
Poco male, Alessandro non ci aveva visti. Ma i suoi amici si, e le occasioni per denigrarci spuntavano come funghi, fastidiosissimi funghi.
Oserei dire, velenosi.
Il giorno dopo, erano tutti ammalati o convalescenti. Se la gente si sarebbe ricordata di noi? Si. Se a noi importava? Francamente, credo che il desiderio di tutti fosse solamente non esibirsi mai più nella vita.
E poi niente, la solita routine.
Sofia non sapeva più cosa fare della propria vita. Non si capiva se fosse ancora amica di Davide, che frequentava gente che lei non gradiva.
Ad Irene... Beh, dall'esterno non sembrava una situazione poi così scomoda. Nuove persone erano entrate nella sua vita, spasimanti, come si suol dire.
Nonostante si dividesse fra loro e Luca, sapeva bene che la sua mente era occupata principalmente da lui. Non ci parlava da un po', si comportava in modo strano, ma d'altronde, l'aveva sempre fatto. Non era mai stato prevedibile.
Ed a lei piaceva la sua imprevedibilità. A lei piaceva tutto di lui, ma questo non le impediva di soffrirci sù.
Aveva bisogno di mettere in chiaro le idee e capire se questo brodo si sarebbe allungato per molto.
Insomma, eravamo sotto San Valentino, avevamo finito un'intensa sessione di studi, ancora con le menti confuse, anche se questa situazione continuava a stancarci.
Per quanto mi riguarda, vedevo le vite degli altri cambiare, ed io sempre lì. Noi due sempre lì, a specchiarci nei reciproci occhi.
Stavo solo aspettando che qualcosa cambiasse, dato che noi non credo avessimo intenzione di dare una svolta.
Qualcosa, però, era cambiato.
Teresa aveva conosciuto Alessandro e ci aveva parlato.
Io speravo di cogliere al volo l'occasione ma mi sentivo alquanto pessimista.
Non sarebbe cambiato niente, lo sentivo. Volevo, desideravo... che lei facesse qualcosa per venirmi in contro, ma non ne ero poi così sicura. Perché nulla stava cambiando.
Non mi restava che pregare, incrociare le dita, fare rituali, o non so cosa.

Aspettare che qualcosa cambiasse
" just wait until the upper hand is mine " - Linkin Park -Hit the Floor

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