Capitolo 1

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Cammino lentamente in mezzo alla foresta, con la sola compagnia di questi grandi e ombrosi alberi. O almeno così era fino a qualche secondo fa. Infatti giro istintivamente la testa verso uno strano rumore e vedo un'ombra avvicinarsi. Subito inizio a correre nella direzione opposta, ma non ricordo la strada che ho percorso. Mi dirigo dove mi sembra diradarsi la foresta. L'ombra inizia ad essere più chiara e riconosco il volto di Mark, così senza pensarci corro più che posso, ma lui è più veloce di me e mi raggiunge. Mi incatena le braccia e io inizio a urlare e dimenarmi consapevole della mia inferiorità.

Mi sveglio di soprassalto tutta sudata e con il fiatone.Faccio dei lunghi respiri per calmarmi e vado in bagno a rinfrescarmi. Fisso la mia immagine allo specchio per qualche minuto:i miei lunghi capelli castani mi ricadono sul sedere, i miei comuni occhi marroni sono lucidi e le mie guance sono rigate dalle lacrime.

Scuoto la testa riprendendomi, mi asciugo gli occhi e torno in camera cercando di fare il minimo rumore. Controllo l'ora sull'orologio digitale. Sono le quattro del mattino. Considerando che tra meno di due ore suonerà la sveglia, decido di rimanere seduta sul letto, anche perché riaddormentandomi tornerei a quell'incubo ed è l'ultima cosa che voglio. Mi perdo nei pensieri e quasi non mi accorgo della sveglia che suona.

La spengo e svogliatamente mi alzo, preparandomi ad un'altra giornata di scuola. Apro l'armadio e prendo un leggings nero,una maglietta a maniche corte e una felpa bianca abbinate alle mie vans nere. Faccio colazione e mi incammino verso la fermata dell'autobus, poiché mamma era molto stanca ieri sera e non me la sentivo di chiederle di accompagnarmi a scuola. Salgo e mi siedo su un sedile libero da sola. Infilo le mie cuffie bianche e guardo le case e gli alberi passarmi accanto, sotto le note di Photograph di Ed Sheeran.

Ripenso all'incubo che mi perseguitava da due anni. Sembrava essere sparito da ormai cinque mesi, ma sembra essere tornato con lui dato che ho rivisto Mark in città. Stamattina avrei proprio bisogno delle parole confortanti di Sarah, la mia migliore amica, purtroppo però, sebbene frequentiamo lo stesso liceo, non ci vediamo mai, perché fa un indirizzo diverso dal mio; perciò si trova in una sede "staccata" dove frequenta anche le altre lezioni. Però mi consolo sapendo che troverò Charlotte (Lottie) e Alexis (Lexi). Ne abbiamo passate tante insieme e abbiamo fatto tante di quelle brutte figure da far invidia a chiunque. Sorrido inconsciamente al pensiero. È così: quando una persona ti rende felice, sorridi anche nei momenti più bui.

Senza accorgermene sono arrivata alla stazione degli autobus. Scendo e mi incammino verso la scuola. L'aria fresca del mattino mi scompiglia i capelli accuratamente raccolti in una treccia laterale. Appena davanti alla struttura, Lexi mi viene incontro abbracciandomi, mentre Lotti si limita ad un saluto, ma sono abituata al fatto che sia quella persona che non si fa mai abbracciare.

-Ciao, come va?- dico ad entrambe sorridendo per il gesto affettuoso di Lexi.

-Bene dai, te?- rispondono all'unisono e mi scappa una risata.

-Meglio- ammetto con un sospiro

Lotti sorride e la campanella ci interrompe costringendoci ad entrare. Appena arrivate in classe vedo una chioma bionda venirmi addosso e un profumo di fragole mi inonda le narici: Sasha.

-Nicole!!!!- urla tra i miei capelli stringendomi ancora più forte. Non ci salutiamo sempre così, ma lei è una delle poche a cui ho detto di Mark perciò era in pensiero per me.

-Hey bionda!- le sorrido

-Hey mora!- ridacchia staccandosi. E solo allora noto tutta la classe a fissare me e Sasha non sapendo il motivo del suo strano comportamento. Tutta quell'attenzione che ricevo mi mette in imbarazzo e vado a passo svelto verso il mio banco in fondo nell'angolo. La professoressa entra e dopo aver fatto l'appello inizia la lezione spiegando non so cosa, visto che non sto seguendo. Sono troppo turbata. E se i miei incubi fossero tornati con lui e fossero destinati a restare perché lui aveva deciso di rimanere? E se non fossi stata in grado di superarlo? Prima avevo fatto affidamento sulle mie amiche e Lucas, il mio migliore amico, ma ora non voglio più gravare su di loro e non voglio creare alcun disturbo a nessuno.

-Quel pezzo di merda è tornato!- gesticolo come una matta e Sarah ridacchia. Camminiamo verso casa di Lucas e intanto parliamo dei miei incubi e poi di Alexander, il ragazzo che ha conosicuto in discoteca un paio di giorni fa. Intanto vedo un ragazzo che si nasconde dietro la siepe di una casa e ogni tanto sbircia. Io e Sarah ci guardiamo e scoppiamo a ridere esclamando: -Lucas!!!- .Lui ride venendomi incontro e dandomi uno di quegli abbracci che difficilmente dimentichi, mi bacia sulla guancia, mi solleva per i fianchi e mi fa girare. Io, come una pazza, rido e grido -Siiiiiiii!-a quell'esclamazione mi mette giù ridendo. Poi saluta Sarah e ci avviamo verso l'autofficina. Devo andare a controllare la macchina di mia mamma perché purtroppo si è rotta.

Sono passati solo due giorni compreso oggi dall'inizio del mio quarto anno di liceo ed i miei migliori amici già mi mancavano, anche perché non li vedevo da luglio, quando sono partita per le vacanze. Non so stare senza di loro perché mi fanno sorridere sempre e le pazzie più strane le facciamo insieme. Sono la mia seconda famiglia: il luogo in cui mi rifugio. E per niente al mondo li cambierei. Sono troppo preziosi.

Entriamo dentro e andiamo dritti a chiedere informazioni al proprietario, quando noto un ragazzo che sta uscendo da sotto una macchina, io e Sarah ci scambiamo uno sguardo e poi ci giriamo sorridendo maliziosamente. Cavoli se era gnocco: capelli biondo scuro e con dei ricci davvero carini, dove i capelli sono sfumati di un biondo dorato; occhi verdi, corpo muscoloso; era perfetto. E quella tuta da lavoro lo rendeva più bello.

-Hey bellezze, cosa ci fate in un'autofficina? Non è esattamente un luogo per delle ragazze come voi. Potreste sporcarvi-dice con tono dolce e malizioso allo stesso tempo e con un sorriso bellissimo che gli illumina gli occhi.

-C-ciao- balbetto fissandolo. Lui ridacchia. -Siamo venute per vedere una macchina che è stata consegnata due giorni fa.Mi hanno detto che sarebbe stata pronta oggi.- continuo riprendendomi dalla trance.

-Bene. Prego seguitemi- ci accompagna in una sala più piccola delle precedente, dove vengono portati i veicoli terminati.

-Grazie mille per l'auto. Quanto è?- chiedo sorridendo dopo aver visto la mia auto.-

-Devi chiedere a Stuart, il proprietario. Io mi occupo solo di sistemarle.-

-D'accordo. Noi però volevamo anche un'altra cosa- dico avvicinandomi con un sorriso malizioso e mandando un'occhiata a Sarah per assecondarmi; lei capisce e si avvicina. -Cosa?- domanda in tono confuso.

-Volevamo sapere se stasera lavori fino a tardi- chiede lei

-In realtà no, finisco alle 19, poi sono libero.-

-Ti andrebbe di uscire con noi?-

-Certo, ma devo prima darmi una ripulita- dice sorridendo e indicando la macchia d'olio sul braccio.

-D'accordo, ci vediamo stasera verso le 19.30-

Raggiungiamo la macchina e la portiamo fuori, dopo aver parlato con Stuart e aver pagato la riparazione all'auto di mia madre. Quando usciamo sono le 16, quindi saluto il mio amico con un bacio sulla guancia e vado a casa a fare i compiti velocemente. Verso le 17 mi incammino verso la casa della mia amica per decidere come vestirmi stasera, visto che volevo dare la giusta impressione. Appena arrivata suono e la mamma di Sarah, Cristina, viene ad aprirmi. 




Nota Autrice

Questo è il primo capitolo. Spero che vi sia piaciuto.


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