Capitolo 9

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Ashton frena bruscamente e io vado quasi a sbattere contro il vetro davanti a me. Okay, è vero che a causa sua avrei potuto farmi male, ma è anche vero che non avevo allacciato la cintura. Lo faccio ora. Devo ricordarmi di metterla la prossima volta. Ashton è pericoloso. Guardo lo specchietto e noto con piacere che non stiamo creando alcuna colonna dietro di noi. Mi giro verso sinistra e trovo il mio amico a fissarmi.

-Che c'è?- chiedo agitata. Mi sta guardando come se avessi un topo in testa. Mi tocco il capo per accertarmene e sospiro sollevata trovando solo i miei capelli.

-Potresti per cortesia accostare e non stare in mezzo alla strada?- lui annuisce e dopo aver parcheggiato sul ciglio della strada, spegne la macchina e torna a guardarmi.

-Dunque visto che non ho niente in testa, mi vuoi spiegare perché mi fissi in quel modo?-

-Mi hai appena detto di essere il capitano delle cheerleader- finalmente parla.

-Sì e quindi? Perché si sorprendono sempre tutti?-ridacchio

-Beh, non mi sembri solo il tipo e poi di solito quelle ragazze sono..-

-Sì lo so, di solito tutte le ragazze che fanno le cheerleader, e soprattutto il capitano, sono stronze e troie- lo interrompo facendo una smorfia disgustata. La pensano tutti così-vedi io non sono così, cioè sono stronza, ma il fatto che io sia il capitano delle ragazze pompon non determina la mia personalità.Ascolta tutti la vedono come una cosa brutta, voglio dire agli occhi della gente sei una troia perché sei una cheerleader e non mi piace affatto questa opinione. Io lo faccio perché mi piace e le persone che mi conoscono sanno perfettamente che odio quelle ragazze tutte fighette con chili di trucco, che si strusciano contro ogni ragazzo che passa loro accanto e che spesso pur di avere un ragazzo, fanno cose orribili. Ma io non sono come loro, o almeno cerco di non esserlo. Non è poi così difficile. Bisogna solo vivere la propria vita e non fare le stronze solo perché si vuole ciò che non si può avere- continuo spiegando le ragioni della mia scelta, anche se non so bene il motivo per cui lo faccio.

-Hai ragione. Non ti volevo criticare o offendere, solo che era strano, tutto qui. E comunque è vero- sorride, ma io non capisco.

-Cosa?- chiedo

-Che sei diversa da tutte le altre- arrossisco violentemente e lui ridacchia. Un aspetto positivo dell'avere la pelle olivastra è che non si nota molto se arrossisco. A quanto pare però deve essersene accorto, anche se non so come.

Lui si volta verso la strada seguendo con lo sguardo le auto che ci sfrecciano accanto e io lo seguo.

-E quelli che non la pensano come me?- mi volto subito verso di lui.

-Che vuoi dire?-

-Tutte quelle persone che ti credono una persona che non sei?- mi guarda intensamente negli occhi. È serio e sembra quasi..preoccupato? Bah.

-Sinceramente non me ne frega un cazzo di ciò che pensala gente di me, l'unica cosa di cui mi importa è l'opinione di chimi è accanto. E non di persone che non sanno la verità e che si permettono di giudicare o di scrivere su un cazzo di giornalino cose personali su coloro di cui non sanno un emerito cazzo. Loro non sono persone vere, fanno solamente parte della massa- concludo controllando l'ora sullo schermo del mio cellulare. Noto che mi è arrivato un messaggio. È di Sarah.

-Dove sei?-

-Sto arrivando- scrivo velocemente la risposta chiedendo gentilmente ad Ash di ripartire. Lui annuisce e appena svoltiamo l'angolo parla.

-Sabato sera ti va di andare in discoteca?- domanda -Non è un appuntamento. Ci saranno anche gli altri- aggiunge vedendomi poco convinta. Annuisco e lui continua -Vedi il fatto è che si tratta ancora dell'iniziazione- parla con un tono così basso che quasi non lo sento. Quasi. Mi volto subito verso di lui. E io che pensavo di aver finito.

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